Before you go

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Una leggera brezza marina scompigliò i capelli di Castiel e alcune gocce d'acqua di mare gli finirono addosso. Si alzò sui gomiti e i suoi occhi blu socchiusi, abbagliati dal caldo sole di Luglio, guardarono di fronte a sé. Sorrise, incrociando lo sguardo di Dean, quest'ultimo lo fissò per un attimo, con quegli occhi verdi e maliziosi attraversati dalla salsedine, poi tornò a giocare insieme a Bobby. Tra schiamazzi e gare con i materassini quei due si stavano proprio divertendo. Tirò un respiro profondo, quando sentì alle proprie spalle dei passi sulla sabbia che si avvicinavano. Sam si sedette al suo fianco, su un telo libero, incrociando le gambe.

«Certe volte mi chiedo chi dei due abbia otto anni e chi quaranta.» gli disse, curvando le labbra in un leggero sorriso. Castiel si adombrò. «Tu e Gabriele state facendo un ottimo lavoro con Bobby, è un bambino allegro e intelligente.»

«Ti ringrazio Cass, tu invece stai facendo un ottimo lavoro con mio fratello. Sei la sua ancora di salvezza, lo stai aiutando.»

Un nodo gli strinse la gola, dovette deglutire un paio di volte per riuscire a parlare. «No. Avrei dovuto proteggerlo da qualsiasi cosa, ma ho fallito» mormorò, con la voce incrinata. Non era mai stato la sua ancora di salvezza quanto più la sua rovina. Dean aveva concentrato tutte le sue energie per rimediare ai problemi che Castiel aveva combinato e non si era mai occupato di se stesso, della sua salute, non ne aveva mai avuto il tempo. Adesso, che da un mese gli era stato diagnosticato il cancro ad uno stadio avanzato, l'angelo non poteva fare a meno di sentirsi addosso tutte le colpe possibili, anche quelle che in realtà non poteva avere. Non lo aveva salvato, Sam si sbagliava di grosso!

«Cass in nessun modo può essere colpa tua, lo sai vero?»

L'altro si voltò a guardarlo. «Non posso vivere senza di lui.» gli disse semplicemente. Senza Sam e Gabriele sarebbe sicuramente crollato già da tempo di fronte a quella situazione, invece i suoi amici erano riusciti a tenerlo in superficie, ma per quanto ci provassero l'ossigeno non bastava mai a Castiel. Non voleva farlo, non voleva vivere senza Dean, che lo lasciassero annegare pure, non gli importava.

Sam gli poggiò una mano sulla spalla e aprì la bocca per dire qualcosa quando delle urla lo fecero bloccare. Dean era uscito dall'acqua con Bobby attaccato alla sua schiena e continuava a correre a destra e sinistra.

«Aiuto! Aiutatemi!» urlò fingendosi terrorizzato, mentre il bambino alle sue spalle se la rideva come un matto. Dean aveva già il fiatone, si sentiva terribilmente stanco, ma cercò di non darlo a vedere. Voleva solo trascorrere dei bei momenti con il suo unico nipotino, prima di andar via per sempre. «Aiutatemi! Ho un polipo sulla schiena!» continuò a gridare, facendo ridere il piccolo. Sam si alzò e li raggiunse.

«Andiamo piccolo polipo, lascia stare lo zio!» glielo staccò di dosso, caricandolo su una spalla a testa in giù, come un sacco di patate. «È ora di mangiare.»

«Giochiamo dopo, zio?»

Dean gli sorrise. «Certo, ti aspetto per altre gare!» gli disse, passandogli dolcemente una mano tra i capelli. Non appena si allontanarono Castiel gli si avvicinò con un telo da mare e glielo mise sulle spalle.

«Non ti fa bene questo sbalzo di temperatura.» lo rimproverò, asciugandolo quel poco che poteva. Dean mugolò infastidito e si scostò da lui, più bruscamente di quanto in realtà avesse voluto.

«Sto bene. Non devi farmi da mamma.» gli disse con durezza, l'altro lo guardò con fermezza dritto negli occhi.

«Non ti faccio da mamma, sto solo cercando di proteggerti.»

«Cerchi di proteggermi? E da cosa, visto che morirò in ogni caso?!» alzò la voce, il suo cuore cominciò a battere in modo irregolare. Cercò di calmarsi, ultimamente era una bomba ad orologeria pronta ad esplodere in qualsiasi momento e per un niente. Castiel s'irrigidì e lasciò il telo indietreggiando di qualche passo, sostenne lo sguardo di Dean senza distoglierlo per un solo istante.

Before You Go ||Destiel||Where stories live. Discover now