Giuramento

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Il sapore del sangue, il peso del martello stretto tra i palmi callosi. I muscoli doloranti, l'acre odore della polvere da sparo nell'aria. 

Thorgrim sputò per terra, cercando di ignorare il pulsante dolore provocato dalla frastagliata ferita alla spalla. Dannato ratto, pensò: ci era arrivato vicino con quella dannata lancia, ma non abbastanza per ucciderlo ed evitare che il suo martello gli fracassasse la testa come un frutto troppo maturo. Tutt'attorno a lui, i corpi di nani e skaven giacevano ammucchiati, creando orrendi cumuli di braccia, scudi spezzati e pelo macchiato di sangue. Nonostante la poca vegetazione, qua e là le terribili armi degli uomini ratto avevano incendiato il suolo, e le fiamme verdastre guizzavano come animate di vita propria. "Quanta morte." Sussurrò il nano. Accanto a lui il cadavere di un giovane guerriero del clan pareva fissarlo: una spada skaven lo aveva colpito appena sotto la gorgiera, strappandogli la vita in pochi istanti. Poco più in là giaceva invece il corpo di un Barbalunga, attorniato da un nugulo di ratti grandi come mastini. Entrambi avevano lottato e perso la vita per la Roccaforte, e il Thane venne attraversato da una fitta di tristezza. Quanti nani sarebbero ancora dovuti morire prima di trionfare?

"Mio signore, quali sono i tuoi ordini?" Ungrim apparve dalla corte di fumo, lo stendardo ben stretto tra le mani e il suo unico occhio fisso su di lui. "Guardati attorno, amico mio. Con quale speranza possiamo pretendere di combattere, quando il sangue dei giovani e dei vecchi macchia la stessa pietra?" si lasciò sfuggire Thorgrim. "La morte è sempre stata nostra compagnia, mio Thane." Scrollando le possenti spalle, l'alfiere sputò un grumo di tabacco per terra, in segno di scaramanzia. "Non offendiamo i Progenitori: se il destino deciso è la fine, allora così sia. Solo lo stolto osa mettere in dubbio il loro operato." "Come sempre sei il più saggio, vecchio mio." il vecchio guerriero sorrise stancamente, e l'alfiere, un veterano come lui, annuì. "Il carico delle anime sulle nostre spalle è alto, ma molte di più sono quelle che salveremo. Ora andiamo, mio signore. Non facciamo attendere il destino." 

Thorgrim si sistemò il pesante mantello di piume di corvo, e la vista dello stendardo svettante lo rincuorò. " I guerrieri e i Barbalunga sopravvissuti riformino il muro di scudi all'altezza del secondo cancello. L'artiglieria si sposti al terzo cancello, e prenda di mira tutto quello che appare sul crinale: voglio che ogni singolo sasso si trasformi in una trappola! Quanti Sventratori sono rimasti?" "Ungrim scosse il capo, chiaro segno che i guerrieri pazzi avevano trovati dei degni avversari nell'ultimo scontro. "Hanno saldato il loro giuramento". "Allora fa' in modo di distribuire i Barbalunga sopravvissuti lungo tutta la linea: qualsiasi mostro dovesse raggiungere gli scudi deve trovare pane per i suoi denti. Gli uomini ratto torneranno, ancora più numerosi. Se riusciremo a negare loro la forza del numero, tuttavia, avremo una possibilità." 

"Così sarà fatto, mio Thane."

 Ungrim si allontanò, iniziando ad urlare ordini a destra e a manca, lo stendardo sempre svettante nel gelido vento della montagna. I nani superstiti si affrettarono a radunarsi, sfilando davanti al loro signore. Thorgrim vide sangue, armi rovinate, scudi solcati da graffi profondi e elmi incrinati. C'era morte, stanchezza e dolore, eppure il nano non percepì paura.

Tutti quei guerrieri erano pronti a sacrificarsi, pensò, e lui non aveva alcun diritto di togliere loro quel desiderio. Marciò in mezzo alla sua stirpe, condividendo con loro l'erto sentiero che conduceva alla Roccaforte, senza curarsi del peso dell'armatura. Ovunque regnava la morte, il fuoco e la polvere, ma tutto questo non fece altro che aumentare la loro determinazione. Con la coordinazione nata dopo anni di duro addestramento, i guerrieri della Roccaforte formarono un muro di scudi, chiudendosi a semicerchio attorno ai cancelli del secondo livello. Il primo aveva ceduto dopo tre giorni di aspri scontri: questo, invece, sarebbe diventato la tomba di tutti i loro nemici. 

Thorgrim rifiutò ogni cura alla spalla, chiedendo solamente un boccale di birra fresca. Si pose in mezzo, proprio dove il sentiero era più largo e dove la mischia sarebbe stata più furibonda. Dietro di lui, come un'ombra protettiva, si fermò anche Ungrim. Il giuramento che condividevano andava oltre ai legami di sangue: i due si erano salvati la vita reciprocamente più volte, e ciascuno di loro portava cicatrici di colpi destinati all'altro.

Il borbottio dei guerrieri e il suono dei boccali passati di bocca in bocca si spensero immediatamente non appena un cupo suono di corno rieccheggiò nella vallata. 

I Rangers avevano avvistato il nemico. 

Il Thane sputò per terra e si girò verso il suo esercito, ferito e stanco, ma non ancora sconfitto. Alzò il martello al cielo, verso il sole pallido, e tutti i nani lo fissarono come se fosse un Progenitore in persona. "Che vengano!" tuonò. Sentì una scarica di adrenalina pervadergli tutto il corpo, e il dolore alla spalla scivolò via. "Che vengano a decine, a centinaia, a migliaia! Noi saremo pronti ad accoglierli con asce e martelli!" 

Thorgrim si strappò dal mantello una piccola pietra runica e la tenne sollevata, in modo che tutti potessero chiaramente vederla. "Su questa runa, io giuro! Che l'onore della mia famiglia possa scivolare nel baratro più oscuro se farò passare un solo nemico! Non un passo indietro! Restiamo uniti, per la Roccaforte, per la nostre stirpe! Per Grungi, per Grimnir e per Valaya!" 

Pose la pietra tra i piedi corazzati e venne ricompensato da mille gole urlanti. I nani iniziarono a battere le armi sugli scudi, creando un rumore tale da far tremare le montagne. 

I difensori della Roccaforte erano pronti a combattere.

Quando il primo skaven apparve oltre il crinale, si scatenò l'inferno. 

GROMRIL E WARPIETRAМесто, где живут истории. Откройте их для себя