Capitolo 1

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Devo accettarlo, devo accettare tutto scrivendo, sembra un controsenso ma lo vedo come uno sfogo. Spero che almeno questo funzioni.

Iniziò tutto lo scorso Dicembre, saranno state le sette inoltrate di mattina. Il sole, com'è solito fare d'inverno, sovrastava appena i tetti delle case, coi suoi raggi deboli e offuscati dalle nuvole illuminava il minimo indispensabile per dar vita a tutta la mia città. Attraverso le tende della mia finestra si notavano degli alberi spogli, uno in particolare si affacciava sulla mia camera. C'era un lieve vento, che ogni tanto faceva sballottolare i rami di quell'albero a destra e a sinistra, ho sempre avuto paura che quello stupido albero cadesse sulla mia camera. Si prospettava un'ottima giornata per rimanere in casa e studiare com'ero solito fare.

Il mio bel sonno quella mattina fu interrotto da un disturbatore abusivo,

"È ora di alzarsi, che dici?"

Con questa frase l'intruso tirò le tende della mia camera, e illuminò l'intera stanza, svegliandomi.

D'istinto portai la coperta agli occhi e scioccamente chiesi: "Chi è?"

Dalla voce avevo già capito fosse Alessandro, d'altronde era l'unico ad avere le chiavi di casa mia. Sentii dei passi spostarsi dalla finestra al mio letto e lentamente ale abbassò la coperta lasciandomi gli occhi liberi di vagare per la stanza e per il suo viso.

"Indovina." disse fissandomi. Ha sempre avuto quei due bellissimi occhi color nocciola, non sono mai stato un fan di quel colore ma a lui stava bene. Erano di un marrone scuro ma allo stesso tempo molto acceso, non lasciava intravedere molte sfumature ma aveva un rigido distacco tra l'iride e la pupilla.

"Buongiorno." Iniziai a sgranchirmi le braccia, sbadigliando e alzandole per aria.

"Com'è che sei qui?" Gli chiesi, mentre avevo ancora la bocca spalancata lasciando capire della mia frase solo qualche vocale.

"Non avevo di meglio da fare e non volevo far colazione da solo, oltre questo sai quanto mi piace piombarti in casa senza preavviso." Disse lui inespressivo, a fine frase fu infettato dal mio sbadiglio.

"Tanto la sveglia sarebbe suonata da qui a poco."

Lui fu più garbato, finì di sbadigliare e tornò a parlare: "Sono arrivato giusto in tempo allora, tanto non devi nemmeno uscire di casa." Continuò: "Brutta la DAD, non mi manca per niente."

"Spero finisca il prima possibile." Alex si era diplomato l'anno scorso, a me invece toccava ancora sopportare la didattica a distanza.

Mi fermai per guardarlo, quando ricambiò lo sguardo mi scossi e appoggiai i piedi a terra, "Quindi, facciamo colazione?"

"Aspetto il padrone di casa." E si spostò lasciando libera la pista tra me e la porta. Mi incamminai verso la cucina con ale al mio seguito.

"Cosa ti va? Latte, Tè, biscotti, cereali..." iniziai a proporgli qualcosa guardando tra gli scaffali.

"Due tazze di tè?"

"Andata."

Alex prese posto al tavolo mentre io preparavo la colazione.

"Quindi, riuscirai a diplomarti?" Mi chiese mentre prendevo i cucchiai.

"Cosa? Sì, ovvio." Mi girai posando ciò che avevo preso, "Perché questa domanda?"

"Insomma, prima ti diplomi prima inizi una nuova bellissima vita."

"È davvero così bello non fare le superiori?" gli chiesi prendendo due bustine di tè.

"Non sai quanto, poi mi dirai se ho torto."

Ricordo benissimo che Alex dipingeva sempre la vita post superiori come la miglior parte che abbia mai trascorso fino a quel momento. Mi riempiva la testa di sogni, la maggior parte di questi erano veri, gli altri lo sono stati solo per poco tempo.

Mi sarebbe piaciuto conversare per più tempo con lui ma le lezioni iniziavano alle otto. Il tempo di fare colazione e avrei dovuto accendere il computer.

Con la stessa fretta che ci misi a prepararla così consumai la colazione. Mentre io avevo un fare frettoloso, Alex nonostante fosse perfettamente conscio dell'ora aveva un comportamento mille volte più calmo del mio.

Sapeva che non sarebbe potuto rimanere a lungo, quindi con disinvoltura si alzò: "Beh, penso di aver svolto il mio dovere da bravo cittadino, amico e scroccone. Ora torno a casa e ci sentiremo per pomeriggio immagino." Sospirò guardandomi dall'alto in basso, "Devo lasciarti ai libri mi sa."

Io annuii con il volto malinconico di un soldato che lascia la famiglia per il fronte.

Anch'io seguendo ciò che fece lui lasciai il mio posto e lo condussi alla porta.

"Domani ci vediamo?" Gli chiesi appoggiandomi con una spalla al muro e braccia conserte mentre ale si rimetteva le scarpe e il giubbino.

"Devo tornare a farti la sorpresa mattutina?"

"Non sarebbe una sorpresa ma sicuramente lo apprezzerei."

Alex finì di prepararsi e si bloccò alla porta. "Vedrò se i miei impegni me lo permetteranno."

Sembrava aspettasse il mio consenso per uscire di casa, dunque mi avvicinai ad aprirgli la porta.

Gli porsi la mano, non so perché, penso che fossi già entrato nella persona che sarei stata durante le videolezioni.

"Ci vediamo allora."

"La mano, davvero gio?" scostò la mano e mi abbracciò, per poi incamminarsi al cancello esterno.

"Ah un'altra cosa" si fermò a metà strada. Notavo il sorriso che lo contraddistingueva anche se mi dava le spalle con la testa girata a novanta gradi.

"Mettiti qualcosa ai piedi che sennò prendi freddo, e magari indossa un pigiama meno attillato." Finita la frase tornò a camminare verso la strada.

Gli risposi annoiato: "Certo mamma."

"Qualcuno deve pur farti da mamma fin quando starai solo."

I miei genitori al tempo erano entrambi all'estero per lavoro, ero l'unico padrone di casa in quel periodo e gestivo tutto da solo.

Dopo il suo piccolo appunto uscì dal cortile salutandomi con la mano, "Ciao, stammi bene!" e si dileguò dietro i cespugli del cortile.

"Anche tu." Bisbigliai senza che mi sentisse. Dovevo passare dagli armoniosi occhi di Alessandro al noioso schermo del computer, questo mi dava una grande angoscia.

Chiusi la porta e ci rimasi attaccato con la schiena per qualche secondo. Al tempo non ero sicuro del perché fossi così attaccato al mio amico, oggi lo so. Per la prima volta in vita mia stavo palesando la mia omosessualità, mi ero innamorato di Alex.

Quel che ci rimaneWhere stories live. Discover now