I love you from the bottom of my devasted heart.

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Ciao, Himchan.

Non so neanche io il perchè ti sto scrivendo questa lettera. Sarà che mi manchi come manca l'acqua nel deserto.
Ti ricordi quando eravamo bambini, quando hai cercato di insegnarmi ad andare in bicicletta e io avevo paura? Tu mi dicevi sempre "Non ti preoccupare, ci sono io che ti sostengo, sono sempre qui con te."
Ecco, ora ho bisogno di te più che mai.
E, coincidenza, non ci sei.

Ricordo quella sera come se fosse ieri, eppure sono passati solo due anni. Sai, sono cambiate tante cose: sono riuscito a laurearmi, ho trovato un lavoro. Apparentemente non mi manca nulla.

Tranne te.

Ricordo che stavamo andando alla festa di compleanno di Youngjae. Tu eri bellissimo con quei pantaloni neri e quella camicia rossa, i capelli lunghi sugli occhi, il sorriso sulle labbra. Mi dicesti "Ehi Jonguppie, vuoi salire o vuoi rimanere imbambolato lì per tutta la sera? Gli altri ci aspettano!" con quel sorriso luminoso con cui mi accoglievi sempre. Ricordo che abbiamo cominciato a parlare del più e del meno, che stavi per ottenere l'abilitazione all'insegnamento per diventare professore di musica, che avevi comprato un computer nuovo, che stavi progettando di andare a trovare Daehyun a Busan questa estate e che mi avevi addirittura chiesto di venire con te. Io accettai, sarebbe stato bello stare una settimana insieme a Daehyun hyung, anche perchè da quando si è trasferito a Busan non lo si vedeva spesso a Seoul. Quella sera sarebbe stata una bella rimpatriata con tutta la compagnia, finalmente riunita dopo mesi. Ci sarebbe stata persino la fidanzata di Yongguk.
"Sai, Yongguk mi ha chiesto di fargli da testimone" mi dicesti, quasi con le lacrime agli occhi. Sapevo quanto eravate legati tu e lo hyung, perciò fui davvero felice di questo. Il matrimonio di Yongguk sarebbe stato l'anno prossimo. Ma indovina? Lo hanno posticipato di 6 mesi e sai perchè? Perchè lo hyung non voleva festeggiare senza il suo testimone. Ma a questo ci arriveremo dopo.
Comunque, poi mi chiedesti come stava andando l'università, a quei tempo ero al primo anno di Architettura e io ti dissi che andava tutto bene, che avevo trovato un gruppo di studio e che avevo già verbalizzato qualche esame. Mi dicesti una frase che non dimenticherò mai: "Sono fiero di te. Dal bimbo timido che eri, stai diventando un uomo. Vedo che ti stai facendo anche i muscoli. Sono davvero felice di averti come amico, Jonguppie."
Lì per lì non sapevo cosa dire, ma ti dissi che ero fiero di te e che tu per me eri un esempio da seguire sin da quando eravamo bambini. Si rise come sempre, era una nostra abitudine ridere.

Poi, ad un certo punto cominciasti a raccontarmi di una cosa abbastanza strana, tanto che a momenti non potevo crederci.
Ti eri innamorato, e stavolta seriamente. E che era diverso da tutte le storie che avevi avuto in passato.
Io, con il cuore che mi batteva fortissimo e lo stomaco sottosopra, ti dissi che ero contento e che avrei voluto conoscerla, ma tu mi fermasti. Mi dicesti che non era una lei, bensì un lui. Che ti eri innamorato di un ragazzo, che la cosa andava avanti già da un po' di anni, ma che non lo avevi detto a nessuno perchè sarebbe stato difficile farlo capire agli altri. Lo dicesti a me perchè sentivi che ero io la persona giusta a cui confidare questo segreto e, tra le tante cose, ero il primo a saperlo.
"E lui ricambia?" ti chiesi, con un po' di paura.
"Non lo so, il problema è questo. Non ho mai capito i suoi gusti, malgrado io lo conosca da anni." mi rispondesti, quasi le tue mani tremavano.
"Ma lo conosco?" chiesi ancora, ingenuamente.
"Beh... è più vicino di quanto pensi."
A queste parole quasi persi un battito. Era uno della compagnia? Yongguk non poteva essere. Allora Daehyun? Youngjae? O addirittura Junhong? Non sapevo che pensare. Magari non era uno di noi. Magari mi stavo sbagliando. Avrei voluto tanto saperlo, hyung, credimi.
Dopo quella confessione, che per me era stata una doccia di acqua gelata, cadde un silenzio imbarazzante in quella macchina. L'aria si era fatta quasi tesa, lo percepivo. Non era da noi quel silenzio imbarazzante, anzi erano davvero rari i nostri silenzi. Sentii che c'era qualcosa che non andava, ma sconvolto com'ero decisi di non indagare.
Poi fu la tua voce a rompere il silenzio e ringraziai il cielo che quel silenzio fosse stato interrotto dalla tua voce che, in quel momento, mi fece stare meglio.
"Stiamo entrando a Gangnam. Sotto le gomme si sente il ghiaccio, speriamo vada tutto bene. Dovremmo arrivare a momenti e siamo anche in ritardo, Youngjae ci ucciderà."
Qualche giorno prima ci fu una grossa nevicata nella zona di Gangnam, con conseguente asfalto ghiacciato. "Forse è meglio che andiamo più piano. Non vorrei andare a sbattere contro un palo." Cominciasti a ridere, con quella risata bella e musicale che un po' era lo specchio della tua vita: avevi deciso di dedicarla alla musica, ti eri laureato in strumenti tradizionali coreani e stavi per diventare insegnate. La musica nella tua vita non mancava mai e in quel momento la tua risata era il miglior sottofondo musicale che ci sia. Risi anche io, anche dentro soffrivo ancora per la confessione fatta poco prima.
Entrati a Gangnam, il traffico si era fatto più intenso, la gente sfrecciava ad alta velocità nonostante il ghiaccio. Una o due macchine rischiarono di fare un frontale, che paura hyung.
"Sai Jonguppie, se questo dovesse essere il mio ultimo giorno, sono felice di averlo passato con te. Sei una presenza fondamentale nella via vita e non potrei chiedere di meglio. Ti voglio davvero bene fratellino, sei il fratello minore che non ho mai avuto".
Ricordo che ti guardai esterrefatto. Non sapevo cosa dire o cosa fare. Avrei voluto tanto dirti in quel momento che è da quando avevo 16 anni che ti amavo con tutto me stesso e che volevo che il ragazzo di cui mi avevi parlato cinque minuti prima fossi io e non qualcun altro. Che stavo male quando non c'eri e stavo benissimo quando stavamo insieme. Che per me eri tutto: il motivo per cui vivevo, per cui sorridevo, per cui continuavo ad andare avanti, per cui litigavo con mia madre. Il motivo per cui non l'ho fatta finita anni fa. E centinaia di altri motivi.
Ma non sarebbe mai accaduto, mai.

I love you from the bottom of my devasted heart.   [HimUp.]Where stories live. Discover now