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Una semplice giornata estiva del 1964 sembrava per John, che sdraiato sullo sdraio nel largo giardino di casa sua, pensava a qualche canzone da scrivere per il nuovo album.

Il sole illuminava il viso addormentato di John, che teneva le braccia allargate sui due avambracci dello sdraio.

Sentiva che il suo piccolo figlioletto Julian stava giocando, e a quel pensiero gli venne un sorriso sulle labbra: chissà se il suo bambino sarebbe diventato come lui da grande, pensava.

«Mamma! Mamma! Mi leggi una storia?» sentì esclamare Julian, prendendo un libro dalla libreria.
John aprì un occhio, e vide Cynthia prendere in mano il libro "Alice nel paese delle meraviglie".

Oh, John amava quel libro.

Richiuse gli occhi, e a tratti ascoltò la storia, e a tratti sonnecchiava.
Pensava quanto gli sarebbe piaciuto diventare per un momento la protagonista Alice e poter vivere avventure anche lui.

Solamente che lui non avrebbe potuto.

La prima cosa a cui pensò era vedere Paul vestito da Bianconiglio, o magari George come uno Stregatto, o ancora Ringo, vestito da Cappellaio matto.
Magari John era Alice? No, lui voleva essere il tricheco.

Il suo filo di pensieri fu interrotto da uno strano rumore che sentì, proveniente da sotto lo sdraio.
Spaventato che potesse essere un serpente, John si alzò con un balzo ed entrò di fretta in casa.

Con il caldo che faceva durante la giornata, John si mise vicino alla finestra, e iniziò ad abbozzare una canzone che gli era venuta in testa mentre era fuori.

Tutto sembrava ad andare bene, anzi, perfettamente, finché una forte ventata d'aria non fece volare via il foglio nella quale aveva scritto le sue idee.

Di corsa, John uscì di casa, e cercò di prendere il foglio, prima che fosse veramente troppo tardi.

Le sue speranze furono invane, visto che il foglio dove aveva scritto, finì per cadere in un pozzo non molto distante da lì.

«Maledizione! Stava venendo così bene!» esclamò arrabbiato John, ma non si arrese: si tenne per la corda del pozzo e scivolò lì dentro.

Solo che sembrava non finire mai.

Spalancò gli occhi e vide tutto buio, neanche una minima luce, e si rese conto che la corda era sparita.
Si sentiva ancora cadere, la maglietta che gli veniva in faccia e le braccia alzate.

Non capiva più nulla.

Sperava fosse un sogno, perché a quel punto, era davvero spaventato.
Guardò sotto di lui, e a sua gioia, vide una luce offuscata, che dopo un po' si ingrandì, fino a diventare enorme.

Pochi secondi dopo, sbatté la testa contro il terreno, e nonostante sentì male, si rassicurò abbastanza nel vedere l'erba verde attorno a sé.

«Ma cosa è successo?! Dove sono finito? Questa non è casa...» si guardò attorno, spaventato.

Sentiva qualche voce, ma che non riconosceva molto bene.
Si alzò in piedi, ed iniziò ad esplorare la zona.

«Cynthia? Julian?» provò a chiamare John, sperando in una risposta dai familiari.

Ma nulla.

Solo un vocio proveniente da un edificio, svariati alberi e un bianco pavone che passeggiava vicino a lui.

Sembrava così calmo ed innocente, pensò il ragazzo, osservando l'animale.

Decise però di non soffermarsi tanto sul pavone, perciò si diresse verso l'edificio e provò a bussare, sperando che qualcuno sarebbe arrivato ad aprirgli.

||Angolo autrice|| ♡
Ciao a tutti! È da qualche mese che ho in mente questa storia, e solo oggi ho deciso di pubblicarla, quindi eccomi qui XD
Comunque, spero vi piaccia, e ci vediamo al prossimo capitolo, ciau! ✧*。

𝙒𝙃𝙀𝙉 𝙄'𝙈 𝙎𝙄𝙓𝙏𝙔-𝙁𝙊𝙐𝙍 - the beatlesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora