Frank

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La prima volta che vidi Davide eravamo ad un concerto in un locale underground. Io ero lì, in veste di accompagnatrice di una mia amica. Non conoscevo minimamente la band, sapevo solo che il loro genere era il metal, unica cosa che mi convinse a mettere piede fuori casa quella sera.

Entrammo con largo anticipo nel locale semi-pieno. Era completamente popolato da trentenni con lunghe barbe e capelli, il che mi faceva sentire a mio agio, dato il mio stile ribelle che avevo adottato negli anni di gioventù.

La mia amica quasi impazzì quando vide il cantante al bancone, intento a scolarsi quella che pareva la sua quarta o quinta birra della serata.

Mi prese per un braccio e trascinò da lui. Iniziò a parlargli, mentre io ero lì, immobile: non mi interessava fare conversazione, né atteggiarmi da quindicenne davanti al primo cantante che passava lì di fianco alla mia persona.

D'improvviso, arrivò. Toccò una spalla al suo amico, per dirgli di seguirlo, che tra poco sarebbero andati in scena. Non ci degnò di uno sguardo. Forse perché abituato, forse perché veramente non gli interessava davvero.

Poi iniziò il concerto e lo vidi lì, sul palchetto rialzato, a poca distanza da noi.

Era completamente in estasi mentre suonava il suo basso. I suoi ricci, nerissimi, cadevano su un viso sorprendentemente espressivo, in contrasto con la mimica seria con cui si era palesato poco prima. Gli occhi socchiusi, le mani impegnate in sinuosi movimenti. Ero in estasi anche io con lui.

Profondamente espressivo e totalmente coinvolgente. Fui rapita da lui per tutto il concerto e, quando finì, ne rimasi quasi delusa.

Aspettammo che la folla scemasse, prima di avvicinarci nuovamente al bancone del bar. Speravo sarebbe tornato lì. Lo speravo veramente.

E infatti arrivò.

Si mise distante da tutti i suoi compagni musicisti, che, invece, si sedettero a pochi posti da noi. Lasciai il mio posto. Ero decisa. Mi avvicinai per parlargli.

Appena aprii bocca, mi rispose, monotono.

"Il cantante è di là, con la tua amica. Dovresti raggiungerli."

Non alzò nemmeno lo sguardo, che rimase fisso verso il basso.

Ma io non demordevo così facilmente.

"No, penso che io stia meglio seduta qui."
Gli porsi una mano.

La fissò per qualche secondo. Poi, finalmente alzò lo sguardo.

"Davide."

Da quel momento in poi scoprii molte cose su di lui. Scoprii che preferiva farsi chiamare Frank rispetto a Davide, quante ore dedicava a suonare il basso ogni giorno, i problemi interni con gli altri membri della band, scoprii che non era così riservato e freddo come voleva far credere.

Mentre parlava, notai che molte volte si tolse il cappello che aveva in testa e si passò la mano sui suoi ricci, per poi sistemare nuovamente il cappello, nella stessa identica posizione. Era un gesto che col tempo avrei imparato ad apprezzare e riconoscere, anche se, come gli dicevo sempre quando ci svegliavamo insieme nello stesso letto, adoravo come i suoi ricci cadessero liberi sulla sua fronte.

E adoravo anche il modo in cui mi sentivo quando ero con lui.

Durante il nostro stare insieme, viaggiammo molto con quel poco che avevamo. Ci bastava poco per essere felici, e un suo sorriso mentre guidava verso una strada sconosciuta, alle prime luci dell'alba, mi ripagava di tutta la stanchezza che accumulavo nei nostri lunghi, seppur brevi, viaggi.

Lui lasciò la band quasi subito dopo che ci conoscemmo, e iniziò a fare musica da solista. Era talentuoso, anche se non lo voleva ammettere. Lo seguii in tutti i luoghi dove suonò.

Una sera capitammo proprio nel primo locale dove ci conoscemmo. Avevo e provavo le stesse emozioni di quella sera, ormai nei miei ricordi lontana.

Come finì di suonare mi fece sedere, notando la mia sempre più prominente stanchezza. Non mi aspettavo che, su quei due sgabelli, quegli identici sgabelli in cui ci sedemmo anche la prima sera, mi disse le parole più belle che potesse mai pronunciare.

In pochi mesi era passato dal non guardarmi nemmeno negli occhi, dal considerarmi una minaccia, ad esprimere i suoi sentimenti, con una chiarezza che mi si sciolse in un tenero abbraccio.

Quell'abbraccio di conforto lo riservò, successivamente, lui a me, quando, la prima volta che mi presentò a sua madre, lei iniziò ad urlare che non fossi la ragazza per lui, che ero "sporca" e "impura". Mi aveva avvisato sulle sue idee molto rigide e retrograde, ma non credevo che potesse arrivare ad utilizzare parole così taglienti nei miei confronti. Scoppiai a piangere appena misi piede in macchina. Sentii le urla di Frank contro la madre. Poi una porta sbattere, fino a che entrò anche lui in macchina, dove mi cinse con le sue braccia.

"Dalle tempo, dalle solo tempo..." mi sussurrò all'orecchio.

Quella fu una delle poche volte che vidi Frank furioso. Era una persona particolarmente mite, il che forniva un supporto al mio essere più diretta e espansiva. Litigammo pesantemente una sola volta. Non voleva che lo si riprendesse o registrasse quando produceva musica. Né quando suonava, né quando cantava.

Scoprimmo poi che la mia stanchezza aveva un volto, che assomigliava terribilmente al padre. Diventò la sua perla, e per lei cantava sempre. La prendeva in braccio e la ammirava per parecchio tempo. Ero fierissima della mia famiglia.

Poi, un giorno, Frank sparì. Di colpo. Non tornò a casa. Provai anche a contattare sua madre, ma ebbi una risposta vaga. Inizialmente fui furiosa con lui. Mi aveva, ci aveva abbandonato senza una spiegazione, senza un motivo preciso.

Sarà stata la pressione psicologica, lo stress, l'ansia dell'essere diventato genitore, forse. Non lo vidi mai più.

Ho sempre rispettato Frank e ogni sua decisione. Tranne una domenica mattina, in cui lo trovai, con nostra figlia in braccio, mentre cantava una canzone. Lo registrai. Registrai la sua voce, dolce. Riascoltai quella registrazione tante volte, e in ognuna di esse rivedevo i suoi capelli neri, illuminati solo dalle luci dell'alba che flebili trapassavano il vetro della finestra vicino. Vedevo anche il suo sistemarsi i capelli, e il suo sorriso. Sempre.

Sulle Labbra Avevi Il Vento ||-Space Valley-||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora