Brain

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Dio mio che male alla testa.

Mi risvegliai, all'improvviso.
Mi sembrava di essermi svegliato per la prima volta.

Stavolta era diverso dalle altre volte, ancor prima di aprire gli occhi potevo già vedere che era buio, ma buio pesto.

Le mie dita erano umide e la mia bocca asciutta.
Mi faceva una male bestiale la testa.
Avevo la nausea, il voltastomaco, un malessere che sembrava provenire dall'anima e attraversarmi il sistema nervoso come una scossa, come un fulmine.

Dopo qualche secondo, ebbi il coraggio di aprire gli occhi.

Era tutto buio.
Non era casa mia. Non era la mia camera. Non era il mio letto.
O, meglio, non era proprio un letto: ero per terra, raggomitolato come un cane in un angolo di una stanza terribilmente gelida.

Ci vollero alcuni secondi, in cui analizzai la situazione, per farmi impazzire.
Dove ero?! Cos'era questa puzza di carne putrefatta che veniva da tutte le parti? Cos'era questa puzza di piscio che come sudore fuoriusciva dalle pareti putride, sudicie, schiumose?

Mi alzai, di scatto, in piedi.
Urlai come un pazzo:
"DOVE SONO? C'E' QUALCUNO CHE MI SENTE?!
DOVE
CAZZO
SONO?"

La mia voce rituonò nella stanza, penetrando più volte nelle mie orecchie, dove il suono rimbombava fino ai miei polmoni per essere poi nuovamente vomitato fuori dal mio corpo.

Non ebbi risposta. O meglio, senti un mugolio che mi fece accapponare la pelle.

Passai alcuni minuti seduto in un angolo a piangere e sudare.
Nel buio della stanza mi sentivo un ratto in trappola, una preda per un qualunque predatore sufficientemente affamato.

Col passare del tempo, i miei occhi si adattarono al buio, e iniziai a percepire una lieve luce che proveniva da una fessura di fronte a me, era l'unico spiraglio luminoso che percepivo, l'unico altro movimento oltre ai miei.

Era una luce strana, secca, asciutta, di un colore azzurro chiaro.
Ballava, danzava nello spazio.

Capii che oltre quella porta c'era qualcuno, qualcuno che potesse modificare le ombre e le onde generate da quella luce.

Era un uomo? Un cane? Un verme? Un maledettissimo scherzo del mio cervello?
Perché non aveva risposto alle mie urla? Era la fonte del mugolio che avevo percepito?
Era forse il mio carnefice?  Meglio non indagare oltre.

Ormai la lucidità della mia pazzia mi aveva portato a ragionare, a escogitare un piano per raccogliere più informazioni.  Certo, informazioni. Informazioni,  informazioni, informazioni. Ecco di cosa avevo bisogno, di informazioni.

Iniziai a percorrere avanti e indietro la stanza, basandomi solo su quella infinitesima luce che tagliava e strappava la tela della mia vista.
La stanza era, maledettamente, vuota. Dio mio che nervoso, non c'era nulla. C'ero io e la puzza di putrefazione che aveva pervaso la mia pelle, i miei vestiti.

Giusto, i vestiti, cerchiamo di capire come ero vestito.

L'analisi fu estremamente rapida. Ero nudo.

In realtà non ero propriamente nudo, avevo una maschera gelida, di metallo bagnato. Mi copriva il viso e soltanto il viso. Mi lasciava giusto liberi gli occhi. Era forse lei la causa del mio dolore alla testa?

Dio mio che male la testa.

Percepii un foro nella mia maschera, come una serratura, probabilmente doveva esserci una chiave. Chissà dov'era.
Bene, fantastico, meraviglioso, sono un uomo nudo in mezzo ad una stanza vuota, con una maledettissima maschera in faccia, un sogno.

Brain. Dio mio che male alla testaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora