1x01 Ci Siamo

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"Basta, ti ho già detto che con ste unghie alla Cardie Scem mi fai un male cane". Indossò velocemente le mutande e poi i pantaloni. Prese il resto dell'abbigliamento e rincorse la porta, con aria nervosa e con il viso sforzava nessun dolore, seppur lo sentì. "Ma sei scemo, mettiti le scarpe che ci sono le pietre, ti fai male!" esclamò Ringraziamenta. "Dove cazzo abiti, sembra di stare da Jenno!" sbattè la porta e camminò zoppicante verso la porta dell'auto. Mise in moto la macchina e si diresse verso casa sua. Hodo è sempre stato un ragazzo testardo, cercava di dimostrarsi forte in ogni situazione, riuscì a trattenere tutte le bestemmie mentre poggiava i piedi sulle pietre, e appena si sedette in auto scorreggiò e disse cautamente "Mocc a mamm". Si era rivolto verso la ragazza da cui era appena uscito da poco di casa, dal nome gentile ma dall'animo violento. L'aveva trovata su Craiglist sotto l'annuncio "Offro servizio erotismo: un dito nel culo, sostituisce il siluro". Hodo era sempre stato un ragazzo molto aperto, si era promesso di voler sperimentare qualsiasi cosa nella vita, e questo annuncio gli aveva aperto un mondo, oltre al deretano. Si vedevano regolarmente ogni venerdì sera, dopo che Hodo finiva di esibirsi in karaoke con una canzone scadente di Alessandra Amoroso. Quella sera l'appuntamento durò meno del previsto, poichè sarebbe arrivato un amico di lunga data, e questa notizia non poteva che dargli fastidio "Questo fra tutti i giorni, proprio il venerdì mi doveva venire a rompere la minchia", ripeteva nella sua mente. Dopo aver attraversato il confine di Mammalonetown, si addentrò nel suo paese, la famosissima città di Reggio Emilia, e appena lo fece, squillò il telefono. Era Emiliana, detta Emi, perchè il nome era troppo lungo da chiamare, per questo spesso veniva chiamata anche "Oe". Hodo non rispose, staccò il telefono e corse velocemente verso casa sua. Parcheggiò nel garage, camminò ancora zoppicante e andò in camera sua. Si vestì velocemente, dopo essersi fatto un clistere, e si presentò in salotto, dove era giá presente il suo amico, Jenno. "Come sei entrato? Prima non c'eri", chiese Hodo con aria preoccupata e sorpresa, "La porta era aperta, anzichè aspettare fuori e bussare, sono stato educato e sono entrato senza permesso, e ti ho aspettato qui" narrava mentre prendeva posto sul divano. Hodo rimase stupito del gesto e lo ringraziò, "Fossero tutti come te", e prese anch'egli posto sul divano. Dopo circa quaranta minuti di silenzio, Hodo si alzò, si inginocchiò davanti a Jenno e gli esclamò "Grazie per il tempo passato insieme, mi sono divertito" l'amico gli prese una mano, la baciò e gli disse sussurandogli all'orecchio "O vuò?". Hodo fece un passo indietro, mise una mano davanti la bocca, cercò di imitare il meme di Pikachu seppur senza le guance arrossate, e rifiutò la proposta "Ti ringrazio, ma ho già provveduto". Jenno gli rifilò un ceffone, un calcio allo stomaco, un pugno alla schiena, un altro calcio allo stomaco, un altro pugno alla schiena e infine una carezza, per scusarsi dei piccoli gesti da poco compiuti "Perdonami, non avrei dovuto farlo...", prese il lubrificante dal pavimento e se ne andò, lasciando Hodo sofferente sul tappeto.

Emi prese il telefono per telefonare Hodo, e quando lui staccò, pianse per circa tre ore. Era un ragazza piuttosto sensibile, ad ogni rifiuto poteva esagerare con le reazioni, ma era comprensibile. Specialmente con Hodo, per il quale aveva una cotta da almeno dieci anni, senza mai rivelargli niente. Non sapeva che lui ne fosse a conoscenza, e quante volte sfruttò la cosa a suo vantaggio, senza che lei potesse sospettare. La sua ingenuità è sempre stato un problema, credeva a qualsiasi cosa, ad esempio al matrimonio di Pamela Prati e Marck Caltagirone, infatti prese dei poster della Prati e li attaccò sui muri, coprendo interamente la sua stanza della sua idola. Il suo sogno era quello di vivere un amore come il loro, o come quello dell'altra sua ispirazione, Eliana Michelazzo, sposata per anni con Simone Coppi. Questo la portò a tatuarsi sull'inguine i loro nomi "Eliana & Simone", definita da lei la miglior cosa che potesse aver fatto nella sua vita. Quando si riprese dal pianto, Emi chiamò i suoi amici, uno ad uno, per parlare della sera successiva, del pigiama party che avevano organizzato a casa di Hodo. Chiamò per prima Ario, il quale rispose "Oe, sto facendo una cosa ciao" e staccò prepotentemente, lasciando la povera Emi basita e in lacrime per una mezz'oretta circa. Provò poi a chiamare Nunando, anch'egli rispose, ma non si sentì niente, "Forse è una canzone di Chadia" pensò Emi, e staccò la chiamata, poiche riteneva quel tipo di musica un figlio del diavolo, nonostante non fosse religiosa. Prese forza e telefonò Osaya, ma partì la segreteria, le lasciò un messaggio e pianse per altri dieci minuti, e chiamò l'ultima persona. "Rossa-chan?" ripetè per almeno cinque minuti, ma nessuno le rivolse la parola. Continuò a ripeterlo fra le lacrime, prima di scoppiare e staccare il telefono.

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