PROLOGO

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Era una notte buia, quasi irreale, una di quelle notti in cui la luna è piena, il cielo è terso e si possono contare ad una ad una le stelle, una di quelle che ti rimangono impresse nella mente.
Era il 27 agosto e Io ero con tutta la mia famiglia a tavola per la cena. Quella sera c'era arrosto e patate, con un po' di besciamella come contorno;
Tutto era tranquillo, il tempo sembrava immobile, c'era un grande silenzio e la stanza aveva un aspetto buio e cupo; la televisione era spenta, quasi un sacrilegio nella nostra casa dato che ogni giorno mio padre voleva sentire le poche notizie manipolate che la televisione e i telegiornali fornivano ancora.
Quell'anno purtroppo era stato un anno duro, perché un virus apparentemente innocuo che veniva chiamato C11 aveva colonizzato e paralizzato l'intera città.
Questo C11 aveva anche un nome più pronunciabile che era "grande tempesta nera"; l'epidemia parti il 14 di ottobre del 2019, si sviluppò e arrivò nella mia città il 18 febbraio 2020 e in poche settimane colonizzò l'intera nazione.
Dopo alcuni giorni in cui il virus si era insediato nel nostro paese, il governo stabilì lo stato di emergenza e tutta la nazione entrava in quarantena. Nei giorni che seguirono questa decisione per le strade non c'era nessuno, nei supermercati bisognava fare la fila prima di entrare e le persone avevano iniziato a preoccuparsi non poco a causa di questa situazione.
Dopo appena due mesi dalla decisione iniziò una prima crisi che fu quella medica, in cui tutti gli ospedali erano in assoluta emergenza e c'era una mancanza di medici.
Insieme a questa situazione si aggiunse ancora un periodo di instabilità economica in cui la nazione era in totale deficit finanziario perché le fabbriche erano chiuse. Il governo non sapendo come fronteggiare questa minaccia rischiò il collasso e quindi lo scoppio di una fase di instabilità e conseguente anarchia, ma dopo lunghe trattative con i paesi Esteri e con la forza, riuscì a riportare l'ordine.
L'8 giugno 2020 in televisione parti un lungo discorso del presidente che annunciava il totale azzeramento di contagio e all'interno della città di Wesney ( che era la mia città) la creazione di un piccolo villaggio o lazzaretto in cui i malati dovevano stare per poter guarire.
La notizia più sconcertante arrivò alle 17:00 del 19 luglio, quando tutti i telegiornali, giornali e qualunque mezzo di informazione della mia città riportava il parere di esperti virologi che dicevano che il C11 non esisteva più, ma si era trasformato in qualcosa di ancora più grande, era denominato VID19-2571 che al suono non ebbe granché risonanza, ma quello che mi fece più spaventare era quello che veniva dopo:
"Il virus è in una fase di avanzamento molto grave proprio perché oltre ad aver sviluppato una caratteristica che lo rende immune ad antibiotici e vaccini, causa in chi viene contagiato, in circa 7 giorni (questo il tempo stimato dei medici), la perdita di controllo di se stesso.
Dopo alcuni giorni la popolazione di Wesney riuscì a comprendere la gravità della situazione proprio perché venne fatta chiarezza sullo sviluppo del virus: sui giornale e quotidiani della città venne riportato:"Le persone contagiate, dopo il primo giorno dal contagio, subiscono delle forti convulsioni, seguite da attacchi epilettici e conati di vomito;
Dal secondo giorno all'interno del cervello cresceranno delle sacche tumorali che si insinueranno nelle parti di controllo uditiva e visiva.
Passati circa 3 giorni dal contagio le persone perdono vista e udito ma acquistano un grande potere olfattivo.
Gli effetti vengono stabilizzati dall'infetto in non meno di circa 6 giorni in cui al compimento del sesto giorno sopraggiunge la totale perdita di controllo, l'individuo sarà in grado di infettare altre persone.
Anche il metabolismo sarà accelerato e stando ad attuali dati gli infetti attuano l'uccisione a qualunque soggetto vivente si trovi sul suo cammino o che abbia comunque una percentuale di piastrine all'interno del sangue( praticamente tutti gli esseri viventi).
Questo fu l'ultimo bollettino medico riportato dall'emittente sanitario.
Il 16 agosto il governo attuò una misura preventiva a dir poco sconcertante: blocco tutte le uscite e le entrate alla città è la isolo completamente, introducendo un corpo di polizia a se stante all'interno della città, che veniva chiamato GQPD (government quarantine police department). Questi individui erano all'incirca 20000 unità e dovevano assicurare a tutti la salvaguardia della propria incolumità all'interno della città.
