cap.30

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Passarono un paio d'ore dall'ultimo sparo, la polizia riuscì ad entrare e grazie a Spiderman mettere fine a quell'incubo.
"Ragazzi, Peter non dovrebbe essere già tornato?"
Disse Nat, mentre Steve e gli altri apparecchiavano la tavola. 
"Si, hai ragione" Rispose Bruce guardando l'orologio sul suo polso.
"Tony?!" Parò Steve volgendo l'attenzione sull'uomo tranquillamente seduto sul divano.
"Che c'è?" Tony alzò lo sguardo verso il capitano. "Non sono il suo babysitter, se vuole tornare tardi, torna tardi"
"Si infatti, non sei il suo babysitter, sei peggio. Avanti dillo che sai benissimo dov'è per questo non ti preoccupi" Si intromise Rhoodey.
"Ti sbagli amico mio, non ho la più pallida idea di dove sia." 
Concluse alzandosi e dirigendosi verso il terrazzo. 
"Non trovate che il suo comportamento sia strano?"
Disse Wanda. 
"Sembra quasi, che il Signor Stark stia ignorando il ragazzo"
Si aggiunse Visione.
Tony guardando New York dall'alto estrasse il suo cellulare, scorse nella rubrica e selezionò un numero. Stark aspettò un paio di minuti fino a quando la telefonata non si staccò, e riprovò ricevendo lo stesso risultato. Sbuffò, spegnendo lo schermo del cellulare.
"Quando lo trovo gli spruzzo lo spray anti-insetto." Sussurrò tra se e se, poi fu interrotto da una voce candida dietro di lui. Era Pepper.
"Ancora nessuna notizia?" Chiese.
Il miliardario si voltò scuotendo la testa. "No, ma Friday non ha mandato messaggi d'allarme, almeno."
"Ragazzi, Thor ha preparato la cena." Disse Wanda interrompendo per un attimo i due, per poi rientrare in sala.
"Cucina Asgardiana!? Spero solo che non ci ritroviamo a mangiare uno squalo, mammut o cose simili di nuovo"
Ironizzò, prima di ricevere una telefonata. 
"È Peter!" Esclamò e rispose subito. "Cosa?Dove.Quale ospedale? Va tutto bene? Sono di strada, arrivo."
 Stark concluse la chiamata. "Vado a prendere Peter." Aggiunse dando un bacio a sua moglie.
"Tony,aspetta. È tutto okay? Di che ospedale parlavi?" Rispose preoccupata, Tony le sorrise e le disse di non preoccuparsi, poi scese in garage.

Nel frattempo Peter, dopo aver indossato velocemente dei vestiti sopra il suo costume raggiunse l'ospedale, dove un'ambulanza aveva portato il suo migliore amico gravemente ferito da quel colpo in banca. 
Peter era lì ormai da ore, aspettando nella sala d'attesa, mentre la signora Leeds, presente anche lei in banca, parlava con l'ennesimo dottore che  stava operando suo figlio. Aspettava lì, chino su quella scomoda sedia di plastica e girava nervosamente i pollici. Il suo telefono squillò due volte, ma senza neanche vedere il mittente staccò la chiamata entrambe le volte. 
"È colpa mia" Sussurrò.
La signora Leeds si sedette al suo fianco.
"Novità?" Chiese.
"Non molte, ragazzo mio. Dovresti andare a casa, si sta facendo tardi, il signor Stark si starà preoccupando"
Rispose la donna, ma Peter scosse la testa, non voleva lasciare il suo amico.
"Provo a richiamare Chris e tu dovresti proprio chiamare Stark, almeno avvertilo che sei qui."
Aggiunse, poi si allontanò per telefonare al marito, ancora al lavoro. Peter si decise a chiamare a chiamare il suo mentore. 
Superando qualche limite di velocità Tony raggiunse il ragazzo.
"Hey kid"
Tony si sedette al fianco del ragazzo.
"Sei stato bravo alla banca."
"Il mio migliore amico è in ospedale"
Rispose Peter, piegandosi in due sulla sedia reggendosi la testa con le braccia poggiate sulle ginocchia.
"Peter. Ora basta, okay? Hai catturato una banda e salvato molte persone. Il tuo migliore amico se la caverà, vedrai starà benissimo. Ti va di fare un giro?" 
Propose Stark, ma Peter sembrava non volerne sapere di muoversi da quella hall.
"Ragazzino se non ti alzi con le buone sarò costretto con le cattive. Coraggio un piccolo giretto, ci fermiamo a mangiare qualcosa e poi ti prometto che ritorniamo qui."

Stark portò Peter ad un Burger King non molto distante da li.
"Uhm, questo è decisamente meglio di una cena asgardiana"
Esclamò Tony addentando uno dei suoi tre cheeseburger, Peter lo guardò confuso.
"Thor aveva preparato una cena d'addio, fidati quella di Thor non è cucina asgardiana. Non so neanche se si possa definire cucina, Thor e i fornelli non vanno molto d'accordo " 
"Cena d'addio? Qualcuno se ne va?"
Chiese Peter sgranando gli occhi, triste al pensiero di una partenza.
"Gli Avengers partono domani per una missione. Staranno via per qualche settimana, una se va tutto bene. Su avanti mangia, non hai toccato niente."
Peter iniziò anche lui a mangiare, non disse nessun'altra parola rispondendo sempre col silenzio ad ogni accenno di conversazione iniziata da Tony.
"Quindi anche lei andrà via?" 
Chiese all'improvviso mentre i due camminavano verso l'auto.
"No. Io ho un'altra missione" Rispose tirando fuori le chiavi della sua Tesla. "Non posso stare per così tanto tempo lontano" 
"Ah capisco, si ha senso. Morgan è ancora piccola, ha senso se..."
"Veramente, la mia missione sei tu" Disse saltando in auto. "Avanti, che aspetti ad entrare?"
"C-che significa? Signor Stark non serve che resti per me, se vuole andare dovrebbe andare."
"Ah, quindi ora il ragazzino 'odio il signor Stark' si sta preoccupando per me? Credevo che non ti interessava!" Fece sarcastico.
"Oh, beh...ecco" 
"Calma ragazzino, sto scherzando"
In silenzio i due tornarono all'ospedale.
Ned era uscito dalla sala operatoria e fu sistemato in una stanza. La signora Leeds fu più che lieta nell'annunciare a Peter che tutto si era svolto secondo i piani previsti. Il proiettile per quanto sia andato vicino a parti vitali nell'addome non aveva perforato nessun vaso sanguigno principale. Un piccolo colpo di fortuna.
Mentre i genitori di Ned parlarono con i medici a Peter fu concesso di entrare a vedere l'amico.
Stette in quella stanza silenziosa dove sentiva solo il bip dei monitor, chiedendosi quando il suo amico si sarebbe risvegliato.
Il senso di colpa che lo opprimeva si era leggermente alleggerito, ma i rimorsi ancora lo schiacciavano. Il suo migliore amico non doveva trovarsi li, in quel letto, collegato a mille macchinari.
Spiderman ha come compito quello di proteggere tutti i cittadini eppure non riusciva a salvare sempre tutti.
Magari se Ned non avesse scoperto la sua vera identità ora in quella banca non avrebbe attirato così l'attenzione dei rapinatori.
Passarono un paio d'ore, Peter continuò a restare nella stanza con Ned e i suoi genitori, nonostante i continui tentativi da parte degli adulti e del signor Stark per farlo andare a casa a riposare. La sua preoccupazione era di sorvegliare il suo amico, riuscire dove Spiderman aveva fallito.
Tony era andato a prendersi il suo quarto caffè  quanto Ned iniziò a svegliarsi.
Volse prima uno sguardo ai suoi genitori e poi uno a Peter, sorridendogli. Peter quasi rovesciò la sedia dall'emozione.
Il padre di Ned subito corse a chiamare il dottore, mentre la madre sommerse di domande il figlio, chiedendogli se era comodo, se sentiva dolore, nel mentre gli sistemava al meglio il letto.
Il dottore fece un rapido controllo a Ned dopo uscì nuovamente con i genitori, lasciando i due ragazzi da soli.
"Hey amico, mi dispiace tanto, è colpa mia se..."
Iniziò Peter.
"Stai scherzando? Prendersi una pallottola per Spiderman è la cosa più pazzesca e incredibile che ci sia"
Lo interruppe con entusiasmo l'amico, cercando di sollevare le colpe che Peter ingiustamente si addossava.
"Dici davvero?"
"Bro, sei il mio migliore amico, prenderei anche mille pallottole per te, anche se una mi basta. E poi hai capito a scuola come diventeremo popolari."
Continuò Ned con un velo di sarcasmo.
"Ah e non dimenticare che sono il tipo sulla sedia. Tu piuttosto, sei davvero rimasto qui per tutto questo tempo?"
"Era il minimo. Non me la sentivo di lasciarti solo." Rispose accennando un sorriso.
"Ho dovuto avvertire il signor Stark altrimenti quando tornavo mi avrebbe incenerito all'istante, lui poi è corso qui e..."
"Aspetta, mi stai dicendo che Tony Stark è qui! In questo ospedale!!" Lo interruppe entusiasta all'improvviso.
"Si, appena gli ho detto quello che ti era successo si è preoccupato per entrambi ed è corso qui"
"Cosa!" Esclamò, era così agitato che a momenti gli poteva venire un infarto.
"Credi che se gli chiedo una foto accetterà?"
"Si, ti trova abbastanza simpatico, ha anche detto che puoi venire a trovarmi alla torre"
Continuò Peter, mostrando un sorriso divertito alla comica reazione dell'amico.
