Draco incontra i babbani

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Draco non ce la faceva più

"Vedrai, Narcissa, ho già individuato un potenziale candidato al ruolo di primo ministro. Uno con i giusti ideali, non ha fatto dichiarazioni ufficiali riguardo la sua visione su babbani e sangue sporco, non sarebbe saggio di questi tempi, ma sono piuttosto sicuro supporti la nostra causa, non appena salirà al potere e le acque si saranno tranquillizzate mostrerà da che parte sta realmente..."

Suo padre aveva iniziato, ancora una volta, con uno dei suoi discorsi. Stupidi e sconsiderati monologhi sul prossimo esponente politico pronto ad appoggiarli e su come ritornare in auge supportando le persone giuste al tempo giusto.

"...Ho giusto preso contatti con il suo segretario, si è dimostrato disponibile non appena ha saputo del mio nome e dell'oro di cui dispongo, ovviamente. Vedrai questa è un'ottima occasione..."

La sua bocca si muoveva ma Draco aveva smesso di ascoltare i suoni uscirvi da tempo. Lo osservava distaccato e rassegnato, camminare avanti e indietro vicino alla finestra rimirando i pavoni beccare il prato. La luce penetrava dalle bianche tende illuminando i suntuosi adorni di pietra all'interno della villa. Sua madre sedeva composta in una delle poltrone vicina a suo figlio. Se Draco non fosse stato fin troppo cosciente di quanto miserabile fosse la loro condizione avrebbe potuto facilmente illudersi quella fosse una delle tante mattine vissute in passato, quando era poco più di un adolescente e le stesse parole di suo padre avrebbero avuto un senso.

Passato, si perché solo in esso Draco avrebbe preso le parole del più anziano come l'ennesima dimostrazione di quanto suo padre fosse il più potente, il più scaltro. In un passato dove l'avrebbe guardato in ammirazione e annuito ghignando ad ogni sua frase.

Ora invece sembravano solo l'ennesimo piano sconsiderato, come ne aveva fatti tanti Lucius, disperatamente incapace di accettare la sua sconfitta. Come poteva non vedere. Non vedere con quanta fatica e solo grazie alla testimonianza di Potter fossero riusciti a sfuggire ad Azkaban benchè con la reputazione completamente distrutta e il mondo pronto a sbatterli in cella al primo errore avessero ricommesso.

Come poteva non rendersi conto che in una situazione talmente precaria la cosa più saggia fosse sparire dalla scena per una, magari due decine d'anni? Possibilmente sperando che la società si dimenticasse di loro o quanto meno credesse a quella miserabile farsa sul "essersi pentiti delle loro azioni" che suo padre aveva propinato in tribunale?

Non che Draco non fosse sinceramente pentito di molti suoi sbagli,ma suo padre, con il petto infuori nei suoi abiti dorati mentre parlava di aiutare le "persone giuste" a salire al potere, di certo non lo era.

"Draco" la voce dell'uomo lo distolse tutto a un tratto dai suoi pensieri.

"Preparati, questo pomeriggio andremo a fare visita a Strickit in persona, sarà il primo passo per far vedere quanto ancora valiamo"

Il figlio rimase per un secondo a bocca aperta, i tratti eleganti in un misto di stupore e preoccupazione.

"Cosa c'è? Cos'è quell'espressione?"

Draco sentiva la propria rabbia salire. Era così da un po' di mesi ormai. La bocca si sigillava e la mente si affollava di pensieri, insulti che, incapace di esternare, si accumulavano, l'uno dopo l'altro.

"Draco" fece sua madre in tono ammonitorio prevendo quello che sarebbe successo.

Lucius lo guardava con un'espressione sdegnata "Non vorrai venirtene fuori con l'ennesima delle tue scenate. Ne ho abbastanza!" esclamò avvicinandosi al ragazzo, negli occhi un'espressione profondamente irritata con quella ormai abitudinaria punta di follia che era apparsa dopo il suo ritorno da Azkaban.

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⏰ Last updated: Sep 27, 2019 ⏰

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