A prescindere da te.

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Da quando Lucas non c'è, non ho più avuto il coraggio di far partire il vinile che abbiamo ascoltato insieme, la prima sera trascorsa a casa mia. In seguito, quasi ne abbiamo sciupato i solchi per quante volte ha fatto da apripista alle nostre confessioni o da platea al nostro amore.
È stato sempre Lucas, su mia richiesta, a riporlo sullo scaffale una volta cessata la musica.
Quel vinile era la tradizione, una cosa solo nostra che, eravamo convinti, con nessun'altra persona avremmo potuto replicare. E con nessun altro avremmo voluto replicare.
Non era l'unica "cosa solo nostra": ci sono così tanti momenti che ho sempre condiviso solo con lui per il sapore nuovo che riuscivo a provare. Ché a volte a rendere le cose speciali è solo la persona con cui decidi di viverle. L'altra faccia della medaglia è che quella sensazione, una volta che non puoi più viverla con quella stessa anima accanto a te, diventa solo un ricordo logorante. La cerchi in quell'oggetto, in quel luogo, in quel suono, in quel profumo, ma si nasconde così bene. È irripetibile e fingi di non saperlo prima che la mancanza ti bagni la felicità.
Lucas è la mia mancanza. È macchiato sulle nostre cose come inchiostro, assordante e ben definito nella routine di tutti i giorni.
La sedia è lontana dalla scrivania piena di fogli, guarda verso la finestra, perché Lucas non ha mai imparato ad accostare le sedie al tavolo, spegnere le luci, chiudere le porte...
Lo sgabello è distante dal piano quanto basta perché il suo piede sinistro arrivi alla sordina. Gli spartiti sparsi sulla parte superiore ricordano i suoi brani preferiti. Riordinare non è mai stato il suo forte: il passaggio di Lucas è paragonabile a quello di un tornado che travolge qualsiasi oggetto gli si pari davanti, senza alcun preavviso, senza scusarsi.
Copro un sorriso amaro: è esattamente ciò che ha fatto alla mia vita. Lucas l'ha scombussolata, stravolta, e mentre io mi abituavo ad una vita sottosopra, lui è andato via senza salutare.
Il turbine è stato bloccato, scombussolato a sua volta, non da me ma dalla vita stessa. In quella forzata quiete prima della tempesta, avrei voluto dirgli così tanto, ma ogni sillaba sembrava distruggerlo un po' di più. E invece di risanarlo, io finivo per scurire la sua giacca con la mia tristezza, come la pioggia faceva sull'asfalto il giorno in cui è andato via.
Da quell'attimo ci sono stati ordine e silenzio.

Vuoto.

Ci sono stato soltanto io, immobile sul divano con lo sguardo impazzito a cercarti oltre il vetro della finestra, nel caos della città.
Da solo.
Perché è questo che resta, Lucas.
Non resta nulla, ma resto io. A prescindere da te.
Ecco come andrà tutto, da adesso in poi.
Devo ricordare che posso essere felice a prescindere da te.
Posso sentirmi accettato, bello, giusto, a prescindere da te, dal tuo ricordarmelo, dalle tue mani che andavano a nutrire il mio ego, a riempire gli spazi lasciati vuoti dalle mie insicurezze, dai tuoi occhi affamati, dalle tue labbra che non hanno lasciato indietro neanche un centimetro della mia carne, che l'hanno assaggiata, baciata, morsa, accarezzata, succhiata, amata, cullata.
Devo essere forte a prescindere da te. Mi hai fatto sentire invincibile, dicendomi quanto, ai tuoi occhi, apparissi coraggioso. Mi hai mostrato la mia stessa forza mentre avevo gli occhi coperti da un velo nero, me l'hai sussurrata, mi hai spronato a cercarla. E adesso, ancora, mi stai aiutando a costruirla nel modo più destabilizzante che hai trovato.
Devo sentirmi capace di tutto a prescindere da te. Devo essere sicuro della mia intelligenza, sfamarla tra una curiosità e un libro in più.
Devo sentirmi felice anche lontano dalle nostre risate mescolate, dal curvarsi delle tue labbra di fronte a me, dalle mie battute pessime che capivi solo tu.
Devo viaggiare a prescindere da te, accarezzare ancora i posti in cui abbiamo lasciato i nostri profumi, le nostre voci, le nostre dita intrecciate. Devo guardare ancora le forme che abbiamo già accarezzato insieme, e devo farlo senza te. Non per scelta mia. Insieme a te c'era sempre un sorriso in più. Ma merito di assaporare ancora quei luoghi con nuovi sorrisi, senza preoccuparmi se una lacrima li macchia.

