Cena con il "fantasma"

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Era una tranquilla sera di novembre del primo anno di liceo e io e le mie migliori amiche stavamo origliando da dietro una porta la conversazione di una nostra compagna (che chiameremo Giovanna) e il suo ragazzo, Lillo.
Non ricordo bene perché quest'ultimo avesse tanta urgenza di parlare con lei ma fatto sta che aveva interrotto l'inizio di una serata "solo ragazze" all'insegna di Kebab e tanto ma tanto succulento gossip.

Tutto era stato tranquillo fino al momento in cui Lillo era salito in casa per parlare con la amica e i due si erano chiusi in una stanza per confabulare tra loro.
Finalmente 47 minuti dopo essere state sedute per terra in corridoio, io e le mie amiche (Lola e Barbara) avevamo potuto fare ritorno nella la stanza dove si era consumata "l'affiatata questione", proprio quando quella benedetta anima di Lillo era andato via da casa di Lola.

Eravamo in 4 attorno al tavolo, ridevamo e scherzavamo mentre consumavamo una quantità spropositata di cibo schifoso quando il telefono di Lola aveva iniziato a suonare.
Sullo schermo era comparso il nome "Giovanna" e, perplesse, io e le commensali ci eravamo girate verso quest'ultima che però della situazione ne sapeva quanto noi, infatti non aveva il suo telefono in mano.
Visto e considerato che eravamo sole in casa e tutte e quattro rimembravamo perfettamente di aver lasciato il telefono di Giovanna attaccato alla cassa della musica in camera di Lola, quando era arrivata anche la seconda chiamata il terrore si era impossessato di noi.

Giovanna, da sempre nota come la svampita del gruppo dal carattere un po' pazzerello, aveva iniziato ad urlare spaventata mentre Barbara le urlava di rimando di smetterla di fare bordello; le chiamate continuavano ad arrivare e nessuna di noi aveva il coraggio di andare di là a controllare se realmente ci fosse qualche fantasma o presenza demoniaca che stava partecipando alla cena a base di Kebab insieme a noi.

Innumerevoli chiamate dopo Lola decise, noncurante delle nostre urla, di rispondere al telefono. Si trattava di quel poveretto di Lillo che sbadato com'è aveva preso per sbaglio il telefono di Giovanna e se lo era portato via (ancora oggi mi chiedo perché). Le chiamate dunque servivano per comunicare che stava tornando a portare l'oggetto incriminato alla sua legittima proprietaria.

La cara Giovanna in questione, a chiusura di chiamata e di insulti da parte mia e delle altre ragazze aveva esclamato con aria sciroccata:
<<Ah ecco, vedete? Si dove risolvere il mistero, perché mi era sembrata una cosa troppo satanatica!>>.

La storia ci insegna che nei momenti di infervoramento romantico é meglio controllare per bene che tutti i telefoni siano al loro posto, al fine di evitare fenomeni satanatici che sono sicuramente causa di spiacevole agitazione.

Caro diario, mi sarebbe servita una guida Where stories live. Discover now