11. Ignoto

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Miles spalancò gli occhi, puntandoli poi su Echo che era china su di lui, cercando di svegliarlo. Lei si era svegliata subito, sussultando, o forse neanche dormiva, non ci aveva prestato molta attenzione. Aveva la mente piena di incognite; la discussione con Eve, che non si fidava di Miles e poi quella con lui, che sapeva sempre come colpire i suoi punti deboli. Miles ad Echo dava l'impressione di essere un ragazzo in conflitto col mondo, che però faceva finta di nulla con una maschera d'indifferenza e satira. Ma sapeva che sotto c'era qualcosa di più, una persona non poteva essere mai soltanto quello.
Miles spinse via Echo, preoccupato, si alzò in piedi velocemente, con un balzo e mentre ancora Eve dormiva, urlò a tutti che dovevano andare in caffetteria, perchè qualcuno aveva suonato l'allarme d'emergenza.
Echo si sentiva ancora frastornata dalla notte, dai suoi pensieri e dal caldo rasserenante del sacco a pelo. Sentì tutta la sua ansia ritornare partendo dalle punte delle dita, fino al collo e poi alla testa, che le pulsava di dolore, facendola entrare in uno stato di confusione e allerta, molto simile al panico, ma un gradino più in basso.
Eve che dormiva ancora beatamente, con la bocca aperta, venne svegliata da Chris, che le urlava di doversi sbrigare, che dovevamo andare via da lì.
Eve si stroppicciò gli occhi, confusa, molto confusa, e con uno sguardo indagatorio e movimenti lenti, si mise seduta.
-Ma avete messo una sveglia?- chiese con la voce di chi si era da poco svegliato, riferendosi all'allarme. Chris la obbligò ad alzarsi e le mise a posto le cose, visto che Eve era ancora assonnata e non riusciva a capire molto. Echo raggiunse Miles, che era andato avanti, all'incrocio tra upper engine e i due corridoi: uno che scendeva e l'altro che andava a sinistra, fino alla caffetteria.
Miles lanciò un'occhiata silenziosa ad Echo, lei riuscì a percepire la sua preoccupazione, ma non gli disse nulla, non aveva voglia di alterarlo  facendoglielo notare, non era un tipo che avrebbe avuto voglia di sentirsi dire queste cose, avrebbe sicuramente negato, mostrando la sua più contrariata e fredda espressione del viso.
Appena anche gli altri li raggiunsero, Miles iniziò a correre, seguito a ruota da Echo e gli altri, che ancora presi dal sonno, avevano un passo più lento.
Echo, per ogni passo in più che muoveva, si sentiva come cadere a pezzi. Le girava la testa, per essersi alzata in quel modo così brusco e aveva la vista ancora un po' appannata.
Notò Miles rallentare un attimo e lanciarle un'occhiata veloce, per poi continuare a correre come se niente fosse.
Arrivarono in caffetteria, la stanza più grande di tutta la navicella, dopo circa un minuto di corsa nel corridoio di medbay.
Echo si sentì un po' scossa ritrovandosi davanti a tutti gli altri ragazzi. Erano passati circa tre giorni, eppure le sembrava un'eternità.
Erano tutti intorno a qualcosa, di spalle, molti si girarono sentendoli arrivare.
Miles respirava a fatica, cercando di mascherare il più possibile il suo malessere esagerato, soprattutto in quel momento che tutti erano girati a guardarli.
Cercava con lo sguardo quella persona, la individuò, ma non osò avvicinarsi, non era quello il momento adatto, non doveva succedere così in fretta. Imprecò mentalmente, mantenendo la sua solita espressione impassibile, poi si girò verso Echo.
Echo era in allerta, non sapeva cosa aspettarsi e Miles riusciva a percepirlo. Era un fascio di nervi, non aveva quasi neanche il coraggio di guardare gli altri, per paura di sapere qualcosa che non avrebbe voluto.
-Mi sa che è scappato il morto.- commentò Eve con un filo di ironia nel tono di voce.
Echo fissava il vuoto con gli occhi spalancati scuotendo la testa. -ho la nausea... io ve lo dico, ho la nausea- indietreggiò urtando Miles che si trovava poco dietro di lei.
-Vedi di fartela passare.- la ammonì, spingendola via per togliersela di dosso.
-Non prevedo nulla di buono...- sospirò Sid, aggiustandosi gli occhiali raggiungendo Miles.
-Neanche io.- disse poi lui. Echo si stupì nel percepire nel suo tono di voce un filo di preoccupazione. Allora anche Miles era un essere umano che provava emozioni negative! Quel pensiero le fece affiorare un sorriso che represse però immediatamente.
-Dove eri finito?- Rosemary spuntò alle spalle di Echo, con le braccia incrociate e il broncio. Guardava Miles contrariata, o forse era più irritazione quella che provava. Lui sospirò girandosi verso di lei.
-Ciao Rosemary.- le disse con un mezzo sorriso.
-Tutto qui?- chiese lei stizzita, appoggiando le mani sui fianchi e lanciandogli un'occhiataccia. Poi si girò verso Echo fulminandola con lo sguardo.  Non le piaceva Echo, non le era mai piaciuta dal primo giorno che l'aveva vista. Le sembrava una bambina, una stupida bambina che non sapeva dove stava andando a mettere le mani. La voleva lontana da Miles, assolutamente.
