Capitolo I

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Lego i lacci delle mie "all-star" grigie intorno alla caviglia e faccio dei piccoli risvoltini alla mia maglia bianca, pettino i miei capelli castano scuro per non farli sembrare un cespuglio annodato e porto qualche ciocca dietro l'orecchio <<oggi è il grande giorno>>  dico al mio riflesso allo specchio. Oggi è il primo giorno dell'ultimo anno alla O'Dea High School e finalmente mi diplomerò, sto già pensando quale università frequentare insieme alla mia migliore amica Ruby e non vedo l'ora di andarmene da questa scuola. Prendo il telefono e la borsa chiudendo casa, mi avvio alla fermata dell'autobus di corsa salendo appena in tempo: ecco i risultati di non aver preso la patente, complimenti Gardenia.

Sull'autobus osservo i ragazzi che si abbracciano dopo non essersi visti durante l'estate, le coppie che si baciano come se non ci fosse nessun'altro intorno a loro e infine quelli come me, che preferiscono non dare nell'occhio. Il telefono mi risveglia dai pensieri e sullo schermo compare il nome di mio padre:

-In bocca al lupo amore, chiamami quando esci da scuola! Un bacio, papà

Rispondo con un pollice all'insù ed un cuore rosso, mio padre è spesso in viaggio per lavoro e per questo non ci vediamo molto ma il nostro legame è forte, soprattutto dopo la morte di mamma due anni fa; al ricordo ogni volta il mio cuore perde un battito ma ho imparato a conviverci, ricordo poco di mia mamma ma so che mi amava tanto, papà me lo ricorda sempre, il mio nome l'ha scelto lei "Gardenia", significa purezza e sincerità.

Lo schermo del telefono si illumina nuovamente e rispondo alla chiamata <<G!sono davanti al tuo armadietto, dove sei?>> la voce di Ruby mi fa rendere conto che mi trovo davanti a scuola e che tutti stanno scendendo dall'autobus << sono all'entrata, aspettami lì>> lei strilla un "ok!" e attacca la chiamata, alzo gli occhi al cielo quando un ragazzo della squadra di futball urtando la mia spalla violentemente. <<G! mi sei mancata>> Ruby mi abbraccia il collo e io ricambio stringendola a me <<come è andata la vacanza con i tuoi?>>

<<uno schifo! mia mamma ha rotto le palle tutto il tempo per le sigarette, menomale che c'era mio fratello con me>> ridacchio mentre prendo i libri per la lezione dalla borsa e ne poso altri all'interno dell'armadietto <<come sta Lucas?>> le domando stringendomi i quaderni al petto. Ruby alza un sopracciglio facendo una smorfia scuotendo i capelli rossi fuoco <<non mi dire che hai ancora una cotta per mio fratello>> dice facendo un mezzo sorriso e io subito divento rossa come un peperone <<ma che dici? no!>> ed ecco come tutto l'allenamento non sia servito a nulla <<potrei vomitare da un momento all'altro>> sbuffo chiudendo l'armadietto e alzando il dito medio alla mia migliore amica <<vado in classe, ci vediamo dopo>> le dico mentre lei continua a ridere scuotendo la testa. Va bene, lo scorso anno avevo una cotta per Lucas ma ora mi è passata, a lui non piaccio e a me non piace lui fine della storia.

Entro nella classe di matematica e cerco di evitare gli sguardi delle tre "oche", come le chiama Ruby: Margaret, Selene e Amber. Si divertono a tormentarmi dalle elementari ma non ci faccio molto caso, forse per un fatto di abitudine ormai. Percorro tutta la classe fino all'ultimo banchino, dove sono solita sedermi ma quando alzo lo sguardo trovo la sedia accanto alla mia occupata da un ragazzo che non ho mai visto prima. Mi siedo posando i libri sul banco, non so perché ma la sua presenza mi mette in soggezione, porto delle ciocche di capelli dietro le orecchie e cerco di osservarlo senza farmi notare troppo. La prima cosa che noto è il pallore della sua pelle in confronto alla mia, probabilmente è molto più alto di me, manca poco e le sue gambe non entrano sotto il banchino, è vestito interamente in nero e la sua maglietta lascia scoperto qualche tatuaggio, con le mani giocherella con gli anelli tenendo sempre lo sguardo basso così continuo ad osservarlo. Il ciuffo di capelli nero pece gli ricade morbido con qualche ricciolo mosso sulla fronte e le labbra rosee fanno muovere la mascella delineata dai suoi lineamenti duri ponendosi a contrasto il naso delicato e...<<hai finito di fissarmi?>> cazzo.

