E poi ti vidi

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Eren's Pov

Corri o ti prenderanno, corri anche se cadi, rialzati e continua a correre.

-Sei finito, stronzo!- -Puttanella, ti raggiungeremo!- -Smettetela, non vi ho fatto niente!- Eren, risparmia il fiato per sfuggire a quelli che ti stanno inseguendo, pensa in fretta ad una scorciatoia che arriva al tuo nascondiglio segreto.

(Breve skip time)

Sento le voci confuse e arrabbiate dei bulli che dall'inizio del liceo mi perseguitano, le loro parole ormai non mi feriscono più: subisco da quasi 3 anni, le frecce che mi lanciano addosso e che mi colpiscono mi fanno solo diventare più forte -Ma non fanno lo stesso effetto alle tue gambe, perciò non fermarti!- la mia vocina interna ha ragione, non sono ancora arrivato in quel giardino, ora probabilmente in fiore, che è una sorta di mio paradiso, un Eden terreno, appunto. L'unica cosa che riesco a distinguere, mano a mano che i secondi passano, sono le mie scarpe scure che si muovono una davanti all'altra, esperte nei movimenti, dopo tutte le volte in cui hanno dovuto fare degli “esercizi extra” a causa di quei ragazzi più grandi di me; solo al pensiero di quei ceffi rabbrividisco: adolescenti patetici, così penso io, che passano tutto il tempo a parlare di ragazze, sesso, alcool e fumo, gli argomenti da loro prediletti e che regalano loro un lasciapassare per il “Club Dei Ricchi Figli Di Papà”, cioè coloro che diventano dei teppisti soltanto per sfuggire alla vita monotona in cui si ritrovano. -Magari li avessi io dei genitori ricchi, felici e con tante proprietà- ridacchio tra me e me dopo aver pronunciato questa frase......Ci vorrebbe proprio un eroe che venisse a salvarmi, ma col tempo ho imparato che, se vuoi emergere dalle profondità in cui ti gettano, devi farlo con le tue stesse mani, scavando e sotterrando tutti quelli che vogliono ostacolarti. Il mondo è fatto così, e se ne devo fare parte anche o, preferisco non soccombere più, anche a costo di farlo a scapito degli altri.

Crudele? Forse.

Levi's Pov

Sento degli schiamazzi ma non ci do tanto peso, saranno i soliti mocciosi che si picchiano o si prendono in giro. Mi appoggio a quella che sembra una ringhiera, con le mani in tasca rimugino su ciò che è accaduto oggi mentre mi guardo intorno, perdendomi tra i rami degli alberi che mi contornano in questo parco da pochi frequentato, qualche anziano in cerca degli ultimi giorni di pace prima di raggiungere il cielo che erano soliti osservare durante le giornate di sole come questa. Il mio pensiero vaga fino agli avvenimenti di qualche ora fa, quando, all'università, sono uscito prepotentemente dall'aula, dopo aver risposto in “malo modo” ad un professore.

(Flash back)

-Tsk- inizio ad impilare i miei quaderni e a sistemare la mia borsa -Questo corso di letteratura tedesca è noioso- -Come, prego?- l'insegnante rivolge la sua attenzione alle ultime file di banchi -Noioso- ripeto con tutta calma, l'uomo sembra restare interdetto -Ma se ieri ha fatto un'esame spettacolare, guadagnandosi un 30 e lode!- -Non mi ha sentito, vecchio?! Il suo corso è noioso!- sto perdendo la pazienza, voglio uscire da questo posto -Lasci il campus, mi faccia un favore- scendo lentamente le scale fino ad arrivare davanti alla sua cattedra e al grande schermo su cui viene proiettato un filmato sulla vita di Goethe. Raggiungo il docente e vicepreside, lo afferro per la cravatta orrenda e gialla che sta indossando, lo sbatto contro il tavolo di legno scuro rovesciando il bicchiere d'acqua poggiato su di esso, il cui liquido finisce a terra, bagnando i fogli che nel mentre sono caduti -Denken Sie daran, Herr Meyer, dass mein Onkel der Direktor dieser Universität ist*- -J-Ja- senza battere ciglio o proferire parola esco dalla classe sbattendo la porta, giusto per dare un po' di teatralità in più alla scena.

