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Denki pov

"Mhn, mhnm.... " borbotta ancora mezzo addormentato, mentre stroppicciavo gli occhi con le mani
D'un tratto alzai lo sguardo davanti a me, da dove provenivano i piccoli rumori di cigolio che sentivo

Il mio cuore mancò un colpo per lo spavento: davanti ai miei occhi, seduto su una sedia c'era Shinso, il ragazzo che avevo appena incontrato ieri.

Non ero bravo a fare deduzioni, ma dovevano essere le sette e trenta di mattina, dato che era vestito abbastanza bene per andare a scuola
Aveva i capelli viola scostati al lato, una catena color argento al collo e sui jeans, una felpa nera e delle converse rosse
Mi guardava con fare tranquillo, aspettando da me un segno di vita

"Ci sei?"
Mi sventoló una mano davanti alla faccia
Non mi ero accoryo di essere rimasto a guardarlo per così tanti secondi

"Ehm... si, solo che sono un po' conf-... " lo seguí con lo sguardo mentre si alzava dalla sedia e si dirigeva verso la cucina
Ne torno pochi secondo dopo con un piatto in mano, che mi pose dinanzi.

"Mi..... mi hai preparato la colazion-.... "

"già.., non avevi detto che ti serviva un'amico?"

"g-grazie"
Le sue labbra accennavano un leggero sorriso, peccato che si spense quasi subito

"bene, io dovrei andare a scuola"

"Bhe, anche io in effetti... "

Poi fece una cosa che non mi sarei mai aspettato, si avvicinò a me e mi sfiorò la fronte con le labbra. Restó così per alcuni secondi, credo, perché persi completamente la cognizione del tempo
Si stacco dolcemente, cercado di richiamare a sé la mia attenzione

"Si, sono qui"

"Non hai la febbre, ma comunque è meglio che ti riposi; inoltre, se anche tu volessi, non faresti in tempo a prendere il necessario per studiare e andare a scuola. Bhe, io vado, o farò tardi"

Guardò di scatto l'orologio a muro, per poi posare ancora lo sguardo su di me

"Fa come se fossi a casa tua, ma non mettere in disordine, lo odio. "

"c-certo, grazie... "

Mi indicò rapidamente dove si trovava il bagno e la cucina, dopodiché mi facce un cenno con la mano prima di dirigeesi verso l'ingresso

Mi stesi sul divano, restai così per po' dopo che sentì la porta chiudersi alle mie spalle, stavo fissando il vuoto, pensado al perché ero qui, perché aveva deciso di aiutarmi...... eppure sembrava così freddo, così solo e isolato dal mondo

Erano già passate tre orette, mancavano due ore al riyorno di Hitoshi, infondo aveva detto che potevo fare come fossi a casa mia no?
Dopo aver bevuto un bicchiere d'acqua decisi di salire al piano superiore della casa, salendo uno per uno i pochi gradini, che mi portarono davanti a due porte.
Una aveva la maniglia sporca di manate di vernice, con una targhetta arcobaleno sopra, invece l'altra aveva un poster di una band famosa, la conoscevo perché la ascoltavo anche io; ero troppo incuriosito dalla prima porta, la tentazione era forte, non riuscì a fermarmi, vinse l'istinto e lasciai scattare la maniglia della porta

Dinanzi mi si aprí un mondo.
Dovunque posassi lo sguardo trovavo tele, disegni, matite, colori di ogni tipo, cavalletti, foto, teli, colori che macchia vano il pavimento ricoperto da uno strato di plastica protettiva, argilla, una bacinella con dell'acqua, perfino le pareti e il soffitto descrivevano un'opera d'arte, a quanto pare non ancora terminata.

Mi stesi sul pavimento cercando di osservare bene il dipinto sul soffitto.
La plastica faceva rumore, ma lo spettacolo che si presentava davanti hai miei occhi era bellissimo
Era un misto tra un cielo stellato,limpido e puro, e un cielo pieno di oscurità e distruzione, potevo restare lì ad ammirarlo per ore
Ma purtroppo non mi era possibile.
Mi alzai e tornai a perquisire la stanza, era modesta, ma complessa
In particolare mi colpì un progetto, era una scultura ancora in costruzione, accanto c'era lo sketch di come sarebbe dovuta essere una volta terminata: il foglio era molto sporco, segno che aveva rifatto il disegno più e più volte, ma era ben chiaro ciò che rappresentava, una figura maschile ed una femminile che danzavano, il vestito di lei si concludeva in un leggero e naturale movimento, mentre il ragazzo la teneva per mano e la faceva volteggiare spensieratamente.

Hitoshi doveva essere bravissimo in quello che faceva, allora.

