2 Gennaio 1688

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Holmes Chapel
18.23


Il camice di raso blu elettrico punge sulla pelle di Harry, le braccia leggermente ruvide percorse da brividi, sente l'aria passare per le maniche della stoffa leggera fino a stuzzicargli il petto.

É, come suo solito, chiuso nel suo studio verso tardo pomeriggio, con un lume quasi consumato e dalla fiamma tremolante nell'angolo della scrivania di legno lucido scuro, che fa da unica fonte di luce e calore.
Il piacevole contrasto tra il rosso bagliore soffuso davanti al suo viso corrucciato e il blu della notte che incombe incupito dalle nubi nel cielo inglese.

Fuori, un temporale violento e il tirare del vento minacciano la pace e il silenzio della villetta, dimora ereditata da Harry dal padre da poco deceduto per un'influenza.

I fulmini rendono l'atmosfera, triste e malinconica, più frizzante e un po' macabra, l'improvviso illuminarsi dell'intera stanza di bianco puro, le ombre dei mobili che si proiettano minacciose sulle pareti.

Sembra la casa degli orrori, chiunque viva ad Holmes Chapel nel XV secolo ha paura ad avvicinarsi ai cancelli di ferro color seppia circondati da verdi rovi di more.
Si narra che, una volta messo piede all'interno del giardino curato dove sbocciano rigorosamente solo rose rosso sangue, non si possa più uscire.
Queste voci hanno sempre infastidito il figlio del duca Styles, il cui padre invece prendeva la vita alla leggera e tutte le menzogne popolane come sintomo di ignoranza e debolezza.

Harry strizza gli occhi ancora una volta disturbato dall'illuminarsi della strada affollata: donne che corrono nei loro vestiti scuri e pomposi sotto ombrellini troppo piccoli per riparare una persona dalla pioggia torrenziale, carrozze che sfrecciano veloci per le vie acciottolate sollevando acqua dalle piccole pozzanghere fangose, il nitrire dei cavalli che trainano i carri sotto al vento gelido e che, impazienti, chiedono la libertà.

La libertà è il più grande desiderio di Harry.

Il rumore di un tuono squarcia il cielo e, per la milionesima volta, la mano fremente di afferrare la piuma e buttare giù una lettera di ringraziamento si fa strada fino al volto del ragazzo; non sia mai che qualche fonte di luce troppo brillante spenga il fascino dei suoi occhi color smeraldo.

Poi egli afferra e stringe i capelli nervoso, i morbidi ricci che solitamente cadono sulle sue spalle ora sono tirati con brutalità dalle mani affusolate verso l'alto in segno di stizza.
Deve riuscire a scrivere entro quella stessa sera, ma le idee non fanno capolino nella sua mente; ed é una novità spiacevole per il giovane, che sempre riesce ad ammaliare le persone e ad incantare il prossimo con la scelta delle sue parole.

La piuma ancora in attesa di essere maneggiata e tracciata con cura sulla superficie del foglio, al momento la punta é immersa nel calamaio ramato colmo d'inchiostro nero, quasi vischioso, e sembra essere la più grande sfida per Harry.

Un altro bagliore, il foglio ocra poggiato sulla scrivania, inizialmente scarsamente illuminato dal lume, si accende di luce bianca come per richiamare l'attenzione del ragazzo.
Il riccio sta pensando, vagando con la mente al pomeriggio precedente.
Deve trovare le frasi più appropriate per ringraziare la corte, re Giacomo II Stuart. in persona, vecchio amico di famiglia, che in onore del suo mancato padre ha organizzato un banchetto al quale tutti i massimi esponenti della società inglese hanno partecipato.

Però l'effetto ottenuto non è quello sperato, riflettere sulla notte appena passata non fa altro che riempire la mente di Harry di pensieri sconci e straripanti di lussuria.
Un desiderio carnale incontrollabile che si accende ogni qual volta che il giovane vede del limpido azzurro.

Quasi quasi è una fortuna che il cielo sia scurito dalle nuvole nere e maestose che riversano lo schifo degli uomini sulla terra, altrimenti il dolore avrebbe reso troppo insopportabile la triste verità per Harry.

Il conte di Doncaster aveva conversato con lui tutta la sera, si era amichevolmente (si fa per dire) accomodato difronte al riccio nel tavolo lungo e imbandito di ogni prelibatezza immaginabile.
Piatti di verdure fumanti, scodelle riempite di fresca frutta colorata che la maggior parte dei commensali non aveva mai visto.
Interi vassoi di argento offrivano le carni più pregiate cotte alla perfezioni e ceramiche ricamate di dolci tulipani e viole contenevano salse e più di tre tipi di olii.

