Capitolo Uno

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Miriam si appoggiò allo stipite della porta della cameretta della sua bambina e la guardò dormire da lontano con occhi pieni di dolcezza. Erano passati due anni da quando lei e il marito Elia l'avevano adottata e da allora era diventata la loro piccola gioia scalmanata, che portava amore e serenità nelle loro vite. Miriam ed Elia si erano conosciuti molto tempo prima al liceo: entrambi pensavano che la loro fosse una relazione destinata a concludersi entro breve visto la differenza, a quel tempo rilevante, d'età e invece vent'anni più tardi erano ancora lì, forse più innamorati di prima. Miriam sospirò e tornò alla realtà quando Trisha la chiamò. 'Mamma' disse con la voce flebile di chi si è appena svegliato. Miriam le andò piano incontro 'Tesoro, dormi, è molto tardi' le sussurrò sedendosi di fianco a lei sul letto a una piazza e mezza 'domani devi andare a scuola'. La bambina si voltò verso la madre e chiuse nuovamente gli occhi, 'Mi racconti una favola? Una bella, una di quelle vere'. Miriam scosse la testa 'Ah ah tesoro, devi dormire. Domani ti racconto tutte le favole che vuoi' ma la piccola non era intenzionata a cedere e usò la sua tattica segreta, alla quale Miriam non riusciva mai a dire no. 'Per favore mammina, io ti voglio un mondo di bene, non puoi raccontarmi una storia veloce? Ti preeeeego' le sussurrò languida, allungando alcune lettere per rendere la richiesta ancora più tenera, tanto che alla fine Miriam cedette e si preparò a raccontarle una storia. Trisha sorrise soddisfatta e trionfante, fece spazio alla madre nel letto e, una volta che entrambe furono sotto le coperte, rigorosamente azzurre, calde, Miriam cominciò a raccontare. 'Moltissimi anni fa, vi era una ragazza, una quindicenne, era molto timida e insicura di se stessa. Non era una persona estroversa, anzi, e faceva veramente tanta fatica a trovarsi degli amici sinceri. Tuttavia, era anche una persona che non dava a vedere i suoi problemi e che cercava sempre in qualche modo di aiutare gli altri. Non era mai stata fidanzata e non aveva mai nemmeno dato il primo bacio, però non si sentiva più indietro rispetto alle sue coetanee, forse sentiva solo il bisogno di un po' di affetto. In realtà le piaceva qualcuno, da parecchio tempo in realtà, ma non aveva mai avuto il coraggio di confessarsi e sapeva, quasi con certezza, di non essere ricambiata. Miriam, così si chiamava la giovane..' e subito la bambina la interruppe 'Come te mamma, come te!'. La madre sorrise e annuì, poi continuò '...non aveva una bella opinione di sé, tant'è che pensava che anche gli altri la giudicassero male. Poi, in una normale giornata di scuola, si può dire che ella incontrò una persona che l'avrebbe cambiata e segnata per sempre. Stava scendendo le scale della sua scuola per recarsi con la classe a teatro, quando improvvisamente, nella sua visuale apparve un ragazzo. Dire che rimase incantata è veramente poco. Rimase a guardarlo con occhi quasi sognanti: era bello, ma bello veramente. Il maglioncino nero e i pantaloni beige, i capelli castani, le vans nere, le braccia macchiate da qualche tatuaggio qua e là e un viso terribilmente adorabile. Il ragazzo le lanciò un'occhiata, ma niente di più, poi tornò come se nulla fosse a parlare con i compagni e a girare il tè che teneva in mano. Miriam invece non riusciva a non guardarlo, ci provava, ma dopo pochi istanti il suo sguardo tornava nuovamente su di lui. La ragazza dovette poi andarsene, ma per tutto il tempo dell'opera recitata, non fece altro che pensarlo e ripensarlo. Rilassata nella poltroncina rossa del teatro, si immaginò scene e momenti con lui e si domandò come potesse essere il suo carattere.' Miriam guardò la sua piccola bambina e sorrise nel vedere che dormiva beatamente. Si avvicinò al suo viso, le lasciò una tenera carezza e si alzò piano. Chiuse la porta e sospirò, ricordando ancora bene le sensazioni della prima volta che vide suo marito.  

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