E tutti diventarono motociclisti

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C'era una volta un pallino nell'universo che si chiamava Terra:

Un giorno un pallino ancora più piccolo, molto ma molto più piccolo, si insinuò tra la gente: dapprima timidamente, poi, visto che ci stava bene in mezzo alle persone, si fece coraggio. Così raggiunse tutti.

Non era proprio un simpaticone quel pallino, dove arrivava qualche danno lo faceva; la gente decise così che era meglio guardarsene bene dall'accoglierlo dentro di sé, anzi, bisognava proteggersi! Si scoprì che solo dicendo "buongiorno" oppure "ciao, come stai?" si faceva una strage.

Partirono così gli esperimenti: "state lontani", "usate le mascherine!","state a casa, uno per stanza, con le mascherine"". Ma non bastava mai!

Qualcuno, forse una parrucchiera o un astronauta, propose: "Ma perché non ci mettiamo tutti un bel casco integrale, trasparente, col tergicristallo fuori e anche dentro (ovvio!), leggero ed elegante oppure sportivo a seconda dell'occasione?"

Vennero quindi prodotti caschi di taglia S, M e anche qualche L.

All'inizio la gente non era molto felice di indossare questi ridicoli copricapi, poi però tutti si abituarono. Finalmente si poteva riprendere la vita di tutti i giorni, incontrarsi, parlarsi e perfino respirare o fare un colpo di tosse! Ovviamente le mani dovevano restare incrociate dietro la schiena e gli abbracci erano solenni capocciate... ma era già un primo passo.

Con l'estate fu necessario inventare caschi anti-sudore, fotocromatici, addirittura con vezzosi cappellini colorati; vennero inventati perfino caschi col boccaglio per fare il bagno al mare (merito della famosa ditta francese D......?).

Passò del tempo; la gente ormai si era abituata. Le signore al mattino si truccavano con ombretti vivaci (dietro il casco, come dietro gli occhiali, il trucco deve essere più intenso); i signori si facevano accuratamente la barba e... track, su il casco!

Un giorno un bambino della scuola elementare era infastidito da una coccinella che si era intrufolata tra le fessure del suo copricapo; era l'ora della ricreazione e tutti giocavano allegramente in giardino. Il bimbo sprovveduto alzò il suo caschetto con rifiniture rosso fiammante per far uscire l'animaletto impiccione, ed ecco che tutti sgranarono tanto d'occhi: "Cosa hai fatto?" urlarono spaventati. "Boh, mi sembrava una buona idea..". Fu così che tutti gli scolari (che non ci pensavano proprio che si potesse vivere senza casco) si tolsero quell'aggeggio uno dopo l'altro.

Le guance presero subito colore, non erano più abituate al sole diretto; qualcuno emise starnuti: perché alcuni piccoli petali di un ciliegio, mossi dal vento, avevano trovato rifugio nei nasini all'insù. C'era di tutto nell'aria, ma non il pallino piccolo piccolo che tanti disastri aveva fatto! Forse si era stufato dei caschi, non c'era più gusto!

I bambini si divertivano a darsi pizzicotti sulle guance, le signore si guardavano allo specchio e si trovavano bellissime. Quanto agli uomini, beh... quelli non pensarono niente, solo che le partite di calcio senza caschi in campo sarebbero state una bella novità.

Insomma, tutto tornò come prima; prima che il pallino invadesse la Terra.

Tutti, ma proprio tutti, perfino i più burberi e introversi, si accorsero di quanto era bello sentire l'aria sul viso, dare un bacio ad una persona cara, abbracciarsi senza dare capocciate.

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⏰ Last updated: Mar 31, 2020 ⏰

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