Capitolo 1 - Solo tra i tanti

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Silenzio. Oscurità. Un ricordo.

– Signor Farland...

– Che cosa c'è?

– Perché devo restare sempre chiuso in questa villa? Perché non posso mai uscire?

Silenzio. Troppo silenzio.

– Kyle... non c'è nulla che tu non possa avere anche se rimani qui. Pazienta ancora, almeno fino a che non sarai maggiorenne. Ora non posso accontentarti.

– Perché?

Silenzio. Sempre silenzio.

– Un giorno, un giorno te lo spiegherò. Un giorno saprai ogni cosa.

Silenzio. Oscurità. Un sogno.




I lampioni della città brillarono ancora per qualche secondo e poi si spensero, spaventati dall'arrivo della prima luce del mattino. Le strade che fino a poco prima erano completamente deserte, cominciarono ad essere solcate dai primi passanti della giornata, e le vetrine dei negozi videro le prime facce stanche che si specchiavano per aggiustarsi i capelli o i vestiti, o semplicemente per accertarsi di avere un'aria apparentemente sveglia.

Il profumo del pane appena sfornato invase l'aria, e andò a mescolarsi con quello dello smog proveniente da qualche auto che passava di tanto in tanto, creando un odore aspro.

I raggi del sole di marzo illuminarono le case più semplici e i palazzi più strani, ricchi di arzigogoli e di improbabili figure dalla misteriosa natura, donando a ciascuno di essi i soliti colori frizzanti.

Dapprima lentamente, poi sempre più velocemente, la vita iniziò a scorrere di nuovo. Le saracinesche delle botteghe si sollevarono, i primi bambini iniziarono a trotterellare di qua e di là, accompagnati con lo sguardo dai genitori, le piazze iniziarono a brulicare di persone e ovunque si diffuse un gran chiacchiericcio. Barcellona si rivelò così al nuovo giorno in tutto il suo splendore.

Tra quella che ormai era una caotica massa di persone, c'era qualcuno che andava nella direzione opposta.

Qualcuno a cui non interessava la bellezza di quel luogo.

Qualcuno che fissava con fastidio la luce del sole, arrivata troppo presto per dare inizio ad un altro giorno.

Con passo lento e stanco il giovane dai capelli biondi si trascinò verso una casa giallastra perfettamente incastonata tra le altre a Carrer del Bruc.

Oltre gli occhiali da sole vedeva un mondo nero, sfocato, privo di ogni vivacità. Quelle lenti scure avevano risucchiato ogni cosa, i colori, le emozioni, i pensieri. Tutto si era tramutato in un'apatica e monotona visuale.

Quando finalmente aprì la porta sul retro sbadigliò scuotendo il capo, per cercare di non addormentarsi sull'uscio. Era molto tentato di coricarsi sulle scale e dormire lì, ma se i clienti del ristornate l'avessero visto avrebbe rischiato di litigare con la padrona, perciò tenne duro e arrivò al piano superiore, sbattendo la porta della mansarda dietro di sé. Con un gesto sgraziato gettò la giacca di pelle nera in un angolo, accanto ad una pila di mappe della città, colme di segni rossi e appunti, e sbadigliò ancora più ferocemente di prima. Le sue mani tremanti corsero ad una piccola scatola che stava su un tavolino, e da essa estrassero alcune pillole che il giovane trangugiò tutte insieme, accompagnandole con un sorso d'acqua che gli colò giù per il mento, finendo per attraversare anche la pallida linea del collo.

HaloWhere stories live. Discover now