Prologo -Stereotipi-

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Per tutta la vita ti dicono sempre di non giudicare un libro dalla copertina, eppure sembra che l'unico criterio che utilizza la società per descriverci, per parlare di noi, sia proprio il nostro modo di apparire agli altri.
Si basa sugli stereotipi per giudicare cosa va e cosa non va bene del nostro aspetto, del nostro carattere o anche il semplice modo di comportarsi.

Si finisce per non rispettare neanche più quelle frasi fatte che tanto amiamo, quelle che usiamo per far capire che non c'è neanche una parte del nostro cervello che sa ancora ragionare da sola.

In realtà noi la copertina l'abbiamo già giudicata, ma eravamo troppo occupati a conformarci con la società per rendercene conto.

E alla fine le donne non possono avere una vita sessuale attiva.

Gli uomini non possono indossare il rosa.

Le donne sono più deboli rispetto all'altro sesso.

E gli uomini non si dedicano ai propri figli.

Le donne sono destinate a occuparsi della casa.

Gli uomini non piangono. Mai.

La società, attraverso gli stereotipi e i pregiudizi, cerca di reprimere il lato migliore di noi, quel lato che noi riteniamo speciale. E questo perché ci vogliono tutti uguali, parte di una massa non conforme.
All'inizio sembra anche bello far parte di qualcosa di più grande, fin quando non capisci che la massa ti ha già colpito, senza che tu te ne sia reso conto.

Sembra che vadi tutto secondo la normalità. Vai a scuola, torni a casa, ascolti per caso il telegiornale, poi prendi il cellulare. Tra una storia di Instagram e un'altra, fotomodelle riempiono gli spazi pubblicitari. E casualmente, o forse non proprio, trovi una maglia carina. Vai sul sito, nella speranza di trovare la taglia giusta. Sai già che non sarà così.
Ti siedi sul divano, provi a vedere qualcosa alla televisione. Eppure sei di nuovo invaso dalle pubblicità: barrette dietetiche; coppie etero felici in cui la donna è a casa pronta a far assaggiare la torta appena sfornata al marito, tornato stanco dal lavoro. In un angolo si possono persino notare i loro figli che giocano, ovviamente il maschio con le macchinine e la femmina con le bambole.
Ma tu ormai non ci fai più caso a questi dettagli.

Non ti rendi più conto dei continui messaggi che il mondo ti vuole trasmettere.
I tuoi occhi sono bendati e la tua voce non emette alcun rumore.

Ormai sei  diventato solamente l'ennesimo individuo senza ragione, chiuso in una gabbia.

In conclusione anche il mio discorso sarà una frase fatta.

Una voce che cerca di distinguersi da tutto il resto ma che viene assalita dalla folla.

E questo discorso morirà esattamente come gli altri che l'hanno preceduto.

E sarò solo una voce soffocata.

Stereotipi|Elippo|SKAM ITALIAWhere stories live. Discover now