7° Capitolo

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Drin Drin..

'Spegniti! Spegniti!'pensai.
Drin Drin..

'Basta, no! Per favore smettila di suonare!'
Drin Drin..

"Ross, svegliaa! A scuolaaa! " mia madre entra in camera urlando e togliendomi le coperte di dosso.

Mi alzo ancora con gli occhi chiusi e mi dirigo nel bagno.

Dopo una doccia rinfrescante e un misero trucco e parrucco, esco,infilo una maglia e un pantalone alla rinfusa , prendo lo zaino e senza fare colazione mi infilo in macchina dove mamma mi aspetta con il motore già acceso.

Scappo dentro la scuola perché ovviamente c'era un traffico infinito e sono in ritardo.

Mentre modero il passo, sento alle mie spalle delle risatine e dei sussurri, mi giro insospettita e trovo Roberta e le sue quattro papere ai lati che ridono, si sussurrano non immagino cosa all'orecchio e mi indicano.

Non le do importanza e continuo a camminare, ma mi blocco nuovamente perché sento altre risatine e ditate, ovviamente sono altri ragazzi della comitiva di Roberta, però questa volta svolto a destra ed entro in bagno. Cos'ho di sbagliato oggi? Ho la maglia al contrario? Il trucco sbavato? I capelli spettinati? Incomincio a farmi un centinaio di domande, ma vengono smentite tutte quando mi osservo nello specchio del bagno della scuola ed è tutto a posto.

Mi sciacquo le mani, nel frattempo nella piccola stanza del bagno entra Roberta che appena mi vede incomincia a ridere.
Ma cosa vuole? Penso.

"Perché ridi?" Le chiedo già irritata. "Davvero non lo sai?" Mi chiede. "Cosa dovrei sapere?" Le rispondo prontamente. "Oh, andiamo so che ne sei consapevole" Mi spiega. "Non capisco. Consapevole di cosa?" Le richiedo. "Giovanni ti dice qualcosa?" Mi chiede lei. "No (?)" Le rispondo ovvia. "Non ti vergognare,lo so. "Mi dice tranquillamente. "Sai cosa?" Le chiedo.  Ma cosa vuole? Che cazzo c'entra Giovanni adesso? "Non sei la sua tipa, tutto qui. So che ieri anche se ti sei strusciata addosso per scopartelo non ti ha dato il consenso."  Mi dice con un sorrisino. No, aspetta. Non ho sentito bene. "COSA?" Quasi urlo, anzi urlo letteralmente, strabuzzando gli occhi. "Dai, sarà per la prossima volta." Mi risponde adesso ridendo. "Dov'è Giovanni!" Le chiedo, ordinandoglielo. "Non lo so, dovrebbe essere nel corrid-" Non le lascio finire la frase che sono già in corridoio, ormai è tutto vuoto, tranne per un coglione che sta parlando con una ragazza, ah no aspetta, è GIOVANNI.

Mi incammino velocemente verso le due figure e quando mi ci fermo davanti, ovviamente Giovanni fa finta di non conoscermi e mi volta le spalle. Ma non ti preoccupare, sarà questione di minuti. Gli picchietto sulla spalla con l'indice, un po' troppo insistentemente. Una volta giratosi mi guarda scocciato, alza un sopracciglio, sta per aprire la bocca ma alzo velocemente la mano destra e gli tiro uno schiaffo così forte che ormai la testa si è girata di lato. "Che cazz-" mi ringhia, mettendosi la mano sulla guancia ormai marchiata dalla mia mano. "Sei un pezzo di merda." Gli urlo in faccia e scappo via, sotto gli occhi increduli di quella puttanella che gli era affianco e i suoi colmi di rabbia.

Giro l'angolo verso la segreteria e velocemente compongo il numero di mia madre. Con la migliore scusa da inventare mi faccio venire a prendere e, essendo l'attrice buona che sono, non sospetta di niente.

Salgo velocemente le scale di casa e una volta entrata nella mia stanza mi butto sul letto. Dio, che nervoso. Come può farmi questo? Maledetta prof di matematica! Se non fosse per lei non avrei mai e poi mai condiviso una stanza con quell'essere al di fuori della scuola. Stringo le mani sulle lenzuola, poi incomincio a prendere a cazzotti il cuscino, immaginando la sua faccia. "Mi ha rovinato la reputazione!" ringhio al cuscino e continuo a scazzottarlo dicendo di tanto in tanto parolacce di tutti i tipi.
Come avrei fatto adesso? È nella mia stessa classe! Dovrò spiegare tutto anche ad Ermi, ormai si sarà insospettita per la mia assenza di oggi. Ho solo un rimedio: evitarlo. È l'unica cosa che posso fare, e innanzitutto gli devo stare minimo un metro a distanza, o meglio, lui deve stare lontano da me.

Dopo aver finito di lottare col cuscino, sto letteralmente sudando, quindi mi spoglio e indosso solo una maglia a maniche corte. Mi ributto sul letto e dopo aver negato a mamma di entrare e avergli detto che non avrei mangiato, chiudo gli occhi.

