Vuoto

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VUOTO

CAPITOLO 1

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CAPITOLO 1

La pioggia fregia il mondo dandogli un quid in più.

Il freddo, il gelo, la sensazione in cui la pelle. a contatto con l'inverno diventa intorpidita.

Le gocce che infestano le finestre, coperte da delle tende bianche, leggermente trasparenti.

Il caffè la mattina, che pare più vivido e saporito, pur essendo senza zucchero.

L'odore di giornale appena stampato, il tepore della carta ancora calda.

Il sole che diventa un tutt'uno con la giornata.

I piedi che, nel momento in cui toccano la Terra imperano brividi lungo tutta la schiena.

Che sedia comoda.

Quanto silenzio; che silenzio...interrotto dal miagolio del gatto affamato.

Da quando aveva divorziato, la sua unica consorte era stata una gatta con il pelo nero,  tranne le zampe, quelle erano bianche, quasi come se effigiassero dei calzini.

Veniva chiamata ironicamente "nera" per il colore del suo peluria.

Occhi verdi e visetto furbo, sempre meticolosa e acuta nell'aprire le bustine del cibo che tanto amava, pure dopo appena aver finito di mangiare.

Era una giornata come le altre, come tutte.

Leopoldo, appena alzato dal letto(un letto matrimoniale, decorato con lenzuola dal colore opaco e dalla vista  quasi stantio, come se fosse possibile divenirlo)  apriva la finestra, e dopo aver espirato un profondo respiro, degno di chi volesse iniziare un nuovo capitolo della proprio vita nel migliore dei modi, si dirigeva in cucina a far colazione.

Dopo un caffè, accompagnato da una brioche sfornata dal barra sotto casa sua(viveva in un palazzo retrogrado, talmente tanto vecchio che sembrava stesse per collassare), si vestiva e dopo andava a lavoro.

In seguito naturalmente di aver fatto un "PitStop" al bagno, per riuscire a coprire e a celare le occhiaie livide causate dall'insonnia, difatti oramai erano anni che lo martoriavano , rendendolo sempre di più visibilmente spossato e senza forze.

Lavorava come giornalista nell'agenzia di stampa della sua città.

La PaperTimes.

Allora di corsa, come al solito, prese l'ombrello nero posizionato di fianco alla porta  e andò fuori di casa. Scese le scale e uscì prorompente dalla porta d'ingresso del palazzo, sbattendola.

Indossava una giustacuore di seta di color biancastro, con sopra una giubba, una vecchia giubba color marroncino regalatagli dalla oramai deceduta madre,povera donna, un cancro le aveva preso la vita in giovane età.

Inferiormente vestiva dei pantaloni prolissi, di color marroncino anch'essi, assortiti con delle scarpe nere, formali ed eleganti, non adattissime alle giornate piovose.








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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 10, 2020 ⏰

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