Il caldo del fuoco attizzato nel camino di marmo divampava e si mischiava con l'aria, rendendo Harry sempre più voglioso del corpo dell'altro in mezzo a tutta quella ricchezza e ben di Dio.
L'uomo dagli occhi blu, é così che lo identifica ormai il duca nelle sue fantasie, avrà avuto al massimo tre anni più di lui, ed era divino con addosso gli abiti d'orati e color panna più eleganti e pomposi che egli avesse mai visto.

Chi dice che il periodo barocco viene solo dopo il XVIII secolo è perché non ha mai prestato attenzione all'amore per l'appariscenza dell'alta borghesia e della nobiltà inglese al finale del 1600.
Magari non sono i dipinti o le sculture i protagonisti di tanta meraviglia ed esagerazione, ma quel ragazzo da Doncaster definitivamente amava mettersi in mostra.

Lo sfondo dalle tende bordeaux, ricamate con la più pregiata seta, incorniciavano alla perfezione il recente ricordo nella mente del giovane duca, una visione angelica pareva essergli parsa dinnanzi.
Era l'unico però a bearsi di quella vista, perché se lo avessero scoperto, la morte sarebbe potuta incombere sulla sua vita anche più veloce della luce.

L'omosessualità considerata un peccato, una bestemmia.
Ma l'attrazione per il sesso maschile non può svanire con uno schiocco di dita.

Dopo la succosa e delicata macedonia si erano diretti nella sala da ballo, dame su dame chiedevano la mano dell'affascinante ragazzo dagli occhi verdi, che però mentiva sulle sue abilità nella danza per studiare il volto dell'altro e staccarsi di dosso tutte le ragazze impazienti di stare a contatto con lui.

Anche il soggetto delle attenzioni del duca non aveva accettato inviti per cimentarsi nei balli e librarsi sulle note degli strumenti, che armoniosi, riecheggiavano nel piccolo padiglione marmoreo e d'avorio.

Così, leggermente intimidito, approfittando della distrazione altrui, il riccio si era avvicinato alla figura luminosa accanto all'arco delle finestre, e lì avevano conversato amabilmente per tutto il tempo restante come amici di vecchia data.
Prima di scambiarsi inchini e cerimonie di saluto, il piacevole intrattenitore della sua serata aveva rivelato la sua identità presentandosi con il nome: Louis William Tomlinson.
Elegante, memorabile.

-Harry Edward Styles- disse prima dello scoccare della mezzanotte il riccio, che quindi dovette affrettarsi a raggiungere la sua carrozza nel patio della reggia di re Giacomo, come nelle più moderne favole, ma notò che era già andata via quando arrivò affannato dalla corsa alla scalinata che dava sul giardino poiché, tra tutti gli altri cocchieri, non distinse il suo.

Con un sospiro di sconfitta che usciva dalle labbra iniziò ad imprecare, non era abituato a camminare e la strada di ritorno era molto lunga, il freddo di gennaio sembrava schiacciarlo fino a soffocarlo e una congestione non rientrava nei piani del ragazzo.

Così il Signor. Tomlinson gli offrì un posto accanto al suo sui sedili verde scuro di velluto della sua carrozza.
Ed Harry gliene fu così grato (sia per il passaggio, che per la piacevole serata) da lasciare timidamente un bacio a fior di pelle sulla guancia lattea del suo salvatore, prima di scendere velocemente dal mezzo, inchinarsi all'altro, che avrebbe alloggiato poco distante dalla dimora Styles, e varcare la soglia di casa con un sorriso smagliante.

La nottata si era quindi conclusa al meglio per Harry, ancora preso a fantasticare sulle labbra sottili e le iridi limpide, cristalline, incantevoli, del conte; ma anche nel peggiore dei modi.
Il destino non vuole che il duca stia con chi è di suo interesse, non può semplicemente andare a salutare il suo occhi blu per la sua partenza definitiva, che sarebbe stata al prossimo sorgere del sole.

Per questo, con la consapevolezza di star vivendo l'ultima notte con il suo caro nelle vicinanze, Harry cerca di scrivere alla corte e distrarsi dal senso di abbandono.
Non è nel suo interesse riuscire nell'intento, per quanto faccia male ama la libertà che sente nel pensare a quegli occhi glaciali.
Ma poi si costringe a scrivere, e le frasi che raccontano di una notte magnifica inondano tre fogli diversi, fronte e retro, senza che il ragazzo se ne capaciti.


N.A.
ECCOMI! SONO TORNATA CON UNA LARRY!
Amo questi due insieme, non posso farci nulla.
Ditemi sempre cosa ne pensate 💙
-V

These petals won't keep us apart  // l.s. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora