THEATRUM MUNDI

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La stanza è piccola, in penombra. All'orizzonte il sole tramonta, i due ragazzi stesi sul letto sembrano non accorgersene.

PAUL John, quello è ancora un maledetto accordo per banjo.

JOHN Cosa? Oh, Cristo, non imparerò mai.

PAUL Sì che imparerai, hai me come maestro. Sposta l'indice, è sulla corda sbagliata.

JOHN Non vedo neanche dove sia, il mio fottutissimo indice.

PAUL Questo perché ti rifiuti di mettere gli occhiali.

JOHN No, questo perché è maledettamente notte.

John fa risuonare distrattamente un brutto accordo, poi mette via la chitarra. Paul sospira e fa lo stesso.

PAUL D'accordo, per oggi può bastare.

JOHN Ci mancherebbe, ho le dita a pezzi.

PAUL (canzonatorio) Oh, tesoro. Vuoi che ti ci dia un bacino?

JOHN Vuoi che te le stampi sulla faccia?

PAUL (ridendo) Grazie John, credo che ne farò a meno.

JOHN Meglio così, difendere il mio onore con queste vesciche sarebbe stato più doloroso che soddisfacente.

PAUL Aspetta, vediamo di fare qualcosa per queste povere dita.

Esce  dalla stanza. Dopo appena qualche secondo torna sulla scena con una  bottiglietta ripiena di un liquido rosato. Si risiede sul letto.

PAUL Dammi la mano.

JOHN Sei totalmente fuori di testa? Quella merda brucia come l'inferno.

PAUL  Così mi costringi a raccontare a tutta Liverpool di come il grande John  Lennon si sia messo a tremare davanti a un po' d'alcool.

JOHN Non oseresti.

PAUL Mettimi alla prova.

John tende la mano destra, esitando, e la posa sul palmo aperto di Paul. Paul gli sorride, e prende a medicarlo

JOHN (sussultando) Merda!

PAUL Oh, andiamo. Non è davvero così terribile.

JOHN Levati quel sorriso dalla faccia, McCartney, o te lo tolgo io.

PAUL Vedrai che mi ringrazierai, bastardo ingrato che non sei altro.

JOHN  Ammettilo, Paulie, questa situazione piace anche a te. Avere un allievo  da torturare alimenta il tuo abnorme e capriccioso ego da checca.

PAUL  Non ne hai idea, figliolo. Il mio più grande sogno erotico è che quella  testa di cazzo di Stu si degni di chiedermi come si tiene in mano un  basso. A quel punto credo che verrei all'istante, direttamente nei  pantaloni.

JOHN (ridendo) Ne avrebbe bisogno, in effetti. Ma non te lo chiederà mai.

PAUL  Quel ragazzo è un attentato al mio ego, John. E anche alla mia  pazienza. Al prossimo accordo che sbaglia lo incateno in camera e non lo  lascio andare finché non avrà imparato a suonare come il maledetto  Charles Mingus.

JOHN Piccolo, povero Paul, non ricordo di averti chiesto quali siano le tue perverse fantasie sul mio amico.

PAUL (freddamente) Sul tuo migliore amico.

𝐓𝐇𝐄𝐀𝐓𝐑𝐔𝐌 𝐌𝐔𝐍𝐃𝐈 - mclennonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora