"Devo..." borbottò abbassando la testa verso le proprie scarpe, rilassando tutti i muscoli e scivolando contro Undertaker.
Aveva smesso di scappare.
L'uomo la sostenne con un braccio posto attorno al suo addome, sembrava che avesse smesso di ghignare come suo solito, attuando una compostezza che non gli si addiceva.
"Vi ricordate della prima volta che vi ho chiesto chi fosse l'anima innocente per cui avrei dovuto costruire la bara?" La mora il cui capello era scivolato via, allargò lentamente gli occhi quasi questo le permettesse di ricordare meglio.
"Si... è perché vi ho risposto con arroganza?" la domanda parve così infantile che Undertaker abbassò lo sguardo malizioso sul capo boccoloso della giovane donna. Lentamente l'altra mano del becchino, scorrendo lungo il braccio esile della mora, raggiunse le dita di Hazel, racchiuse all'interno del suo pugno delicato la mano della giovane donna e prima che potesse capire cosa frullasse nella mente del becchino, Hazel si ritrovò a ballare assieme al suo futuro imbalsamatore.
Si lasciò trasportare dai suoi movimenti e mani gentili, fluidi e armoniosi.
"A cosa crede che mi stessi riferendo, signorina?" continuò ad avanzare e dondolare, a voltare indietro, a destra e a sinistra, avanti ed in obliquo e tutto le sembrò venire spontaneo. La nuca poggiata sulla tunica di Undertaker, venne sfiorata varie volte dal mento del becchino, il quale esercitava una strana obbedienza verso la nobildonna.
E poi capì.
"A me..." colta da un'improvvisa rivelazione smise di simulare i passi dell'uomo, e si voltò alle sue spalle guardando in viso Undertaker.
"Mostratemi chi siete" chiese con meno aggressività sperando che almeno allora l'avrebbe ascoltata. Nel mentre che aspettava una minima reazione da parte del uomo grigio, si era staccata dalla sua presa.
Ora erano faccia a faccia, senza nulla che permettesse a loro di scappare, in attesa di scovare i segreti dell'uno e dell'altro.
Scorse un tiepido sorriso sulle labbra dell'uomo e sperò che non avrebbe evitato di mostrarsi a lei. E fu allora.
Battiti irregolari, l'ansia prima della sorpresa, occhi incollati sulla sua mano che lentamente saliva percorrendo tutta la sua figura.
Occhi da bambola, per una volta si illuminarono. Per curiosità o dubbio, non saprei dirlo, sapevo solo che non c'era più pericolo. Aveva smesso di scappare.
Si portò la frangia indietro, mostrando così finalmente ciò che per tutto quel tempo aveva celato all'umanità. Un paio di occhi fosforescenti, luccicanti di sfumature giallo-verde, si mostrarono ad una comune mortale.
Rimase senza parole, colta dalla bellezza quasi divina di quell'uomo. Poi senza averne controllo, portò la sua mente a sovrapporre la sua faccia in tutti i ricordi che aveva custodito con lui, e rabbrividì. Cosa cercava un uomo simile da lei? Perché un dio ambiva a scoprire i suoi segreti?
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𝕄𝕖𝕞𝕠𝕣𝕚𝕖 𝕕𝕚 𝕦𝕟 𝔻𝕚𝕠 || ᴜɴᴅᴇʀᴛᴀᴋᴇʀ x ᴏᴄ
FanfictionDio. Tre lettere. Una parola. Miliardi di significati. Ma uno solo che abbia valore. Per quanto può sapere, la conoscenza non gli concederà il dono di ciò che accade ai viventi. Ma non per questo si sottrae dai suoi sentimenti e cresce, cova sentim...