Indietreggiai per l'ultima volta fermandomi sulla soglia della porta dello studio, e diedi un'ultimo sguardo alla stanza; restai immobile una decina di minuti, potevo anche restare lì per mesi, anni, decenni, era uno spettacolo di cui non volevo assolutamente privarmi.

"Tu cosa fai qua?.... "

Sentí un mano fredda poggiarsi sulla mia spalla, un brivido freddo attraversó rapidamente il corpo, fino a che la mano non si spostò da lì
Dannazione mi ero troppo spaventato, stavo per cadere dalla scalinata; ma non potevo evitare di fare sempre brutte figure?
Ormai avevo già perso l'equilibrio, quando sentì un braccio posarsi dietro la mia schiena.
Improvvisamente mi bloccai completamente, sia per lo spavento che per lo stupore

"Tutto okay?"

Senza volerlo il mio sguardo incontró quello di Hitoshi, diamine perché io?
Mi guardava sicuro, era evidentemente molto assonnato e si teneva in piedi grazie a qualche energy drink, oppure infinite tazze di caffè.
"Si, ehm....tutto apposto" risposi impacciatamente
"Che ci facevi qui?"
"Ehm, mi annoiavo e... e-ecco, non trovavo il bagno, e....e sono arrivato qui; poi mi sono perso a guardare i tuoi disegni, scusa"
"Non preoccuparti." rispose con un leggero sospiro
"Però..... sei davvero bravo" indicai le varie opere d'arte e le sculture
"G-grazie..." disse nervosamente mentre seguiva con lo sguardo me che andavo a sdraiarmi dinuovo sul pavimento, e gli facevo cenno di fare la stessa cosa.
In men che non si dica mi ritrovai Shinso accanto, che con fare interrogativo fissava il soffitto, come a non capire il perché il significato della sua opera non fosse ovvio

"Ecco vedi...." indicò con un dito un punto del dipinto
"Quello a sinistra è un normale cielo in privavera, insomma con i petali di fiori di ciliegio, il sole splendente e qualche nuvola...."
Sospirò per un attimo e staccò lo sguardo dal soffitto, per poi riprendere la sua spiegazione:
"Invece quello a destra è un cielo abbastanza scuro e triste, nero e rosso, pieno di oscurità. In realtà quello sul lato destro sono io-"

Guardai Shinsou, lui non se ne accorse per un po', ma continuò a fissare il vuoto e a respirare lentamente; potevo vedere il suo addome che si alzava e abbassava molto poco frequentemente, sembrava quasi facesse sforzi.
Posai una mano sulla sua spalla
"Tutto bene?"
Si giró di scatto, e fece cadere la mia mano dalla sua spalla, la spostò di forza.
"Si ehm....tutto okay,credo. Scusa"
"Per cosa?"
"Se ti ho fatto preoccupare"
Cercò di distogliere lo sguardo, io sorrisi semplicemente.

Lo vidi alzarsi con calma, per poi fissarmi e tenermi una mano, senza esitare la afferrai e mi rialzai in piedi di fianco a lui.

Hitoshi uscì dalla stanza, seguito da me, che chiusi infine la porta seguendolo giù dalla piccola ma  abbastanza ripida scalinata.

"Comunque, se ti serve ancora il bagno, è lì in fondo."
Mi indicò un piccolo punto della casa, che quasi non si notava, c'era soltanto una porta in legno.

"Grazie"
Seguì la sua indicazione, e feci girare la maniglia; la stanza era semplice: i sanitari, una vasca da bagno, un lavandino, uno specchio, e un mobiletto.

Restai lì un po', di norma non ero così ansioso con la gente, ma lui era diverso....
Aprì le ante dei mobiletti appesi di fianco allo specchio, così, solo per curiosità, sono ficcanaso
Trovai le solite cose, un dopobarba, un rasoio, una crema, sapone, e tutte le varie cose per l'igiene personale insomma.......
ma nell'altra anta trovai solo lamette....., e non di quelle di ricambio del rasoio, sembravano già usate, e non per radersi.

Quindi lui......
perché lo faceva?
Forse perché è solo? O perché non ha amici?
dovrà pur avere qualcuno no? Si insomma, i suoi genitori, o i suoi compagni di classe, oppure qualche parente.
Era davvero così?

Non sapevo più cosa pensare, uscì dal bagno sbattendo la porta, volevo essere sicuro di ciò che stavo pensando

"fatto?"
Shinsou era a pochi passi da me, in piedi vicino al divano
Mi guardò con fare interrogativo vedendomi percorrere quella piccola distanza a passo veloce, come se stessi per tirargli un pugno in faccia da un momento all'altro.

Gli presi un braccio di forza, non ebbe neanche tempo per reagire che gli tirai sú la manica della felpa e gli fissi il braccio.




A quanto pare le mie supposizioni erano corrette.

Be alone with myself -shinkamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora