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Michael aveva sempre odiato i mezzi pubblici.

Aveva un autista, perché mai avrebbe dovuto prendere una di quelle sudice scatole di latta piene di persone sudate e appiccicaticce?
Poteva benissimo andare con l'autista o addirittura chiedere un passaggio a qualcuno.

A quanto pare però il karma non era d'accordo con questo suo pensiero.

La macchina si era rotta e come se non bastasse James si era ammalato e tutta la famiglia si era ritrovata improvvisamente senza autista per un periodo decisamente troppo lungo.

Non c'erano alternative: se voleva arrivare alla scuola di canto, doveva prendere quel maledetto treno.

Corse verso la stazione imprecando mentalmente, ovviamente era in ritardo e la prima cosa che vide fu il mezzo passare senza neanche fermarsi.

Poteva andare peggio quella giornata?

Si sedette sulla panca sospirando e spostò una ciocca rossa che gli cadeva sugli occhi, sarebbe arrivato in ritardo.

Ancora.

Borbottò un ‘finalmente' quando vide arrivare la scatola di latta tanto odiata e salì velocemente, sedendosi in fretta per non rischiare di cadere.

Nessuno capì cosa successe in quei venticinque minuti di viaggio, nemmeno sua madre Karen e addirittura il suo migliore amico Calum si spiegarono perché da quella volta Michael rifiutò ogni tipo di passaggio e continuò ad andare al teatro in treno.

Spazio autrice
Hey! Questa storia originariamente non nasce come Muke, ma con protagonisti due personaggi di un anime.
Sarà una storia davvero breve e composta da capitoli molto corti, perciò aggiornerò due capitoli al giorno tutti i giorni.
4-5 giorni e sarà finita insomma.
Spero vi piaccia!

Arey

The boy on the train ||Muke Version||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora