- Ashes -

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«Cos'hai fatto?»
La voce è lontana, ovattata, come se provenisse da un sogno. Sento dolore in tutto il corpo, pesante come un macigno mi tiene incollato a terra. Mi fa male la testa, devo essere svenuto dopo lo scontro con Thanos. Mi chiedo cosa sia successo nel frattempo, dove siano tutti.
Andiamo Steve, alzati, la battaglia non è ancora finita. Forza, in piedi.
Sollevo lentamente le palpebre e, dando ascolto alla mia coscienza, stringendo i denti, provo a rimettermi in piedi, mentre il sole del Wakanda batte sulla mia pelle imperlata da gocce di sudore, macchiata di sangue. Mi guardo intorno, i gridi di battaglia sono lontani, nella foresta regna un silenzio inquietante, tombale eppure assordante. Non mi piace.
«Cos'hai fatto?!»
Ora riconosco quella voce. Thor.
Inizio a camminare, cercando di ignorare la morsa che mi attanaglia lo stomaco. Pochi passi e appoggio una mano sul fianco, colpito da una fitta di dolore. Quando raggiungo il mio amico è solo e la sua ascia è a terra, così come inchiodati al suolo sono i suoi occhi. Il volto del Dio del Tuono è un ritratto di paura, confusione, senso di colpa e, non appena i nostri sguardi si incrociano, le sue emozioni diventano anche le mie.
«Dov'è finito?» chiedo, la voce spezzata.
Mi guardo intorno alla ricerca di qualsiasi forma di vita, alla ricerca di Thanos, mentre una consapevolezza si fa strada, strisciando come un serpente velenoso, tra i meadri della mia mente.
E' davvero finita come penso?
«Thor.» ripeto, cercando di camuffare la tensione con voce più salda rispetto a pochi istanti fa. «Dov'è finito?»
Di nuovo, non ricevo alcuna risposta, ma non ce n'è bisogno, non più ormai. Il suo silenzio, il silenzio che ha inghiottito il Wakanda, dice già tutto.
«Steve?»
Bucky? Mi volto verso il mio migliore amico e tutto succede in un attimo, troppo velocemente anche solo per assimilarlo, comprenderlo, accettarlo. Bucky svanisce, come sabbia nel vento, i suoi occhi rimangono inchiodati ai miei fino alla fine, fino a che di lui non rimane nien'altro che polvere. Improvvisamente, il mio cervello si spegne, il corpo si irrigidisce e il cuore manca un battito dandomi la sensazione di fermarsi. Sento nient'altro che il fruscio del vento e, senza neanche rendermene conto, raggiungo il punto il cui giace il fucile del mio migliore amico. Con un groppo in gola, la confusione in testa e la paura in ogni fibra del corpo, guardo prima Thor, sconvolto quanto me, alla disperata ricerca di una spiegazione, poi appoggio la mano su quello che è rimasto di Bucky. Cenere. Ancora una volta l'ho visto morire davanti ai miei occhi e non ho potuto fare niente per salvarlo o...per prendere il suo posto. Cosa significa tutto questo?
Mi alzo e, stringendo le mani a pugno, mi faccio coraggio, perché devo trovare gli altri, capire cosa diavolo sta succedendo. Capire se è troppo tardi.
«Sam, dove sei?»
La voce lontana di Rhodey mi colpisce allo stomaco come un pugno, spezzandomi il respiro. E se, qualsiasi cosa stia accadendo, non avesse colpito solo Bucky? Ignorando il battico cardiaco impazzito, mi ricordo di Wanda e Visione. Non si trovavano molto lontani da me quando Thanos mi ha mandato al tappeto. Percorro qualche metro nella foresta, quando il mio sguardo si posa sull'ultima cosa che avrei voluto vedere. Il corpo di Visione a terra, immobile. Mi avvicino lentamente, come se un qualsiasi passo falso potesse scatenare una catastrofe più grande di quella che stiamo affrontando. Piegando le ginocchia tremanti, mi abbasso e con tutta la delicatezza possibile lo volto verso di me. I suoi occhi sono bianchi, spenti, privi di vita. Un grande buco nero, dal quale fuoriescono diversi fili elettrici, si trova esattamente nel punto in cui era incastonata la gemma della mente.
Thanos l'ha presa. Ha vinto. Non abbiamo protetto la gemma, non ho salvato Visione. È davvero finita.
Mi lascio cadere a terra, pervaso dall'orrenda consapevolezza che abbiamo perso e che milioni, miliardi di vite, sono state interrotte. Metà universo ha cessato di esistere, come se non fosse mai esistito, scomparso come un castello di sabbia che, piano piano, si scioglie sotto le onde.
«Che cos'è? Cosa sta succendo?» domanda Rhodey, il terrore nella voce.
Punto lo sguardo nel vuoto, lo stesso che sento all'altezza del petto. Per la prima volta dopo tanto tempo, ho paura.
«Oddio...»







Lo so, è davvero cortissima questa one shot, ma ho deciso comunque di pubblicarla. Da qualche giorno sentivo il bisogno di scriverla, partendo proprio dal punto esatto in cui l'ho iniziata, e non prima. Volevo descrivere la fine, dare voce ai pensieri di Steve e spero di essere riuscita nell'intento...grazie a chiunque la leggerà, ora torno a piangere in un angolo perché questo film non si supera neanche tra cinquant'anni 💔

ASHES ~ STEVE ROGERSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora