Ventotto frasi, Cinque ragazzi, Un mondo

47 3 3
                                    

Maria, Gennaro, Giuseppe, Gaia, Carmela sono cinque ragazzi orfani, e un po' troppo tristi. La loro visione del mondo era brutale; lo vedevano come un posto pieno di problemi e perfido, ma ciò era dovuto alla titolare dell'orfanotrofio 'CoLorS': Lucia. Lei era un po' come una mamma per loro, la figura genitoriale di riferimento, quella che non hanno mai potuto avere. Per questo motivo, tutto quello che diceva per loro erano parole sacre, non si potevano contraddire. Inoltre, la titolare era anche l'unica persona fra loro a sapere come fosse il mondo esternamente all'orfanotrofio. Quando i cinque le chiedevano del mondo esterno, la loro "mamma" rispondeva che fuori non è meglio di dentro, che se fossero usciti... avrebbero trovavano solo persone con problemi più grossi dei loro: persone con dipendenze, persone che vogliono sparire dal mondo cercando modi particolari per togliersi la vita, persone sotto i ponti che fanno cose oscene, persone con malattie mentali che rapiscono i più giovani per poi fargli cose brutte e cose del genere... finché non arrivava alla fine della sua storiella dicendo sempre: "IL MONDO E' ORRENDO, NON VI CONVIENE USCIRE DA QUI CHE È DI CERTO UN MONDO MIGLIORE!" Ogni tanto, quando le domande erano veramente troppe, iniziava a parlare dell'emergenza ambientale: fuori le foreste stanno bruciando, l'ossigeno diminuisce mentre il livello dell'acqua aumenta, esiste più spazzatura che persone, la biodiversità marina stava andando a scemare sempre di più finché le acque salate non diventeranno vuote... ma il pensiero che più li spaventava e angosciava era la fatidica frase: "SAREMO I PROSSIMI DINOSAURI!"

Lucia, così facendo, ovviamente non gli fa del bene, ma solo del male. Lo fa per proteggerli, per assicurarsi che non soffrano mai più; loro si sentono coccolati, apprezzati e la vedono come un'eroina... solo una cosa non fu calcolata: non potevano restare lì per sempre. Ormai sono entrati nel tunnel dell'adolescenza e con le parole dette da lei non la vivranno molto bene. Certo, il paesino in cui si trovano non è dei migliori, non eccelle per bellezza o sicurezza... ma non dovrebbe essere molto importante. Questo paesino, è il paesino che li ha accolti a braccia aperte e loro ne dovrebbero essere estremamente grati e non estremamente terrorizzati. Sono ragazzi e non stanno vivendo il mondo in tutte le sue espressioni. Ne conoscono una sola: le problematiche. La titolare non voleva che il loro presente fosse come il loro passato e allora era diventata iperprotettiva e per controllarli al massimo e assicurarsi che non uscissero mai dall'orfanotrofio, gli mise un bracciale GPS e dietro le finestre mise degli scenari con vari paesaggi, avrebbero potuto scegliere loro stessi in che parte del mondo dormire. Pensava che in questo modo si sarebbero accontentati, che non si sarebbero sentiti diversi e che non avrebbero tentato la fuga. In effetti 'CoLoRs' non era un orfanotrofio come tutti gli altri. Le pareti delle stanze erano dipinte di colori accesi, decorate con dei murales, fiori o qualunque cosa l'artista che c'era nei piccoli ragazzi potesse far uscire. Le camere solitamente ospitavano dai tre ai cinque ragazzi, i quali cercavano di stare la maggior parte del tempo nel giardinetto, pieno di piante colorate, giostre, attrezzi per l'attività fisica e zone verdi. In effetti era molto grande e bello da vede. L'orfanotrofio era suddiviso in quattro piani: un piano per le ragazze, uno per i ragazzi, un piano dedicato alla sala da pranzo e alla cucina e un ultimo piano dedicato alla biblioteca, alla sala giochi e alla sala multimediale.

I cinque amici, oltre che alle faccende di vita quotidiana come l'addestramento didattico e la pulizia della loro casa, avevano una passione in comune: la lettura. Per unire la passione della lettura e la passione dell'amicizia, infatti i ragazzi, quattro giorni a settimana (il lunedì, il mercoledì, il venerdì e la domenica), si recavano nella sala multimediale dell'orfanotrofio per leggere ventotto frasi... deprimenti! il numero scelto può sembrare inusuale ma in realtà è una scelta sensata, perché sono nati tutti e cinque il giorno ventotto, quindi per loro quel numero era diventato un portafortuna. Dopo averle lette, le commentavano e infine chiacchieravano del più e del meno.

 I cinque sono amici uniti ma hanno caratteri diversi: Maria è molto silenziosa e vorrebbe diventare una domatrice e una prestigiatrice; Gennaro è un cantautore e ballerino ma è molto introverso, ama stare con i suoi amici e scrivere canzoni: quando pizzica con le dite il suo strumento a sei corde in nylon si sente al settimo cielo; Giuseppe è un ragazzo che non ha mai creduto in sé stesso, pensa di essere poco intelligente e senza alcuna possibilità per il futuro, è convinto di essere sbagliato e spesso ha delle vere e proprie crisi che lo 'costringono' a mettersi in un angolino a pensare... Gaia, invece, è una ragazza che si vanta della sua bellezza, ma pensa che non vale niente e che nessun ragazzo possa volerla. In realtà è la ragazza che ha più spasimanti dell'orfanotrofio ma lei non lo immaginerà mai, è troppo testarda; Carmela la si può definire l'opposto di Gaia: non apprezza il suo aspetto esteriore per nulla, spera di salvarsi col suo carattere e con la sua abilità particolare: SA PARLARE AL CONTRARIO!

Ventotto frasi, Cinque ragazzi, Un mondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora