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"Sapevi che il 50% del nostro dna è in comune con quello delle banane."

Dissi di punto in bianco al ragazzo che camminava al mio fianco. Sentii i suoi passi arrestarsi e quando mi voltai verso di lui, questo mi guardava con un volto sconvolto. Lasciai sfuggirmi una risatina dovuta alla sua espressione: sopracciglia inarcate, occhi e bocca spalancati per lo stupore. Le labbra erano leggermente ricurve in un sorriso, il che dava al suo volto una nota adorabile.

"Mi stai di nuovo prendendo in giro vero?"

Sbuffò scrollandosi via la sua espressione stupefatta e sostituendola con un finto broncio.

"Signorina, non si dicono le bugie"

Mi canzonò il castano.

"Yah! Io non mento, è stato scientificamente provato!"

Il ragazzo fece due passi avanti per raggiungermi e diminuì la distanza tra i nostri corpi. Si piegò di poco in avanti, quel che bastava a portare i nostri occhi alla stessa altezza. Ci fissammo per qualche secondo, o meglio, lui mi fissava; io non volevo distogliere lo sguardo per prima e dargli la soddisfazione di aver vinto, quindi lo fissavo di rimando.
Sotto al cielo notturno e la luce giallastra dei lampioni i suoi occhi castani apparivano più scuri di quel che erano realmente. Non aveva più il viso addolcito dal suo sorriso e quella sua tipica aria spensierata, quasi da bambino. Il suo sguardo sembrava più serio rispetto al solito, era diverso... ammiccante.

"Mmh... okay."

Disse allontanandosi dal mio viso.
Forse me lo sarò immaginata, ma mi era sembrato di aver visto i suoi occhi scivolare sulle mie labbra prima di distogliere lo sguardo da me. Scossi la testa pensando alla sciocchezza che mi era appena passata per la mente.
Fra Jungwoo e me c'era sempre stato un forte legame platonico. Mi sentivo a mio agio attorno a lui e non c'era nulla che non sapevamo l'uno dell'altro. Passavamo gran parte del nostro tempo insieme. Non avevamo bisogno di organizzarci per vederci, in qualche modo finivamo sempre per passare le giornate assieme.

"Si sta facendo tardi, meglio se ti riaccompagno a casa"

Asserì lui.

"No"

Sussurrai, ma con un tono abbastanza alto da farmi sentire.
Lo presi per mano e lo trascinai verso il parco del quartiere.
Era deserto. Non che mi aspettassi di vedere qualcuno giocare alle undici di sera al parco. L'assenza di ragazzini ad occupare tutte le giostrine mi fece sorridere. Ogni volta che andavo al parco era sempre stracolmo di bambini che correvano da una giostra all'altra, impedendomi di rilassarmi su un'altalena senza essere interrotta da una madre dispiaciuta intenta a chiedermi se potessi lasciare l'altalena al proprio figlio.
Corsi verso una di quelle panchine girevoli che si muovono per mezzo di un manubrio circolare centrale (*). Stavo ancora stringendo la mano del mio amico e senza rendermene conto me l'ero portato dietro su quella giostra.
Afferrai il manubrio ed iniziai a girare. La giostrina si mosse lentamente per poi accelerare man mano che io mettevo più energia.

"Su dammi una mano"

Intimai al ragazzo davanti a me che si stava godendo il momento mentre io faticavo.
Scosse la testa con fare innocente e continuò a guardarmi girare la ruota con tutte le forze che avevo.

"Jungwoo ti faccio scendere da questa cosa a calci in culo se non mi dai una mano!"

Lo ripresi continuando a girare.

"Hey hey, non c'è bisogno di diventare violenti... ecco"

Rispose portando le mani sul manubrio.
La giostra prese velocità, forse anche troppa. Ridemmo godendoci il vento che ci scompigliava i capelli ed aspettammo che la panchina girevole si fermasse, prima di scendere.
Quando rimisi piede a terra ero ancora stordita ed inciampai sui miei piedi, ma fortunatamente il mio equilibrio era ancora abbastanza stabile da non farmi cadere a terra. Al contrario di me Jungwoo non era del tutto sceso dalla giostra che si trovava già steso sul suolo. Scoppiai a ridere per la sua goffaggine.

Kissable || NCT, Jungwoo Where stories live. Discover now