Rimango a bocca aperta e subito sento le guance arrossire, << non piace la gente che mi fissa>> grigna lui con una voce profonda e solo ora noto gli occhi neri quanto i capelli <<scusami..>> sussurro e nel mentre inizia la lezione, lo sento sbuffare e muoversi sulla sedia mentre apre il quaderno ma non scrive niente per buona parte dell'ora. Matematica non è mai stata la mia materia e quando Mr. Tarner scrive gli esercizi da fare alla lavagna trovo difficoltà nello svolgimento già dal primo problema, alzo gli occhi al cielo mordicchiando la penna, scarabocchio dei numeri sul foglio e cerco di fare almeno un punto dell'esercizio ma il mio cervello sembra essere andato in letargo <<il logaritmo>> dice la voce roca al mio fianco <<come scusa?>> domando a Mr. arroganza, lui in tutta risposta prende il mio quaderno e scrive qualcosa, mi perdo ad osservarlo nuovamente, come porta indietro i capelli quando gli ricadono sulla fronte, il numero eccessivo di anelli sulle sue mani, i tatuaggi sulle braccia <<ecco>> dice guardandomi, prendo il mio quaderno e vedo che ha già completato tutto il problema. Ma come è possibile in cinque minuti?!.

<<come hai fatto? grazie>> gli dico sorridendo ma lui rimane impassibile e quando sto per chiedergli il suo nome la campanella suona e senza rivolgermi nemmeno uno sguardo si alza e va via in fretta parlando al telefono, poi sono io quella strana

<<Ti sei mai chiesta di cosa sia fatta la carne della mensa?>>mi chiede Ruby mentre addenta il suo panino <<di carne forse?>> rispondo scuotendo la testa e lei mi guarda confusa per poi fare spallucce continuando a mangiare indisturbata; una cosa che adoro di Ruby è la sua spontaneità, non ha paura di nessuno anche se molte volte evita di dire ciò che pensa veramente per paura di ferire le persone ma sin da quando eravamo piccole non ci sono mai stati segreti fra noi. <<Ecco le mie donne preferite>> Lucas Clack, fratello di Ruby, la mia cotta fin dalle elementari, è la copia identica di sua sorella fisicamente ma caratterialmente sono molto diversi, Lucas tende ad essere irresponsabile, motivo per il quale è bocciato al diploma. <<Ciao fratellone>> lo saluta Ruby <<ei Lucas, come va?>> diciamo che per iniziare a parlare con lui senza arrossire ci sono voluti anni e anni di allenamento ma alla fine ho ottenuto dei buoni risultati <<bene G grazie, sei molto carina oggi, il bianco ti dona>> ed ecco come tutto l'allenamento non è servito a nulla, sussurro un grazie coprendomi il viso con i capelli mentre sento Ruby ridacchiare. La porta della mensa si apre e in quel momento i miei occhi incontrano quelli di Mr. arroganza accompagnato da un ragazzo biondo platino per mano una mora dagli occhi nocciola mentre dall'altro lato vi è una bionda dal fisico invidiabile al mondo. Il nostri sguardi si incrociano per un secondo ma questa volta sono io a distoglierlo quando si siedono tutti e quattro nel tavolino dietro il nostro <<lo conosci?>> mi domanda Ruby <<no, è nella mia classe di matematica>> dico bevendo l'acqua <<beh, ti sta mangiando con gli occhi>> per poco non mi strozzo, non gli piacciono le persone che fissano ma lui può?

<<sono nuovi, dicono di venire da Londra ma nessuno sa niente su di loro>> aggiunge Lucas, non avevo fatto caso all'accento anche perché non ha parlato più di tanto.

<<spero ne arrivino altri così allora>> ammicca la mia amica e io ridacchio non potendo negare la bellezza dell'aspetto fisico di Mr. arroganza <<sei impossibile>> esclamo ridacchiando mentre sento suo fratello al suo fianco sbuffare <<io vado, ci vediamo dopo>>dice lui e prima di andare via lascia un bacio sulla testa sia a me che a sua sorella come è solito fare.

<<che lezione hai ora?>> mi domanda Ruby <<letteratura inglese>> dico passandomi le mani fra i capelli, mi fa un cenno con la mano e ci dirigiamo entrambe nelle rispettive aule. All'uscita dell'ultima lezione sono già esausta ed è solo il primo giorno, mi avvio verso la fermata del pullman ma non vedo nessuno ad aspettare e solo in quel momento mi accorgo del cartello sopra gli orari "servizio autobus sospeso per le giornate di...", alzo gli occhi al cielo legandomi i capelli in una coda ben tirata dato che dovrò camminare verso casa sotto il sole per venti minuti buoni. Mentre ragiono su come trovare un lavoro decente per comprarmi una macchina così da non chiedere i soldi a papà la stringa della scarpa destra si scioglie così mi piego per allacciarla, potrei provare a fare la cameriera in qualche bar o guardare i bambini per la vicina.. <<hai bisogno di un passaggio?>>

L'elemento mancanteWhere stories live. Discover now