Capitolo 1- Eva

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Si stiracchiò le braccia indolenzite, massaggiandosi le spalle e guardando un'ultima volta le pesanti scatole che ora sostavano abbandonate sul pavimento, accanto a due grosse valige che aveva dovuto portare lungo tre rampe di scale completamente sola: erano solo alcune delle scatole che aspettavano con ansia di essere finalmente trasferite nel nuovo appartamento, ma era positiva del fatto che in una settimana sarebbe riuscita senza alcun problema a trasferire la maggior parte delle sue cose e a concludere così il trasloco nel minor tempo possibile.

Della sistemazione di suddette cose, invece, non era altrettanto sicura di una così veloce risoluzione.

Prese il cellulare dalla tasca dei jeans chiari che aveva scelto di indossare, accompagnati da una canotta bianca ed un maglione del medesimo colore che le cadeva largo sulle spalle, lasciando intravedere le mezze maniche dell'indumento sottostante ma senza scoprirla troppo e darle un aspetto più volgare: semplice e casual, lo stile che preferiva e che più rispecchiava la sua natura pacifica e pragmatica, ma che non aveva spesso occasione di indossare, dovendo invece favorire completi più lavorati, intricati e di una certa fattura.

"Non più, non quando non sono a lavoro."

Era quasi un sollievo pensare di potersi rilassare finalmente, di potersi vestire come preferiva e con lo stile che più la rispecchiava, lasciando da parte la professionalità e l'ansia di avere sempre mille occhi puntati addosso pronti a giudicare ogni... no, non doveva più pensarci, non ora almeno: davanti alla porta bianca che la separava dal suo nuovo appartamento non poteva lasciarsi sovrastare dai pensieri di una vita che lei stessa aveva scelto di mettere in pausa, neanche quando la decisione era stata presa in un momento di impulsività che non aveva saputo controllare.

Era stato tutto troppo, e per un attimo si era sentita soffocare dalle responsabilità che a solo ventidue anni non si sentiva pronta ad accettare, non completamente almeno: per questo aveva deciso di cambiare aria, trasferirsi e vivere come una qualunque universitaria della sua età, in un disperato tentativo di ridurre almeno in parte l'oberoso carico di lavoro che la sopprimeva.

Ma essendo lei stata sempre una persona moderata e riflessiva, ligia al dovere e al lavoro prima di ogni cosa, quell'unica decisione affrettata e spontanea non poteva che lasciarla colma di dubbi ed insicurezze: forse era stato un errore, forse no, ma era troppo tardi per tornare sui propri passi e tirarsi indietro.

Non poteva evitare però la piccola morsa che le stringeva il cuore, mentre la parte maligna del suo cervello le sussurrava l'imminente fallimento di quel progetto a cui teneva tanto, ma cercò di ricacciare nella parte più nascosta del proprio cervello quelle spiacevoli sensazioni.

Guardò l'orario sullo schermo, mentre il gorgoglio dello stomaco le ricordava che era quasi ora di pranzo, e che troppo presa dal trasloco si era dimenticata di mettere qualcosa sotto ai denti: avrebbe potuto chiedere alle coinquiline che stava per incontrare di dividere con lei il loro cibo, ma e uniche interazioni sociali che intratteneva normalmente erano riservate al lavoro, con falsi sorrisi ed apparenze, non era dunque convinta che chiedere di nutrirla già dal primo giorno, senza aver dato un vero e proprio contributo alle spese fosse giusto.

Optò quindi per un veloce piano B, così da non patire la fame fino all'ora di cena, ma senza creare inconvenienti alle nuove coabitanti della casa: sarebbe entrata per presentarsi e porgere i suoi saluti, dopo un breve tour della casa avrebbe lasciato i bagagli nella nuova stanza e con la scusa di dover recuperare altri scatoloni si sarebbe fermata a mangiare qualcosa per strada, in un fastfood o qualche bancarella di strada.

Non molto sano per la dieta, ma fintanto che nessuno di sconveniente fosse venuto a saperlo, uno sgarro poteva anche permetterselo.

Tornare a casa da sola non sarebbe stato facile, forse mandare via Tristan senza preparare un piano ben studiato ed organizzato non era stata una brillante idea, ma con l'aiuto di Maps e i mezzi pubblici in qualche modo avrebbe fatto: era ora che imparasse ad arrangiarsi, visto che i mezzi di trasporto da quel momento in poi sarebbero stati l'unico modo con cui avrebbe potuto muoversi all'interno della città.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 06, 2020 ⏰

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