You're holy to me.

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E' in macchina ed è dannatamente in ritardo, come al solito, perché sono già le sette e cazzo, Harry quella volta l'avrebbe ammazzato veramente.

Avevano questa tradizione da quando avevano iniziato a vivere insieme; la cena era il momento in cui dovevano trovarsi e farlo insieme, come una famiglia. Per raccontarsi la giornata, per stare insieme e Louis sta facendo tardi. Ma non è colpa sua, assolutamente no, è solo che si è dovuto fermare a lavoro un attimo di più e ora si trova nell'inferno; il traffico di Londra proprio durante l'ora di punta.

Per fortuna, però, casa non è troppo lontana da dove si trova ora, anzi è a cinque minuti, ma sa che sarebbero stati i cinque minuti più lunghi della sua vita.
Proprio mentre sta imprecando in tutte le lingue che conosce, picchettando sullo sterzo, sperando che si muovano, pensando "ma questi non c'hanno fretta di tornare a casa loro?", qualcos altro attira la sua attenzione.



La radio è sulla solita stazione, la BBC Radio 1, "Lou, lì ci lavora Nick, mi fa piacere sentirlo e mi piace la musica che mettono" e Louis che diavolo doveva fare? Roteava gli occhi e metteva su quella stazione, senza troppe storie, tanto ormai erano inutili. Anche perché se cambiava, Harry se ne sarebbe reso conto, perché Louis si dimenticava di risintonizzarla e allora il suo ragazzo iniziava a prenderlo in giro; "Non ci credo che non riesci nemmeno ad ascoltare la radio per lui", "Lou, ma dai, sei ancora geloso?" e quindi doveva e basta, anche solo per non sentirlo. Perché Harry sembra tanto un santo, ma è anche peggio di lui, ma ovviamente questo non lo sa quasi nessuno, perché il suo ragazzo si diverte a passare dalla parte di quello innocente, carino e super dolce e super timido; "quando mai", pensa Louis, che ricorda in quanto poco tempo abbia legato con i suoi amici di una vita, iniziando subito a prenderlo in giro.

In quel momento, però, la canzone che stava passando non l'aveva mai sentita.
If you were church, I'd get on my knees
Confess my love, I'd know where to be
My sanctuary, you're holy to me
If you were church, I'd get on my knees
I'd get on my knees, I'd get on my knees

L'unica cosa a cui sta pensando in quel momento, subito dopo aver sentito quelle parole è Harry, in ginocchio tra le sue gambe, col suo membro tra le labbra, che si concentra sulla punta, muovendo la lingua su di essa, mentre geme perché "Lou, io amo prenderlo in bocca, amo il tuo sapore".



E cazzo, si deve fermare in quell'esatto momento, perché non può continuare con quei pensieri, assolutamente no. Non quando è ancora in macchina, fermo allo stesso punto di due minuti fa e ancora deve arrivare a casa, porca puttana.
Ma ovviamente è di Louis che stiamo parlando e lui è un masochista di prima categoria, quindi ha cercato di chi fosse quella canzone e, ora, mentre aspetta che quelle macchine del cazzo si muovano, sta ascoltando tutto l'album dei Fall Out Boy, quello appena uscito 'M A N I A'.
E la situazione non sta migliorando, manco per niente, anzi va peggiorando di minuto in minuto, perché immagina quelle canzoni come sottofondo mentre lui ed Harry fanno l'amore. E non è quell'amore pieno di dolcezza, tenerezza, no. E' pieno di passione e voglia di appartenersi, voglia di sentire la pelle calda dell'altro sulla propria, è voglia di sentire i gemiti Harry che riecheggiano nella loro stanza.
Quei gemiti che fanno impazzire Louis, che gli fanno venire voglia di continuare ad immaginare la scena che ha in mente e che quasi quasi gli fa venire voglia di portarsi la mano tra le gambe, giusto per darsi un attimo di sollievo. Ma no, è in macchina, durante l'ora di punta e deve tornare a casa per far diventare realtà quella fantasia che sta riempiendo ogni angolo della sua mente.




Mentre continua ad immaginare Harry sotto di lui, che si contorce per il piacere e lo prega per dargli di più, sente il telefono suonare e il nome di Harry lampeggiare su di esso.
Non ha nemmeno il tempo di rispondere che: -Louis, sono le sette e un quarto, dove sei finito?- gli dice, con quella sua voce così profonda che in questo momento gli fa emettere un sospiro, per poi fargli mordere il labbro inferiore, per trattenersi.
-Sto arrivando-, gli risponde lascivo, senza aggiungere altro e quasi può sentire Harry dall'altra parte del telefono che alza gli occhi al cielo.
-Muoviti, la cena è già pronta Lou-.
Non è la prima volta che lo chiama Lou, è ovvio, ormai sono anni che stanno insieme, ma in quel momento non lo fa sorridere di tenerezza. Gli fa mordere il labbro ancora più forte, prima di chiudere la telefonata, perché lo immagina mentre lo dice con un tono supplicante o mentre lo urla durante un orgasmo e okay, basta.
Louis deve tornare a casa, adesso.
Per questo, appena riesce a districarsi da quel traffico mortale, prende la solita scorciatoia che lo porta alla via parallela a casa sua. Per cui non ci mette nemmeno due secondi per trovare un posto vicino casa e parcheggiare quella auto, prendendo poi il telefono e il portafoglio, scendendo da quell'ammasso di ferri che in questo momento non sopporta. E' solo un ostacolo in più che lo divide dal corpo del suo fidanzato.

You're holy to me.Where stories live. Discover now