-Perchè eri con lei e non con me?- chiese avvicinandosi con rabbia a un palmo dal suo viso, lui rimase impassibile, senza muoversi di una virgola. La guardava negli occhi con tranquillità, come se nulla potesse toccarlo, come se tutto gli fosse indifferente.
Echo schiuse appena la bocca, guardando prima Miles e poi Rosemary, indietreggiando appena.
- È stato un caso Ros, calmati.- rispose lui con tono piatto, continuando a guardarla negli occhi.
-E perché non mi stavi neanche cercando?- insistette lei stringendo i pugni. Echo aveva la testa piena di domande, domande a cui avrebbe voluto trovare una risposta, li guardava attonita, non sapendo cosa dire, non sapendo se difendere Miles o appoggiare Rosemary. Era la sua ragazza?
-Beh questo non puoi saperlo con certezza...- Intervenne Sid, ma chiuse immediatamente la bocca quando incrociò gli sguardi di Miles e Rosemary che si erano meccanicamente girati nella sua direzione.
-Non mi perderei una scena del genere per nulla al mondo.-disse nel frattempo a bassa voce Eve a Chris, che se la rideva poco lontano da Rosemary e Miles.
-Ripeto, è stato un caso.- continuò Miles facendo spallucce, come se fosse annoiato dalla questione, o meglio, indifferente.
-Ma poi, perchè proprio lei!?- Indicò Echo con stizza, alzando un sopracciglio. Tutti puntarono gli occhi su di lei, che si sentì piccola piccola in confronto a Rosemary. Abbassò lo sguardo imbarazzata, per poi rialzarlo e aprire la bocca per difendersi. Non aveva mai sopportato Rosemary e il suo atteggiamento di superiorità nei confronti di tutti.
-Eravamo solo noi due, così abbiamo deciso di proseguire insieme...- Echo iniziò a parlare in difesa di Miles, ma Rosemary la interruppe immediatamente.
- Ho capito bene!?- esclamò a bocca aperta. Miles alzò un sopracciglio, stava iniziando a infastidirsi.
-e cosa avreste fatto voi due insieme?- continuò lei, rigirandosi verso Miles, guardandolo con occhi sbarrati, come se si aspettasse chissà quale confessione.
-Tutto quello che tu non hai voluto fare con me.- rispose Miles reprimendo una risata e cercando appoggio nello sguardo di Echo. Echo faceva segno di no a Miles, ma lui insisteva.  Si sentiva confusa, dove voleva arrivare? Cose le voleva fare credere?
Rosemary si voltò stizzita verso Echo.
-Ti piacciono le bambine?- gli ringhiò contro fuori di se.
-Beh, almeno le bambine me la danno.- rispose lui con un sorrisino.
Echo spalancò gli occhi, voltandosi verso Eve e Chris. Sid la guardò con fare indagatorio e scoppiò a ridere.
-Complimenti Miles! Il solito ragazzo egoista che pensa solo a scopare e se ne frega delle persone, pensavo fossi diverso!- Sembrava sul punto di piangere, anche se era difficile da comprendere dal suo sguardo orgoglioso e indignato.
-Beh, te l'avevo anche detto che le condizioni sarebbero state queste.- continuò Miles senza battere ciglio, ridendo sotto i baffi. A quel punto Rosemary gli diede uno schiaffo, facendo girare tutti gli altri a guardare la scena, per poi andare via, tornando dalla folla.
Echo strinse i pugni avvicinandosi minacciosa verso Miles.
-Perchè le hai detto quella cosa!?- esclamò ancora a bocca aperta, con le sopracciglia aggrottate. -Sei pieno di sorprese- aggiuse poi, portandosi una mano tra i capelli, scossa.
-Sei una continua contraddizione, pensavo non ti importassero...queste cose .- Echo fissava il vuoto cercando di riprendersi dall'imbarazzo.
-E infatti ti sbagli, a lui interessa prima di tutto di scopare.- Rise Sid.
-Beh, come tutti i ragazzi no?- si intromise Eve ancora scioccata.
- Non vorrai paragonarmi agli altri ragazzi, il mio QI è sicuramente superiore a...-  Miles venne interrotto da Chris.
-Lo avete seriamente fatto? Quando?- si rivolse ad Echo incredula. Echo scosse la testa bruscamente, girandosi poi verso Miles. - ora tutti penseranno che sia la verità.-
Miles rise.- buon per te- Echo alzò un sopracciglio attonita. Non amava particolarmente quelle situazioni, la facevano sentire in imbarazzo, impotente.
- Quindi!?- insistette Chris.
-No Chris, no! Può essere mai!?- esclamò Eve zittendola, poi si rivolse ad Echo. - Ho ragione, no?- Echo la spinse via ed Eve scoppiò a ridere.
Echo si chiese come potesse un ragazzo come Miles avere due personalità contradditorie del genere. Si prendeva gioco dei sentimenti delle persone che stavano intorno a lui, ma se ne prendeva gioco come per dargli una lezione di vita, lo faceva con fermezza e saggezza, non per fare del male a qualcuno. Sapeva quello che voleva, e nessuno poteva discutere con ciò, se non andava bene a qualcuno a lui non importava, si circondava di chi poteva pensarla come lui, senza recargli noie.
-Ti ho stupita?- chiese Miles ad Echo, con la sua solita espressione seria. Ma i suoi occhi lo tradivano, erano divertiti.
-Me lo rinfaccerai per tutto l'esperimento?- controbattè Echo con una punta di ironia.
-può darsi.- fece spallucce lui.

Among us (IN REVISIONE) Where stories live. Discover now