la mia disperazione

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Come si dice: quando perdi una persona cara non sa più cosa fare oppure, pensare. L'unica cosa a cui pensi è: "se non fosse successo"? "Perché non a me".

La mia storia inizia molto tempo fa. Eduard, alto circa 1,85 centimetri, fisico sportivo, viso scuro quasi come la forma di una palla da bowling, occhi verdi come una pianta appena cresciuta in piena primavera, capelli ricci talmente ricci da assomigliare un cespuglio.

I miei occhi o i miei pensieri sono stati ma è stato il mio comportamento da bravo ragazzo, talmente bravo che nessuno ha mai pensato ad un cambiamento.

25 novembre 2018 ore 14:20

Classica giornata piovosa di novembre, mio ​​fratello sta rientrando dal lavoro in macchina tutti gli altri giorni pochi chilometri per arrivare a casa e farsi tamponare da altra macchina che sopraggiungerà dietro di lui e così perde il controllo.

Va fuori strada è con molta difficoltà cerca di ritornare sulla strada ma non ce la fa.

Non riuscii un salutare mio fratello. Morì in quell'incidente, morì per colpa di quel tamponamento che lo butto giù dal ponte.

3 ore dopo l'incidente i sommozzatori con i soccorsi ma era troppo tardi: mio fratello nell'impatto con il mare alle ore 14:30 del giorno 25 novembre morì.

La notizia della morte di mio fratello eò qualche ora dopo in onda in televisione. Alla fine delle lezioni pomeridiane verso le 4, il mio prof di italiano chiese un minuto di silenzio per la morte di mio fratello.

In quel istante quando sentii il pensiero della morte di mio fratello iniziai un piangere: sgorgavano lacrime come una fontana con un inizio ma senza una fine.

I miei compagni cercavano di calmarmi ma niente: iniziai ad allontanare tutti con forza, la forza con cui iniziai a ribaltare tutti i banchi delle classi.

Dopo una giornata iniziai a correre, correre, correre più veloce che potevo, ma mentre correre viene preso dai pensieri e dalle delusioni e cosi svini.

Mi risvegliai in ospedale grazie ad anziana signora che si farà pronto soccorso vedendomi a terra, dovetti rimanere in ospedale per alcuni giorni perché dovevo calmarmi e stare più a riposo.

I miei momenti e il tempo scorre con una velocità impressionante, ma l'unica cosa che non passa è la colpa che mi sento dopo la morte di mio fratello e la morte dei miei cari genitori Samantha Gray e Luis Hunter.

Il tempo passa, l'orologio gira il tempo Cabia da bello a brutto, le auto che passano e la gente che sorride e poi piange, vedendo queste cose penso che il mondo sia diviso da due parti: la prima da persone che fingono di essere forte solo per proteggere il proprio cuore, troppo sensibile da altra parte dall'altra parte invece ci sono persone che sono state in pace e in solitudine per andare avanti nonostante tutto, io non sono né l'uno né l'altro ero in mezzo come se avessi già passato questo dolore, infatti era  cosi.







 Capitolo 2

5 dicembre 2018

Scrissi una lettera con su delle proli un po' strane: << "e cosi continuammo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato" >> citato dal film IL GRANDE GATSBY.

Ore 11:00

Inizia la cerimonia di mio fratello in chiesa, mi sedei vicino ai miei zii, cugini e altri famigliari che per me non valevano niente.

Quando una stella muoreWhere stories live. Discover now