1.

396 24 13
                                    

(Dead reckoning is subject to cumulative errors

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.











(Dead reckoning is subject to cumulative errors.)














1.





Il caffè annacquato della macchinetta. Il fruscio delle pagine sputate dalla stampante. Scarpe da ginnastica cigolanti sul pavimento graffiato. Parlano, parlano, parlano.

Come tanti uccellini che seguono le briciole e si disperdono poi allo schiocco d'un ramo secco, suona la campanella e vanno, saluti masticati. La cartella di cuoio consunto ti sfiora la gamba mentre li segui, alla tua aula in attesa. Una carezza che quasi ti rassicura, e quasi ti fa male. Conosci solo questa, l'unica fissa da trentadue anni. Trentadue anni, cristo. Dovresti cambiarla, la cartella. Gli anni ottanta sono finiti da un pezzo. Certo, agli alunni piace, dicono che fa vintage. In effetti tu sei vintage. A quando il museo?

Bevi il caffè in un sorso, troppo caldo. Ti scotti la lingua e trattieni un insulto, e per un momento il bruciore ti fa sentire qualcosa. Un guizzo di sangue, un battito più forte. Una pulsazione alla tempia. Senti qualcosa. Quanto basta per alzarti la mano, chiudere la porta dietro di te e sederti alla scrivania.

«Buongiorno, ragazzi.» Sistemi il libro sul banco, le penne, prendi il registro.

«Buongiorno, professore.»

Levi lo sguardo a sinistra, alla fila delle finestre. Vento forte, spazza le foglie marce. Un cielo pallido e pulito, i rami viola e verdi. Una bella giornata. Davvero, una bella giornata. Perché sospiri? Sempre così piano. Perché sospiri, se poi non ti fai sentire?

Ackerman?

Presente.

Atwood?

Presente.

Presente, presente.

Presente.





Penna rossa sul foglio, abbandonata. Ti strofini gli occhi e posi lo sguardo sulle fiamme nel camino. Abbandoni il pacco di compiti da correggere, li finirai domattina. Insomma, è sabato sera. Le persone civili si riposano.

Accendi la tv. No, non hai voglia del notiziario. Ogni tanto ti piace fingere che il mondo sia in pausa. Scorri distratto i canali, lo sguardo perso. Questa stanza è troppo piccola. La tinta vinaccia delle pareti e la libreria stipata di volumi fino a scoppiare, pile di libri a terra, sul tavolino da caffè, sotto al telefono. È più casa loro che tua, a questo punto. Ma la poltrona è comoda e gentile, la poltrona è tua, velluto blu. Ti stringi la tazza di tè al petto e alla fine accendi il lettore dvd. La bella addormentata. Canticchi e ti godi i colori, le linee delicate degli sfondi. Ci andresti a vivere, in quella casetta nel bosco. Raccogliere bacche, ascoltare gli uccellini cantare, spaccare la legna... No, non potresti farcela, ti lusseresti subito una spalla. Prenderebbe il WiFi? No, decisamente non ce la faresti.

Dead ReckoningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora