Capitolo I

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Oramai è passato quasi un anno, credo, da quando è iniziato tutto. Ormai ho perso il conto dei giorni. Tutto intorno a me mi faceva ricordare la vita che avevo prima, perché in realtà non era cambiato poi così tanto. E' tutto così maledettamente normale, come se nulla fosse accaduto, come se non avessi visto il mondo col volto che aveva prima, come se non avessi notato l'inquietante naturalezza con cui tutto si ostina ad accadere, e soprattutto come se il passato, che ormai sta pian piano svanendo, non pesasse quotidianamente su di me e su tutto ciò che io faccio. Il problema è che non è così. E' impossibile vivere con il ricordo di ciò che è stato, come se non fosse mai esisto, interi millenni di storia resi invisibili ma lasciando in bella mostra le scie del loro passaggio. E tutto per colpa mia. Ora si tratta solo di sopravvivere e di essere più furbi del destino, entrambi bisogni che io non soddisfo, ma di certo non lascerò vincere il fato, no, non questa volta. La sveglia del mio orologio, a, suonò, era arrivato il momento di andare a vivere la "mia vita". Percorsi il lungo corridoio di quella che era la casa dei miei genitori, beh almeno prima che accadesse ciò che è successo. Appesi al muro c'erano ancore le vecchie foto tutte impolverate di frammenti di vita normale, della mia infanzia e di quella di mia sorella. Raggiunto il bagno presi la mia parrucca dall'armadietto sopra la credenza. La parrucca era di un biondo luminoso, i capelli erano leggermente mossi ma comunque sempre impeccabili, poi presi le mie lenti a contatto azzurre, era evidente che non fossero originali, eppure, per chissà quale manna dal cielo nessuno se ne rendeva conto. Mi lavai la faccia e dopo averla asciugata rimasi a fissarmi per qualche secondo allo specchio con disgusto e forse con un velo di paura. Odiavo tutto della mia vita, ma era l'unico modo che conoscevo per sopravvivere. Uscii dalla mia casa, e mi avviai verso quello che era il mio ufficio. Tutto sembra normale visto da fuori, sono tutti tranquilli come se non sapessero quello che è accaduto, come se non sapessero di non essere più loro. In realtà non so se lo sanno o no, non so se gli piace essere quello che sono, in realtà non so assolutamente nulla di loro, tranne il fatto che sono tutti disgustosamente identici; tutte le ragazze hanno lunghi capelli biondi di incantevole bellezza, qualunque omosessuale si convertirebbe per stare con loro, per non parlare poi degli occhi di un blu tanto profondo da non riuscire a individuare il fondo, erano letteralmente PERFETTE, di una perfezione inquietante, quasi finte. Gli uomini invece avevano una carnagione lattea, e i capelli erano più chiari rispetto a quelli delle ragazze, i loro erano di un biondo pallido, quasi bianco, per il resto le caratteristiche erano più o meno le stesse. Tutto ciò mi spaventava a morte, ma non c'era tempo per la paura, non più.

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⏰ Last updated: Jan 28, 2021 ⏰

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