Parte 1 senza titolo

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Carlo scese dall'auto, e guardò l'orologio. Erano le nove e tredici, decisamente tardi. Quel giorno sarebbe arrivato il suo nuovo capo, e decisamente non era un il giorno giusto per presentarsi dopo l'orario di apertura.

Entrò nell'edificio, salutò rapidamente Ester, la donna che lavorava all'ufficio informazioni nell'ingresso, e prese l'ascensore.

Si osservò nello specchio di fronte a lui, e ne approfittò per controllare se i capelli fossero a posto. Sorrise. Nonostante avesse ormai superato da un pezzo i trenta, e fosse ormai più vicino ai quaranta, si reputava ancora attraente. Aveva limpidi occhi azzurri, con sopracciglia folte e nere sopra di essi, e un naso piuttosto prominente, seppur dotato di una certa eleganza. La sua mascella squadrata dava al suo viso un perenne senso di decisione, che avrebbe anche potuto esercitare una certa soggezione negli altri, se non fosse stato per la tua altezza non certo generosa.

Si sistemò gli occhiali, e cominciò a pensare a quale scusa avrebbe potuto usare con il nuovo capo. Avrebbe fatto una figuraccia, e pensare che aveva anche messo due sveglie proprio per evitare quella situazione. Peccato che era riuscito a non sentirle entrambe.

Quando la porta dell'ascensore si aprì, osservò di fronte a sè l'ampio corridoio che portava ai vari uffici ed all'ampio open space dove si tenevano le riunioni. Tese l'orecchio per sentire qualcosa, e avvertì subito un chiacchiericcio provenire dalla sala principale.

Avanzò rapido, e una volta arrivato, vide i suoi colleghi riuniti attorno all'immenso tavolo, tutti in silenzio mentre un uomo che non conosceva stava illustrando qualcosa con l'aiuto di un proiettore.

Carlo rimase spiazzato nel vedere che l'uomo era in realtà un ragazzo. Portava un completo molto elegante, che insieme alla sua prorompente altezza, mascheravano in parte la sua età. Ma una volta osservato il suo viso, totalmente privo di barba, si capiva subito che non poteva avere più di ventinque anni. Ma come aveva fatto un ragazzo così giovane a diventare un senior dell'azienda?

Tutti si girarono nella sua direzione, compreso il boss.

<<Lei dev'essere il signor Cardarella>> esclamò quest'ultimo con un tono tra il neutro e il minaccioso <<Arriva sempre in ritardo, o solo quando arriva un nuovo superiore?>>

Carlo si sentiva molto imbarazzato. Abbassò lo sguardo, e rispose mestamente.

<<Mi dispiace, non accadrà più>>

Il capo gli lanciò uno sguardo glaciale.

<<Certo che non accadrà più, in caso contrario potrà alzarsi a che ora vuole, ma non avrà più questo lavoro>>

Carlo annuì mestamente, e prese posto. Qualcuno rideva intorno a lui, il che lo fece sentire ancora più umiliato.

Il capo ricominciò a parlare, ed espose gli obiettivi per il semestre successivo. Carlo non riusciva a concentrarsi, per via della pessima figura che aveva fatto. Ogni tanto riceveva occhiate dal senior, che contribuivano a farlo sentire ancora peggio. Lo osservò meglio: aveva labbra carnose, che insieme al suo colorito caffè gli fecero pensare che forse era parzialmente afroamericano. Aveva un naso alla francese, e zigomi alti. I suoi capelli erano scuri, e scendevano quasi fin sopra alle spalle. Non era un tipo molto maschile, ma emanava un aurea di potenza, forse anche a causa del suo fisico marmoreo.

Una volta terminato il discorso, il capo li lasciò a lavorare, e si diresse verso il suo ufficio; fu fermato da Cinzia, una delle colleghe con cui andava più d'accordo.

<<Dove eri finito? >> gli chiese, con un'espressione tra il divertito e il preoccupato <<Ti sei preso una bella strigliata, eh?>>

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⏰ Last updated: Nov 28, 2019 ⏰

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Sottomesso al mio capoWhere stories live. Discover now