*Fine flash back*

-Tch, che idiota- mi passo due dita tra i capelli, in modo da spostare i ciuffi che mi ricadono costantemente sul viso.

Avverto dei passi, marcati e forti che sbattono senza grazia sul terreno, alzo il capo svogliato rimettendo la mano dentro la tasca dei pantaloni, lisci alla perfezione -Chi è? Che palle, volevo starmene da solo- -Oh, non ti preoccupare, se vuoi me ne vado.....- il ragazzo che ha appena parlato non mi ha nemmeno visto, tiene ancora gli occhi fissi a terra corricchiando in lontananza nella mia direzione; la sua mano destra si appoggia distrattamente sulla ringhiera opposta a quella a cui sono appoggiato: per un secondo i nostri sguardi si incrociano, senza staccarsi più.

Eren's Pov

-Oh, merda- perché d'improvviso mi sono fermato? Perché sono rimasto impalato di fronte a questo ragazzo? Perché ho sussurrato questa imprecazione? Non sentendo, fortunatamente, nessuna risposta dal giovane davanti a me, che inclina semplicemente di poco la testa, mantenendo la sua espressione “apatica”, decido di rimanere fermo, quasi incollato ai petali color pastello caduti dagli alberi, con una gamba ed un braccio un poco sollevati.

Per quanto ancora ha intenzione di fissarmi? Non che mi dispiaccia.....

A questo pensiero “libertino” arrossisco lievemente, vergognandomi subito dopo per esso; la sua faccia non muta in nessun modo, fatta eccezione per i suoi occhi: le sue iridi profonde sembrano prima brillare e poi scavare in me un solco tanto infossato quanto la parte del suo corpo che ho appena descritto; nemmeno mi accorgo dei suoi movimenti, sono troppo preso da questo sconosciuto in questo momento: mi cinge i fianchi, mi avvicina a lui fino a che non sento il suo profumo invadermi le narici.....Sarà colonia? Probabilmente.

Balbettando decido di dire una cosa molto inadatta e stupida per quella situazione -Io mi chiamo E-Eren- -Bene, Eren, cosa vuoi fare ora?- arrossisco ancora di più portando le mie braccia dietro la sua schiena ed abbassandomi un po', per non fargli notare tanto la sua bassezza -Non lo so- le parole si sciolgono sulla mia lingua, senza freno -Avrei un'idea- sfiora improvvisamente le mie labbra, in fretta le inumidisco, chiudo gli occhi interrompendo il contatto visivo con i suoi. Mi sporgo un poco di più per annullare la distanza che c'è tra di noi, ma sento solo l'aria venirmi incontro e per poco non perdo l'equilibrio -Ehi, tutto bene?- le mie pupille si dilatano di poco, alzo il capo ritrovandomi dinanzi allo stesso ragazzo che pochi secondi fa mi stava per baciare -Ma tu mi stavi per- -Sei uno sbadato, moccioso, stavi per sbattere il muso a terra- sono perplesso e confuso, non capisco -Tu sai come mi chiamo io?- apro la bocca per dire altro, ma il pensiero delle sue labbra sulle mie mi imbarazza, così la richiudo -No, perché dovrei?- sospiro affranto, cosa mi sta succedendo? Ero così intento a scappare da quei bulli che ho perso perfino la cognizione di me stesso.

Rivolgo lo sguardo altrove, vergognandomi della figuraccia appena fatta -Ci vediamo Eren- improvvisamente mi volto, sono sicuro di aver sentito la voce del ragazzo dai capelli corvini chiamarmi per nome, eppure ha affermato poco fa di non conoscerlo -Cos- prendo fiato -Dov'è?!- sbuffo arrendendomi, sono uscito di testa, definitivamente.......

Levi's Pov

Moccioso, sì, sei proprio un moccioso.....

Un sorriso appena accennato si fa strada lungo le mie labbra.

Credo che domani ritornerò qui.

*Ricorda/Si ricordi, signor Meyer, che mio zio è il direttore di questa università.

*Angolo autrice*
Yee lo so, sono incoerente: avrei dovuto postare il capitolo della Hiromido invece di una nuova storia ma EHI amatami😂😄
So che vi starete chiedendo il perché della frase in tedesco ma EHI (pt 2), faccio un corso su questa lingua e quindi mi andava😂
 

[Ereri One-Shot] E poi ti vidiWhere stories live. Discover now