Fall In Love With Jimin

Novembre 2015... Le fredde strade Fiorentine si erano appena tinte di un bianco insolito –insolito visto che da quelle parti era raro vedere della neve così alta-, e la giovane con il cappotto rosso si aggirava per le vie innevate soffiando nelle piccole mani l'aria calda del suo respiro, nel tentativo di riscaldarle almeno un po'..."Maledetto inverno"...Pensò, rabbrividendo per un'altra ventata di aria gelida.
No, a Jamila non piaceva minimamente il freddo. Lei era sempre stata a favore della bella stagione, e anche se gradiva raramente la pioggia –visto che talvolta l'aiutava a rilassarsi sotto le calde coperte-, se le avessero chiesto a quale tra le quattro stagioni sarebbe stata disposta a rinunciare, lei avrebbe risposto senza indugio "l'inverno"...Ma oltre a quello, c'era anche un'altra cosa che la urtava da morire in quel momento..."Ma dove vanno tutti"...I suoi occhi fissavano sorpresi –e anche scocciati- la moltitudine di persone che le camminavano in modo frenetico di fianco, calcando i loro brulicanti piedini per quella via solitamente deserta. Odiava stare in mezzo alla folla! Lo odiava davvero! Le persone erano distratte -nel loro mondo- e si schiantavano addosso -presi dai pensieri- come fossero in una pista di auto a scontro. Per lei era la regola ormai e ciò le dava immensamente fastidio. Si domandava come mai la gente andesse a zonzo con quel freddo anzichè starsene a casa al calduccio. Pazzi!

Ma prima che potesse imprecare qualcos'altro contro il mondo intero -a quanto pare riunito tutto in una sola volta lì dove era lei-, una botta stratosferica da parte di qualcuno che passava l'aveva spintonata facendole cascare la borsa dalla spalla, sbriciolando quel poco di pazienza che le era rimasto..."Che cavolo"...Ma quando si voltò per sbraitare in malo modo "guarda dove cammini idiota", le parole le morirono in gola credendo per un attimo di morire..."Jimin?"...

<< Mi scusi >> Il giovane asiatico fece un frettoloso inchino prima di riprendere la sua strada, facendole abbassare lo sguardo per la delusione..."Non era lui...Ovviamente"...Park Jimin era il nome del ragazzo Coreano di cui lei era irrimediabilmente innamorata, e che non poteva assolutamente trovarsi lì dove era lei. Sapeva bene che era praticamente impossibile vederlo girare per le strade italiane come niente fosse, eppure guardando quegli occhi a mandorla appena incrociati, ci aveva sperato. Le mancava così tanto che lo vedeva apparire ovunque...Che brutta cosa erano le allucinazioni. Nei film aveva sempre visto la protagonista -o il protagonista- impazzire così tanto per la mancanza della persona amata fino a farsi venire dei miraggi, ma era sempre stata scettica. Non l'aveva mai creduta una cosa reale, eppure doveva ricredersi. Lei stava vivendo quella fase proprio adesso, e non era uno scherzo. Ogni volta il cuore palpitava per l'emozione, distruggendosi dalla delusione quando scopriva di aver preso un grande abbaglio... Stava così male che le mancava il respiro...

Si fermò per un brevissimo momento in mezzo a tutta quella folla che le sfrecciava di fianco ignorandola, presi totalmente dagli impegni che avevano. E si sentì immensamente sola...

-...Non è bello bere da soli, sai?...
Qui in Corea è un vero sacrilegio farlo...-

Le parole dette dal giovane le ritornarono alla mente attingendo da quei ricordi che erano diventati davvero preziosi per lei, e le lacrime ben presto le velarono gli occhi scuri..."Accidenti a lui"... Avrebbe dovuto ignorarla invece che rivolgerle la parola. Adesso, grazie a lui, non riusciva nemmeno a respirare senza sentire la fitta al petto contorcerle il cuore. Avrebbe dato qualsiasi cosa per poterlo vedere anche solo per un'istante. Perché le mancava sul serio, al punto da sentirsi morire dentro. Che ne era adesso di lei? Adesso che non poteva più controllare quello che provava?

-...Capisco che vi siete conosciuti per caso
e che siete solo amici, ma è bene per lui
che la finiate qui prima che degeneri...
Non è una persona comune come te...-