Tutto trascorse per il meglio fino a quella sera, il 27 agosto 2020 in cui la nostra città e la nostra vita stava per cambiare in modo radicale.
Quella sera finii di mangiare molto velocemente, così avendo avanzato un po' di tempo decisi di andare a coricarmi sul mio letto a guardare il cellulare ma finii per addormentarmi.
Fui svegliato nel pieno della notte da un fortissimo botto che mi fece quasi cadere dal letto, ricordo che guardai la sveglia e vidi che segnava le 2:00 , così andai velocemente alla mia finestra e vidi che c'era stata una grossa esplosione proprio dal lazzaretto così mi venne in mente una domanda:"e se tutte quelle persone malate fossero scappate??"
Così decisi di andare a chiamare i miei genitori per scappare da quell'inferno ma mi resi conto che anche loro erano stati svegliati da quell'esplosione.
Mi diressi in cucina, dove trovai tutta la mia famiglia già vestita, come se fossi l'unico a non aver capito la gravità della situazione.
arrivo un nostro caro amico in macchina e disse che era esplosa una parte di lazzaretto forse a causa di una perdita di gas oppure quei mostri avevano rotto qualche tubo del metano, però non si poteva uscire dato che gli infetti erano sparsi per la città.
Decidemmo di uscire lo stesso,ci fidavamo del nostro amico Mike, era un tipo sveglio, in buona costituzione era un po' bassotto, aveva la battuta facile e dei lunghi capelli castani sempre raccolti in una lunga coda.
Quella sera io e la mia famiglia decidemmo di andare via da casa nostra e trasferirci in un altro quartiere, magari il quartiere 31, che era quello in cui le scorte di cibo non mancavano e le persone erano tutte di ceto elevato e quindi si poteva dire addio a tutta la criminalità di cui il mio quartiere era caratterizzato.
Decidemmo di partire verso le 4:25 del mattino, ognuno di noi riempi uno zaino con del cibo e degli oggetti che potrebbero servire nella prossima casa;
Mio padre dopo che decidemmo di partire decise di portarsi anche il fucile che possedeva e alcuni colpi che ancora aveva nella sua fuciliera.
Chiudemmo la porta di casa a malincuore, sapendo che non l'avremmo riaperta mai più.
Salimmo sulla sua grossa jeep con cui Mike era arrivato fino a casa nostra; noi dietro stavamo un po' stretti, dato che tre, mia madre mia sorella e l'altra mia sorella erano sui sedili dietro, mentre io ero seduto nel cofano, tutto il tragitto che facemmo tutto per stradine di campagna in cui i lampioni non c'erano e la strada si vedeva a fatica, però tutto andò bene, fino a quando arrivammo ad un posto di blocco della GQPD anche più conosciuta come agenti lalias.
Essi erano più dei corazzati che dei semplici poliziotti, quelli che ci hanno fermati erano 4 ed avevano a partire dal basso degli stivali in fibra di carbonio e placche di ferro color bianco, una tuta integrale, simile a quella di un motociclista color bianco e in testa avevano un casco integrale color bianco con due fori per gli occhi dove c'erano delle speciali lenti in grado di analizzare la persona e riuscire a schedarla oppure analizzare i suoi precedenti, grazie ad una nuova tecnologia sperimentale.
Mike tirò fuori i documenti, ma sapevamo che non potevamo tutti andare nel nuovo quartiere anche perchè noi eravamo considerati infetti, così decidemmo di attuare un piccolo stratagemma, decisi io di scendere dalla macchina e iniziare a correre nella direzione opposta per farmi seguire dagli agenti lalias.
Salutai tutta la mia famiglia, dopodiché fu aperto il cofano della macchina per un controllo di routine degli agenti perché dalla chiusura della città e la divisione dei distretti, moltissime persone cercavano di intrufolarsi negli altri quartieri tentando invano.
L'adrenalina era al massimo, il cuore stava battendo a più non posso, quasi arrivava la tachicardia, tutto passo in 5 secondi, vidi la luce e le mie gambe in automatico si rizzarono e mi spinsero contro il gendarme che aveva aperto il cofano, e lo gettai a terra, dopodiché parti di corsa, scatenando la reazione è l'attenzione dagli altri tre, che iniziarono a corrermi dietro. Corsi per circa 2 o 3 kilometri, fino a che non sentì più le loro urla e le loro torce che illuminavano il mio corpo e schiarivano un po' il percorso.
Scappai ancora per altri due kilometri e poi mi coricai in mezzo al campo stremato dalle fatiche.
Pensai a quello che avevo appena passato e feci un mezzo sorriso, decisi che potevo concedermi una pausa, chiusi gli occhi e tutto si fermò e smise di far rumore.

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⏰ Last updated: Mar 22, 2020 ⏰

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