MUNACIELLO

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Scrivoprima che possa impazzire. Devo ucciderlo o lasciarlo vivere? Mi ricatta. Dice che lui è più vero di me. Non vuole essere piùquello che è. È nato protagonista, non personaggio. Cerco allora direspirare ma qualcosa mi blocca la trachea. Ingoio morsi d'aria, macontinuo ad annaspare. Prendo un respiro profondo e arriva più ariaai polmoni. Riprendo a camminare, perdendomi tra i vicoli di Napoli,intrecci di paralleli e di canali, ingranaggi di un motore sbiellato.

-Ispettò,dovete arrestare o' Munaciello!- bofonchiò Rella Rella, mentre lasua faccia formava un'oleosa chiazza di scherno. -È vero che èsparita 'a droga, 'o sistema, ma nel quartiere non possiamo piùsubire certe schifezze!-

Gliocchi dell'ispettore Meucci erano annebbiati. Il suo cervello ancoradi più. Non aveva mai illuso nessuno né minimizzato i problemidella sua città.

Lasera prima se n'era andato nella solita sala da biliardo del rioneSanità, un brutto locale in un vicoletto di Santa Maria Antesaecula,dove giocava a carambola coi cingalesi e dove sentiva parlare diaccoltellamenti, di donne da pochi spiccioli, di birre e insetti damangiare. La carne ormai cagionava tumori letali e il pesce psoriasiirreversibili. Meucci, cinquantenne, aveva infatti imparato ainghiottire cavallette, che parevano gamberi fritti, a bere birreanalcoliche, mentre entravano e uscivano minorenni in quell'aria chesi faceva sempre più pesante per le sigarette e i cibi biologicicotti nei forni a microonde. Andava lì perché voleva risvegliarequalche ricordo. Gli dava la sensazione di sentirsi di nuovo ragazzo.In quella sala aveva conosciuto Trambarulo, un investigatore diSecondigliano. Lo aveva trovato lì la prima volta che era entrato eavevano parlato a lungo di virus e insetti che si annidavano nel pelopubico delle donne da pochi spiccioli.

Untuono fece saltare Rella Rella, che aveva un caschetto di capellirossi, un po' appiccicaticci, e un colorito pallido per via dellacipria. Aveva strappato le sopracciglia e le aveva disegnate con unacurva più arguta.

-Signora Russo- fece Meucci, - stia tranquilla. Neparlerò col pubblico ministero e vedremo di risolvere a strettogiro-.

Rella Rella, settantenne, vestita di scuro, si alzòdalla sedia e indicò con la mano grassoccia Alberto 'o Siggione, unuomo obeso sulla trentina. -Ispettò, fatelo per lui. Non si puòportare le corna nel quartiere. Io per lui so tuttcosss: nà mamma,nà sora, n'amaaante-.

Meucci si lisciò i baffetti neri, poi si portò lemani nei capelli grigi. Si mordicchiò la guancia. La vecchia ripetédi aver subìto abusi sessuali da parte del Munaciello, sotto losguardo inerme di Alberto, legato a letto con corde di saio.

-'A signora Scarfiglieri l'altro ieri ha visto 'oMunaciello dentro 'a Chiesa di San Carlo all'Arena- precisò RellaRella.

L'ispettore sfoderò un sorriso di convenienza. Preseuna Marlboro dal pacchetto e la mise in bocca, conscio di nuocere ipolmoni. La vecchia gli accese la sigaretta col suo accendino.

-La signorina Grattagliano ha detto che se la fa traPalazzo Caracciolo e Palazzo De Gregorio di Sant'Elia- intervenneAlberto, in preda a colpi di tosse.

Meucci fece il primo tiro. Sputò il fumo verso ilsoffitto.

-Fatele venire e le interrogo. State a pensierotranquillo-.

-Grazie Ispettò- risposero in coro.

Sbirciodentro le case ammezzate dove giocano bambini. Ci sono insegneasiatiche ovunque. Dibatto dentro di me se è il caso di parlare conqualcuno. Non lo faccio. Alcune biciclette mi sfrecciano accanto,mentre vecchi col bastone vengono accompagnati da robot luminosi cheripetono canzoncine orientali.

MunacielloWhere stories live. Discover now