Un insistente bussare alla porta mi fa svegliare, così con voce assonnata urlo:" mamma, ho già detto di no, vai via!" La porta ovviamente si apre ed io sbuffo rumorosamente, senza girarmi. Passano secondi e non si decide a parlare così mi giro e dico:"cosa vu-" mi blocco istintivamente perché davanti a me non c'è mamma ma..oddio non ci credo! Giovanni.

Dopo essermi resa conto delle condizioni in cui sono vestita urlo:" esci fuori cazzo!" Non si decide a muoversi continuando a fissarmi e squadrandomi da cima a fondo. "cazzo, esci!" Gli urlo nuovamente,finalmente esce, e dopo aver chiuso la porta dietro di sé, io balzo giù dal letto e prendo un pantalone lungo da indossare.

La porta si apre nuovamente, senza il mio permesso e lui entra chiudendosela dietro, istintivamente mi siedo sul letto, mantenendo le distanze. La prima a prendere parola sono io, che con tono freddo gli chiedo:" che vuoi?" "volevo sapere il motivo di quello schiaffo " mi risponde lui. Incomincio a ridere sembrando una pazza e gli chiedo nuovamente con molta tranquillità:" Oh, non lo sai?" Il mio tono lo fa innervosire, lo vedo stringere le mani in due pugni e dopo aver fatto un respiro per tranquillizzarsi mi ringhia:"cosa!" Sempre con tono tranquillo gli dico:" la mia stessa reazione quando mi hanno detto-" mi blocca urlando :"cosa cazzo ti hanno detto?" Incomincia ad avvicinarsi a me, ma io mi allontano velocemente:"no, no..non ti avvicinare" questa volta la mia voce esce fredda e come un comando. Non da importanza alle mie parole e continua ad avvicinarsi, "non hai capito allora? Non ti devi avvicinare cazzo!" Gli urlo. "Io faccio quello che voglio!" Mi ringhia continuando ad avvicinarsi, arriva al letto ed io mi alzo. "AH, COSÌ AVRESTI UN'ALTRA SCUSA PER ROVIARMI LA REPUTAZIONE, EH?"gli urlo ancora più forte, perdendo tutta la forza di volontà di stare calma. "Dai, così potresti dire agli altri che ti ho invitato a casa perché volevo che scopavi con me, ma tu essendo superiore di sto cazzo mi avresti rifiutato!" Continuo, sta volta sento il fumo uscirmi dalle orecchie. Si blocca sui suoi passi, riflettendo su ciò che ho detto e se ne rende conto. Continua a fare passi verso di me, ed io indietreggio:" O potresti dire che ti ho legato sul letto perché volevo scoparti, o sulla scrivania, o cazzo!" Metto le mani nei capelli e ne tiro le radici. Lo vedo avvicinarsi ancora, ed io continuo:"o potresti dire che mi sono strusciata su di te per scoparti, ah questa già l'hai usata!" Gli ringhio più forte, indietreggio fino alla porta che è chiusa, così abbasso la maniglia, ma un peso mi blocca, sono schiacciata tra la porta e il corpo di Giovanni, questa scena mi è già capitata, non va bene! Penso. "Oh, potresti dire che ti ho bloccato alla porta perché volevo scoparti" continuo a pochi centimetri dalla sua faccia. "Zitta cazzo!" Finalmente risponde lui. "Ah, potresti dire che ti ho bendato perché volevo scoparti" continuo. Sento il mio corpo ancora più schiacciato sulla porta e la mano di Giovanni che copre la mia bocca. "Fammi spiegare!" Mi ringhia nuovamente.

"Vattene!" Gli ringhio sotto la sua mano. "Lasciami!" Continuo dimenandomi. "Se ti lascio ascoltami, okay?" Mi dice serio. Annuisco solo per farlo andara via il più velocemente possibile e in un secondo sono libera, mi siedo sul letto seguita da lui e lo guardo. "Vuoi la verità? " mi chiede. Inarco le sopracciglia e annuisco, aspettando questa spiegazione.  "Ieri, quando sei venuta a casa per la ripetizione, eri seduta sulle mie gambe e non so come tu abbia fatto,ma mi hai eccitato tantissimo, il mio cazzo stava esplodendo sotto i pantaloni e-" incomincia a spiegarmi spavaldamente, rimango letteralmente a bocca aperta, ma non voglio sentire tutte queste cazzate, quindi lo liquido dicendo:" okok, afferrato il concetto! " "beh, poi quando te ne sei andata, mi ha chiamato Roberta ed è venuta a casa per una sveltina, ha visto cosa avevo tra i pantaloni ed ha incominciato a farmi milioni di domande, anche perché sapeva che eri venuta a casa, così ho inventato quella scusa." Continua il suo discorso."Quindi stai dicendo che io non ho fatto niente e adesso la mia reputazione è rovinata per un coglione che non ha neanche il coraggio di ammettere ciò che fa? Ah, scusa se non sono alla tua altezza eh! Scusa se non sono popolare! Ma vaffanculo! " Gli urlo per l'ennesima volta assumendo una faccia schifata."ma-" Continua, "no, adesso puoi andare, ho capito." Gli dico freddamente, mi alzo dal letto non degnandolo di uno sguardo, apro la porta e lo faccio uscire, sbattendogli la porta dietro.
E che vada al diavolo!

Ti odio, ma ti amo.Where stories live. Discover now