A testa alta

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Guardava le forme che assumeva l'acqua del lago per via del vento, le sfumature che la tenue luce del Sole le conferiva.
Vide delle gocce cadere, creando piccole onde.
Alzò istintivamente lo sguardo verso il cielo, pensando stesse piovendo, ma non vide nessuna nuvola.
Allora si portò una mano sulle gote, notando solo in quel momento che stava piangendo.
Il suo corpo era scosso da fremiti, ma dalla sua bocca non usciva alcun lamento.

Perché nessuno riusciva ad accettarlo?
Non era sbagliato, perché non lo capivano?
Prima quelli che pensava fossero amici, ora anche suo padre.
Tutti avevano iniziato a trattarlo diversamente da quando avevano scoperto della sua omosessualità.

La prima persona a cui lo aveva rivelato era stata Mikasa, la sua migliore amica.
Era stata l'unica a non averlo abbandonato, che non aveva iniziato a trattarlo in modo diverso. Per lei non era cambiato niente.
Eren rimaneva Eren, indipendentemente dal fatto che gli piacessero o meno i ragazzi.

Il problema si verificò quando anche quelli che ancora definiva "amici" lo vennero a sapere.
Quando dovevano cambiarsi negli spogliatoi, tutti lo evitavano. Li faceva sentire a disagio la presenza di Eren, si sentivano osservati.
Per non aver a che fare con loro, Eren aveva iniziato a cambiarsi nel bagno, da solo.
Evitavano di fare alcune battute in sua presenza, e spesso la conversazione si bloccava al suo arrivo.
Alcuni lo squadravano, altri lo riempivano di domande inopportune. Molti cercavano di capire se fosse interessato a qualcuno di loro.
Un gruppo di ragazzi, invece, lo prese di mira. Lo credevano debole, una "femminuccia".

Eren li ignorava, si isolava.
Voleva stare lontano da tutti loro.
Nei corridoi li affrontava a testa alta, perché lui non era debole, lui non piangeva. Lui combatteva, con tutte le sue forze.

Quando Armin, il suo migliore amico, si dimostrò essere come quei ragazzi che lo umiliavano, prese le distanze da lui.
Solo Mikasa gli restava accanto, e grazie a lei riusciva ad andare avanti.

Poi incontrò Levi.
Un suo sorriso riusciva a illuminare la sua giornata, anche quella più buia.
Avevano iniziato a frequentarsi, e grazie a lui aveva riacquistato la serenità.

Spesso lo invitava a casa sua.
Suo padre rientrava da lavoro solo a tarda notte, e sua madre non era quasi mai a casa per lo stesso motivo.
Avevano tutto il pomeriggio e l'intera serata a disposizione per trascorrere del tempo insieme.

Quel giorno, però, suo padre Grisha era tornato prima.
I due erano nel letto di Eren. Questi sovrastava l'altro, le loro mani unite, come i loro respiri.
Si stavano baciando, mentre Eren si spingeva nel corpo di Levi.

Dopo un primo momento di sconcerto, Grisha divenne furioso. Quasi allontanò il figlio dall'altro con la forza.
Anche se non voleva, Eren convinse Levi ad andarsene, per poter parlare col padre.
Dopo le solite frasi come "sei solo confuso", "è una fase", "i ragazzi della tua età non sanno quel che vogliono", Grisha arrivò a ordinargli di smettere di vedere Levi.
Le lacrime pungevano come spilli agli angoli dei suoi occhi, minacciando di uscire. Le trattenne.
Non voleva piangere. Non davanti a lui, almeno.

E ora eccolo lì, sulla sponda di quel lago.
Era rimasto nuovamente deluso.
I suoi compagni, Armin, suo padre.
Il pianto a lungo trattenuto finalmente uscì, facendogli liberare l'anima di un grande peso.
Quando sentì di essersi calmato, pensò a Mikasa e Levi.
Loro lo capivano, lo accettavano.
Loro lo amavano, e la loro presenza nella sua vita valeva più di ogni altra cosa.
Non aveva bisogno dell'appoggio di quelle persone fintanto che aveva il loro.

Si alzò, asciugandosi gli occhi ancora bagnati con la manica della maglia.
Avrebbe continuato a vivere a testa alta, come aveva sempre fatto.
Nonostante tutto.

Avvertì qualcuno abbracciarlo da dietro.
Levi.
Non se n'era andato, era rimasto lì.
Non lo aveva abbandonato, e non lo avrebbe mai fatto.

Prese il suo viso tra le mani e lo baciò.

Continuarono a scambiarsi dolci baci, mentre qualche foglia cadeva sulla superficie del lago, le cui acque era quasi dorate per via del tramonto.

Un grazie a BadTimeToBeALlama, che oggi è riuscita a fare la beta-reader.

A testa alta [EreRi]Where stories live. Discover now