"Sto sognando? Dimmelo, anzi no! Davvero ha detto questo?"
"Si, a patto che non distruggiamo nulla, o entriamo in posti dove non dovremmo essere."
"Potrò conoscere gli Avengers!!?"
Domandò euforico sistemandosi meglio sul lettino.
"Suppongo di si, se staranno a casa. A volte sono impegnati in qualche missione o stanno via per motivi personali"
"Ah, ma quindi sono vere quelle voci?"
"Che voci?"
Fece Peter incuriosito dopo che l'amico gli fece cenno di avvicinarsi.
"Bhe lo sai, quelle voci che girano riguardo a quella notizie di qualche settimana fa?"
Disse Ned quasi bisbigliando.
"Amico se non ti spieghi chiaramente non capisco"
"Ricordi quando videro Vedova Nera e Capitan America insieme al centro commerciale? Poi li hanno visti insieme anche altre volte. Dicono che potrebbero avere una relazione che lei abbia lasciato il professor Banner e che ora sembra lasceranno il gruppo cose così. Dai Pete tu vivi con loro e mi sembri cascato dalle nuvole.
Allora è vero o no? Ti prometto che non dirò nulla"
"Ah, ti riferisci a quello. Si Nat e il professore si sono lasciati, ma sono comunque in ottimi rapporti, e no nessuno lascerà gli Avengers. Saremo spacciati senza gruppo, immagina se arrivassero alieni con astronavi ciambella"
Concluse Peter con una risata.
"Già, probabilmente hai ragione ma c'è sempre il formidabile Spiderman però"
I due risero entrambi, e proprio in quel momento nella stanza rientrarono il dottore con i genitori di Ned e il signor Stark, che stava un po' distante.
"Dovremmo tenerti qui per un paio di giorni, per controllare la situazione. Ora sarà bene per tutti qualche ora di riposo. Soprattutto per voi due"
Disse il dottore indicando poi i due ragazzi, per poi congedarsi seguito dal signor Leeds.
"Su sentito Pete, sarà meglio andare ora."
Parlò Tony facendo qualche passo nella stanza.
Peter guardò Ned poi parlò a Tony.
"Signor Stark, Ned vorrebbe chiederle una foto con lei se non ti..."
"Si certo, se per la madre non ci sono problemi"
Rispose, gli occhi di Ned si illuminarono e mimò un grazie a Peter con il labiale.
Dopo foto e saluti vari Peter e Tony si ritrovarono sulla strada di casa.
"Sarà meglio che fili subito a dormire se domani non vorrai sembrare uno zombie a scuola"
Gli disse, trattenendo uno sbaglio, Tony appena usciti dall'ascensore, una volta arrivati all'attico.
Stark girò istintivamente a destra diretto verso il corridoio delle camerate muovendosi nel buio. Peter rimase fermo colpito da un paio di lucette azzurrine non molto distanti da lui.
"Tony! Credo che una tua armatura minacciosa si sia arrivata"
Disse nervoso.
"Una mia che?" Rispose fermandosi di botto. "Aspetta, mi hai appena chiamato Tony? E comunque di cosa stavi parlando?"
Continuò tornando indietro verso Peter.
"Non lo so, sembra un'armatura piccola, oppure sono pezzi smontati pronti ad attaccare minacce, o attaccare me"
"Si sì va bene calma, sto arrivando. Forse se accendi la luce possiamo vedere meglio"
Tony arrivò al fianco di Peter, che nel  frattempo cercava in vano l'interruttore.
"Friday, accendi le luci."  Disse Stark.
La luce rivelò l'origine di quelle lucette azzurrine. Provenivano dal casco accesso di Morgan, la bambina si era addormentata sulla poltrona, lasciando il casco a lato, aspettando il ritorno del padre e di quello che considera suo fratello.
"Un armatura minacciosa? Ragazzo mio vedi troppi film"
Rispose Tony avvicinandosi alla figlia.
"Beh poteva essere no? Dopotutto sei Ironman, hai un deposito di armature."
"Si è una di loro si sarebbe arrivata, passando dal garage per oltre cento piani, per arrivare in cucina e farsi un panino?"
Tony disse con ironia mentre delicatamente prendeva la figlia in braccio per portala a letto.
"Poteva essere un sistema anti intruso"
Continuò Peter iniziando come sempre a parlare a raffica.
"Ragazzino qui su non arriva niente senza che io lo sappia, a parte i ragni come te. Ma è per questo che dormo con lo spray anti-insetto. Avanti ora sarà meglio andare tutti immediatamente a letto"
Concluse riprendendo la strada verso le stanze.
"Aspetti, lei hai degli spray anti-insetto!!"
Esclamò seguendo Tony.
"Peter. A letto"

   

¡Hola!
Scusate la lunga attesa, ma è stato un periodo veramente pieno di idee ma poco tempo per scriverle. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere se la storia vi sta piacendo. E ringrazio tutti voi che la state leggendo sia chi sta da molto tempo e sia i nuovi arrivati.
Ci vediamo spero presto.
~Leo

🕸️Terra-271 Un nuovo inizio 🕸️Where stories live. Discover now