«Che cos'è l'arte?»
Il docente si alzò dalla cattedra per parlare alla classe, osservando i suoi studenti uno ad uno e soffermandosi sulle loro espressioni sbigottite. [...] Poi il suo sguardo cadde su uno studente biondo, quasi tendente al grigio...
L'arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è.
(Paul Klee)
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«Che cos'è l'arte?»
Il docente si alzò dalla cattedra per parlare alla classe, osservando i suoi studenti uno ad uno e soffermandosi sulle loro espressioni sbigottite. Lui conosceva già la risposta a quella sua domanda ma non sapeva che cosa sarebbe frullato nelle teste di quelle circa settanta persone sedute in quell'aula universitaria il primo giorno di lezione del corso di Psicologia dell'arte. Non avrebbe dovuto trovarsi lì, il suo lavoro era un altro ma gli si era presentata l'occasione di sostituire il docente di ruolo per le prime quattro settimane di lezioni e lui aveva semplicemente colto la palla al balzo. Dopotutto era sempre meglio poter interagire con delle giovani menti piuttosto che infangarsi nei meandri della propria mente, soli tutti il giorno, giusto?
«Me lo sapete dire?» Si guardò intorno facendo il giro della cattedra e sedendocisi sopra con un balzo, accavallando poi le gambe. «Tu, terza fila, settimo posto.» Indicò una giovane ragazza con lunghi capelli tinti di rosa e alcuni riflessi viola. «Prendi pure il tuo telefono, apri Google e cerca che cos'è l'arte. Poi leggi ad alta voce ciò che trovi nella prima voce della ricerca.»
La ragazza annuì, estraendo il telefono dalla tasca e sbloccando la schermata, prima di far picchiettare le lunghe unghie alla ricerca della risposta alla domanda del suo professore. Quando trovò quanto richiesto, si schiarì la voce.
«Arte, sostantivo femminile. Qualsiasi forma di attività dell'uomo come riprova o esaltazione del suo talento inventivo o della sua capacità espressiva.»
«Che definizione di merda.»
La ragazza si paralizzò e sgranò gli occhi. Molti studenti si girarono nella sua direzione, altri invece osservarono sconcertati e sbigottiti il loro insegnante.
«P-professor Jung, i-io-»
«Non è colpa tua se su Internet si trovano solo definizioni di poco conto, ovviamente. Spero tu non ti sia sentita attaccata. Anzi, grazie mille per il tuo aiuto e per la tua disponibilità.»
La ragazza prese un respiro profondo e chinò la testa in segno di rispetto, prima di arrossire e spostare lo sguardo. A quel punto il professore continuò, spiegando finalmente ai suoi studenti il motivo di quel suo quesito.
«Internet è una piattaforma sterile e neutrale, le definizioni che vi si trovano non sempre rispecchiano a pieno la realtà perché hanno uno puro scopo informativo. Le mente umana invece, le vostre giovani menti, sono esse stesse parte della definizione di arte. Ecco perché vi ho posto una domanda del genere e la risposta più corretta probabilmente sarebbe stata che non può esistere una sola ed unica definizione di arte. Arte è tutto e niente.»
