Volavo ai limiti della Cupola, sotto di me i tetti e le terrazze di acciaio di quella che avevamo cominciato a chiamare la Città. Era la prima volta in cui riuscivo a librarmi in aria e nonostante il cielo tristemente giallino e l'afa opprimente dopo tanto tempo mi pareva di respirare di nuovo aria fresca. Tutta un'illusione, ovviamente.