Da Te..

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Vi consiglio di leggere metà capitolo ascoltando la canzone in allegato, buona lettura ❤️

Non so da quanto tempo sono fermo qui in mobile, di fronte allo specchio a fissare la mia immagine.
Osservo il mio tatuaggio.
L'albatros, che ironia della sorte.
È come se fosse vivo, e dopo tanti e lunghi viaggi solitari, lui fosse arrivato qui attirato dal suo richiamo.

Ricordo perfettamente il giorno che lei lo vide.
Era impegnata a sabotare ogni mia intenzione per approcciarmi ad Arzu.
Il mio piano era semplicemente quello di farle accettare il servizio, il suo piano quello di tenerla lontana da me.
Ricordo ancora la sorpresa e lo stupore sul suo viso alla vista dell'albatros.
Io già sapevo che era lei la ragazza della loggia, lei non sapeva che ero io colui che stava tanto cercando.

Metto una mano sul mio petto, proprio sopra ad esso che pulsa ad ogni battito del mio cuore.

Sto per sposarla.

Ma quante volte già avrei voluto farlo?
Forse l ho desiderato dal preciso istante che le mie labbra si posarono sulle sue.
Dall'istante in cui il suo profumo inebrio i miei sensi.

Lei non poteva saperlo, ma io me ne innamorai da quel preciso momento.
Ora è tutto così maledettamente bello che quasi ho paura.
Paura che tutto possa svanire da un momento all'altro, che arrivi qualcuno a portarla di nuovo lontano da me.
Ho rischiato troppe volte di perderla, ho rischiato troppe volte di allontanarla da me.
Ma più la volevo lontana, e piu la desideravo.
Non ho mai voluto dare fiducia, l'abbandono di Huma mi aveva terribilmente fatto crescere con la certezza che mai nessuno è per sempre.
Che se può tradirti e abbandonarti la donna che ti ha messo al mondo, allora chiunque poteva farlo.
Ma poi è arrivata lei.
Lei con la sua ingenuità ed esuberanza.
Che non era nemmeno consapevole lei stessa del potere che poteva avere su qualsiasi uomo.
E di uomini ne ho visti desiderarla.
Desiderare di avere lei.
Ma lei è mia, mi appartiene.
È stata sempre mia, anche quando ancora ero all'oscuro di chi fosse.
E l'ho desiderata, tanto, tanto da fare male.
La volevo, la volevo mia, ma, lei scappava da me, continuava a sfuggirmi ogni volta che credevo di averla.

Perché tu nom mi vuoi?
Perché io ti amo..
Perché scappi da me?
Perché io ti amo..
Perché, non vuoi stare insieme a me?
Perché ti amo tanto, tanto, ti amo più di quanto ami me stessa.

Scuoto la testa sorridendo.
Quante cose sono successe da li?
Tante, e tante volte ho pensato che noi due non eravamo forse destinati.
Che la vita mi avesse giocato un brutto scherzo.
Farmi conoscere la donna della mia vita, innamorarmi perdutamente ma, non poterla avere.

Quando scopri che era lei la talpa, la spia che portò tante volte l'agenzia a rischiare, a me personalmente di rischiare, ho creduto di non poterla perdonare, soprattutto quando poi scopri che l'aveva fatto per soldi e sotto la guida di mio fratello,però, non sono riuscita mai ad odiarla.
Ero deluso, ferito, e non per quello che aveva inconsapevolmente danneggiato, ma per il semplice motivo che l'amavo troppo, che non volevo accettare che la stessa donna di cui mi ero innamorato per la sua innocenza, sincerità, ingenuità, purezza e bontà, fosse la stessa donna che era riuscita a mentirmi così.
Non potevo accettare come fosse possibile, ed ho avuto paura, paura che la  donna che sentivo nel mio cuore, in realtà non esistesse.
Tutto quello che di lei mi ispirava fiducia era solo un illusione.
Non passo molto tempo però, il mio cuore non voleva accettare perché lo sentiva, sentiva che quella donna era reale.
Che la mia piccola e dolce Sanem era lì, di fronte a me.
Che si era solo persa sotto manipolazioni.
Lei lo aveva fatto solo ed esclusivamente per bisogno, per aiutare la sua famiglia che ama da morire, ignara della reale tempesta a cui era andata incontro, ignara di aver aiutato il marcio per ferire il buono.
Ma la nostra felicità duro poco.
Arrivò quell'uomo, e lei ancora una volta si lascio manipolare.
Ma questa volta lui non voleva ferire me, voleva lei, lei e il mio profumo.
Lo stesso profumo che mi salvo da me stesso quella sera.
Lo fece per salvarmi ma, non diede a me la giusta fiducia.
Adesso però, a mente libera e lucida, come avrei potuto salvarla e salvarmi?
Come avrei fatto a rimanere vigile sapendola lontana da me che ero impossibilitato a fare qualunque cosa?
Avevo perso la pazienza, avevo aggredito quel farabutto che provocandomi, voleva proprio arrivare a quello.
Farmi fuori chiudendomi in una gabbia di ferro così da stare lontano da lei.
Lei che sarebbe rimasta alla sua merce.
Forse adesso ripensandoci, non riuscirei più ad accusarla, ad essere arrabbiato con lei per avermi liberato vendendo il suo profumo.
Perché così facendo mi ha permesso di poterla proteggere e difendere da quel verme lurido che aveva già le sue sporche mani su di lei.
Ma purtroppo il mio orgoglio mi ha impedito di ragionare con lucidità in quel momento, stesso motivo che mi porto ad accusarla di essersi venduta la sera del suo compleanno, accettando quel maledetto vestito in regalo, indossandolo e partecipando alla serata organizzata in suo onore.
Oh mia piccola Sanem, ti ho ferito davvero tanto eppure tu non hai smesso mai di amarmi.
Che uomo maledettamente fortunato.

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