Devo sentirmi bene a prescindere da te.

A prescindere dal tuo calmare le mie crisi, la mia ansia e la mia tristezza.
A prescindere dal tuo prenderti cura di me.
A prescindere dalle tue braccia che mi stringevano forte, che rimettevano insieme i pezzi, che mi facevano sentire intero e protetto in abbracci infiniti che ci riempivano ma non ci saziavano.
A prescindere dalle tue dita tra i miei capelli, dalle tue carezze.
A prescindere dai tuoi occhi.
A prescindere dalla felicità che ci siamo scambiati, dai ricordi che mi sento dipinti addosso, indelebili.
A prescindere dai nostri baci, da quelli più piccoli e dolci, a quelli lenti, quando eravamo troppo stanchi per tutto e i sogni ci reclamavano, ma mai abbastanza stanchi da scordare di amarci. A prescindere da quelli passionali, dettati solo dal desiderio di carne e sospiri, a prescindere da quelli fugaci, per strada, mentre nessuno guardava, a prescindere da quelli in cui finivamo per ridere, occhi negli occhi, a prescindere da quelli rubati, un attimo prima di andar via.
Devo sentirmi amato. A prescindere da te. Devo sentimi amato, da me. Per quanto sono stato giusto, bello, forte, coraggioso, intelligente.

Devo essere, a prescindere da te.

Devo resistere a prescindere da te, mentre la vita continua ed io mi convinco che la morte non è niente.
Devo andare avanti mentre i fiori sul marmo appassiscono e mi scordo la tua voce.
Devo riuscire a non impazzire quando mi sveglio al mattino e non è un brutto sogno ma il mio Inferno.
Devo sopravvivere a questa dannazione e continuare ad amarti con ogni mio battito, mentre il tuo cuore è fermo per sempre.



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Spazio autrice.

Ciao a tutti.

Se siete arrivati a questo punto, probabilmente mi starete odiando.
Vi chiedo scusa, ma questa cosa qui viene fuori da un giorno in cui avevo bisogno che Eliott si sentisse in questa maniera.
Ad essere sincera, non sono neppure felicissima del risultato finale, ma mi serviva. Credetemi.
Ovviamente, sono prontissima ad ascoltare qualsiasi tipo di commento e critica costruttiva. Fatemi sapere cosa vi è piaciuto di più, cosa vi è piaciuto meno e se il finale vi è chiaro... è qualcosa di molto lontano dalla storia reale, lo so.
All'interno di questa breve storia, ci sono degli Easter egg abbastanza palesi. Presto capirete meglio (spoiler).

Specifico che non ho intenzione di scrivere solo su Lucas ed Eliott, anzi ho già pronto altro che fa parte di tutto un altro Universo (lontano da Skam in generale).

Ne approfitto per ringraziarvi (con molto ritardo) per i risultati raggiunti con Jeudi, 19:57 in pochissimi giorni. Non sapevo neppure cosa fossero le classifiche prima di quel momento, non avendo mai pubblicato qui. Sono passati mesi quindi è decisamente scesa nelle classifiche, ma ci tenevo a dirvi grazie.

A presto.


G. H. Lawliet.



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