❝𝑺𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒊 𝒆𝒔𝒑𝒐𝒔𝒕𝒊 𝒂𝒍𝒍'𝒂𝒎𝒐𝒓𝒆 𝒆, 𝒊𝒏 𝒖𝒏 𝒎𝒐𝒅𝒐 𝒐 𝒏𝒆𝒍𝒍'𝒂𝒍𝒕𝒓𝒐, 𝒔𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒔𝒕𝒊𝒏𝒂𝒕𝒊 𝒂 𝒄𝒂𝒅𝒆𝒓𝒆.❞
New York, 2020.
Abituata a fare figuracce e ad avere crush per persone irraggiungibili...
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- 89 giorni al matrimonio
La mattina dopo, la luce debole del sole mi accoglie quando apro gli occhi. Mi stiracchio e fisso il soffitto, ricapitolando ciò che è avvenuto negli ultimi dieci giorni.
Non mi sono mai sentita così sola e distrutta in tutta la mia vita e i miei genitori hanno sempre contribuito alla mia chiusura in me stessa e alla mancanza di fiducia nella mia persona. Inconsapevolmente o non, mi hanno sempre considerato un essere insignificante. Qualsiasi cosa facessi, qualsiasi cosa provassi, qualsiasi mio successo e gioia conseguita a loro non importava, anzi: facevano sempre dei paragoni con mio fratello Luke. Un genitore non dovrebbe avere preferenze, dovrebbe amare incondizionatamente i propri figli, eppure i miei non l'hanno mai fatto. La loro carriera era la loro priorità e questo stupido contratto di matrimonio combinato con Tom ne è la conferma.
Sospirando, mi alzo in piedi e, muovendomi verso la porta della stanza, sento qualcuno citofonare all'appartamento. Abbasso la maniglia della porta e, quatta quatta, esco dalla camera con indosso ancora il pigiama.
Tom, con un pantalone della tuta e una felpa addosso, va subito ad aprire. Tessa scodinzola allegramente allo sconosciuto che è appena entrato in casa.
«Haz? Che ci fai qui?» chiede il proprietario dell'abitazione, la confusione traspare dal suo volto.
Strabuzzo gli occhi. Haz? Il migliore amico di Tom è qui? Perdo un battito quando il mio campo visivo riconosce la sua figura passeggiare nel soggiorno, ignaro della mia presenza.
«Tom, ma che ti prende? Non ti ricordi che oggi avevamo tutta la giornata libera prima del weekend di interviste che hai questa settimana?» interviene il giovane, buttandosi con nonchalance sul divano.
L'altro si passa una mano sulla faccia. «Accidenti, me lo ero scordato! Haz, è successa una cosa ieri, anzi, è da un po' di tempo che è successa ma...»
«Hey, calmati. Che è successo? Mi devo preoccupare?»
Tom scuote la testa. «No, non devi preoccuparti. È complicato da spiegare, però.»
Mi siedo sui gradini delle scale, origliando la conversazione, sia per l'imbarazzo di uscire allo scoperto, sia per la curiosità di sapere che cosa si dicono abitualmente i due amici. Tessa, notando la mia presenza, si avvicina a me e mi lecca la mano, per poi sedersi al mio fianco. Accarezzo il suo pelo grigio scuro, rilassando le spalle. Questa cagnolina è proprio un tesoro!
