A life's condition

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Dean sparò senza esitazione un colpo contro il viso della creatura che aveva provato ad attaccarlo, non era un levietano, ma onestamente in quel momento non era comunque molto turbato dalla cosa.
Doveva ritrovare Castiel.

Doveva salvare Sam.

Doveva raccogliere il Bocciolo del Leviatano.


Doveva tornare prima che scadesse il tempo e rimanessero di nuovo lì, per sempre. Scommetteva che Michele non sarebbe stato così gentile da aprire un'altra fessura solo per loro.

E non avrebbe salvato Sam.

Un battito di mani lo aveva distratto, aveva fatto saettare gli occhi verso la direzione.
Una donna aveva le spalle posate sulla corteccia di un vecchio albero, ad una certa distanza da lui, con un sorriso un po' sornione sul viso, mentre continuava al sua pantomima di celebrazione.
"Ottimo lavoro Dean" disse con voce spenta, strascinando sulla sua lingua il suo nome come se fosse veleno.
"Ti conosco" aveva risposto lui con sicurezza, non sarebbe potuto essere altrimenti, ma non riusciva a ricordarsi dove o quado, aveva dedicato quasi totalmente la sua vita alla caccia, aveva affrontato ed ucciso i più svariati generi di mostri e doveva ammettere che faticava ormai a ricordare chi, dove e quando. "Si" era stata la risposta della donna. Era bella, aveva un viso fresco ed un aspetto quanto mai innocuo. Ma non lo era, Dean scommetta che la sua presenza lì ne doveva essere la prova.


"Non era una domanda" aveva valutato lui, "Meno male allora" aveva risposto lei, mettendo le braccia dietro la schiena, "Sarebbe stato fastidioso non essere riconosciuta dal mio assassino" aveva aggiunto leggermente spenta.
Quando era successo? Dove era successo? Come?

Aveva cercato di isolare il viso della donna nella sua memoria, ma erano così tante le facce che si rendeva conto fosse come cercare un ago in un pagliaio.

"Sei qui per combattere?" aveva domandato poi Dean.

Non sentiva rumori attorno a lui, questo voleva dire che non c'era nessuno – o che erano bravi. Forse la donna aveva solo lo scopo di distrarlo, mentre qualcuno avrebbe provato ad attaccarlo.
"No" aveva ammesso la donna con un tono un po' meno carico di amarezza nella voce, "Volevo solo sapere se quello che aveva detto Benny fosse vero" aveva valutato questo. "Conoscevi Benny?" aveva domandato subito lui, con apprensione.

Aveva appena scoperto che il suo amico aveva finito di cessare di esistere neanche qualche ora prima.
"Si. Ci siamo aiutati per un po', qui" aveva risposto lei, il suo tono era impregnato di tristezza, "Avrei voluto potesse essere più tempo, mi dispiace per la sua morte" aveva ammesso, onesta.
"Un leviatano ha detto sono stati i suoi simili" aveva commentato Dean con tono amaro.
"Si, durante la sua seconda vita Benny si è fatto nemici potenti" aveva confidato la donna, "Il Vecchio" aveva ricordato Dean, "Ed Andrea" aveva aggiunto la donna.

Andrea che era stata la sua ragione di vita, aveva messo fine alla sua esistenza, che orribile scherzo cosmico.
"Gli avevo detto di rimanere con noi, ma l'aver aiutato più volte i cacciatori gli aveva fatto guadagnare inimicizie anche tra noi" aveva confidato lei.

"Tra voi?" aveva inquisito Dean.

"Mostri a cui non è piaciuto fare i mostri" aveva detto lei, toccandosi con la mano il petto. Le sue iridi erano scintillate in un colore azzurro, dalla pupilla con un taglio verticale.

Il suo viso, il rumore di un colpo di pistola, erano vibrati nella memoria di Dean, chiari come i raggi del sole.
"Amy Pond" era stato allora la risposta di Dean, ricordando improvvisamente la kitsune, che si era sempre nutrita di cadaveri, tranne quando aveva dovuto sfamare il figlio, che lui aveva freddato in quella stanza d'albergo, nonostante le preghiere di Sam.

A life's conditionWhere stories live. Discover now