Un dolore piacevole

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[AVVERTENZA: QUESTA ONE-SHOT È STATA SCRITTA APPENA DOPO L'USCITA DEL CAPITOLO 74 DELLA MISSIONE DEI CENTO ANNI. NON LEGGETELO SE NON VOLETE SPOILER O SE NON VI PIACCIONO LE SCENE SPINTE. BUONA LETTURA]

Seduto su una soffice poltrona di pelle, le sue dita accarezzavano lente le squame bianche della sciarpa che stava tenendo poggiata sulle gambe, mentre con sguardo assorto scorgeva il panorama oltre la finestrella di vetro che dava luce alla sua stanza d'hotel. Era strano vederlo cupo e pensoso come in quel momento, in special modo vederlo in quello stato mentre i suoi compagni di team brindavano al loro ultimo successo collezionato. Avevano sigillato Selene, il Drago Sacro della luna che avrebbe distrutto universi interi se da ciò fosse dipeso il suo divertimento. Non fu certo un'impresa da poco, ma la verità era che Natsu non riusciva proprio a non ripensare a quella missione senza sentire una lama sprofondare nel suo petto.
Selene...
Dannazione, quella donna si era divertita moltissimo a giocare con loro, e lui era rimasto scottato dai suoi tranelli più di tutti degli altri. Era la prima volta che gli capitava di dover fronteggiare Lucy, e per la prima volta aveva avuto paura di uno scontro che doveva ancora affrontare. Nemmeno con Gildarts, il mago più forte della Gilda, durante la prima prova dell'esame per diventare maghi di Classe-S, si era ritrovato a sudare, tremante alla sola idea di doverlo affrontare. No, con lui era andata diversamente. Prima l'aveva fronteggiato, e solo quando aveva capito di non poterlo battere la paura era trasalita in lui. Con Lucy la situazione era più delicata. Aveva perso ogni speranza di batterla ancora prima che il loro scontro cominciasse.
Non aveva combattuto per farle male, non aveva combattuto per sconfiggerla. Voleva solo farla rinsavire, e se fosse esistito un altro modo per farla tornare in sé senza dover ricorrere alla violenza, allora lui lo avrebbe preso senza esitare un solo istante.
Si erano battuti, confrontati, eppure il dolore a lui inferto era stato ben superiore a quello fisico. Si sentiva sporco, violato e preso in giro. Ricordava la lingua di quella Lucy serpentina scorrere sensualmente sulla sua guancia, i suoi palmi delicati che gli premevano sulla schiena contratta, la frustrazione da lui provata quando lei aveva fatto leva sui suoi sentimenti più reconditi per evitare che la attaccasse. Al solo pensiero di quel momento gli fischiavano le orecchie per la rabbia e il desiderio di uccidere colei che l'aveva trasformata in uno yokai scorreva velenoso nelle sue vene.
   Nure-Onna.
      Si sentiva usato, impotente. Voleva distruggere tutto in quella camera d'albergo e gridare il suo dolore ai quattro venti. Voleva piangere. E piangere ancora di più, quando ripensava ai sentimenti da lui provati all'inizio di tutto quello scempio. Lei lo aveva stretto a sé con la sua lunga coda fatta di squame, la pressione gli aveva impedito qualsiasi movimento e il suo viso era rimasto schiacciato contro quel seno grande e morbido. Faceva male, molto male... eppure... eppure... eppure era piacevole. Quella visione così erotica e conturbante non voleva lasciare in pace la sua mente, e più questa persisteva in lui, più un languore vorace muoveva le sue membra. Aveva fame, ma non fame di cibo, bensì fame di quel dolore. Voleva sentire il piacere di soffrire mentre i loro corpi erano congiunti, inondarla dello stesso piacere e trascinarla nel baratro insieme a lui. Avrebbe potuto accomunare quel dolore solo al piccante, il quale non è un gusto poiché non attiva nessun ricettore nella lingua, bensì una sensazione che crea dipendenza dopo esser stata recepita dal cervello come dolore.
Era un po' ingenuo, questo lo riconosceva, ma conosceva bene i sui desideri e in quel momento il suo solo e unico desiderio era quello di annegare nel piacere e sprofondare insieme a lei, a Lucy, perché sapeva bene che senza di lei tutto ciò non avrebbe avuto senso. L'amava. L'amava alla follia da molto tempo ormai, e intrinsecamente era già a conoscenza del fatto che solo con lei patire quel dolore avrebbe avuto senso.
<<Merda!>> sibilò sottovoce quando sentì una lieve scossa di dolore provenire dall'inguine e scorrergli in tutto il corpo. Come avrebbe fatto a guardarla in faccia quando il solo ricordo di lei così erotica e dissoluta risvegliava i suoi istinti più primordiali?
Sentì qualcuno bussare alla sua porta. Natsu sussultò, e come se colto in flagrante a compiere il peggiore dei peccati, posò la sua sciarpa sul tavolino da caffè davanti alla poltrona prima di accovacciarsi rapidamente sulla seduta, con le gambe strette all'altezza petto, mentre l'erezione dolorante continuava a pulsare spietata <<Andate via!>> gridò tremando <<Ho bisogno di stare da solo!>>
<<Natsu, sono io, Lucy>> sentì la voce oltre quell'anta di legno sussurrare.
Il suo cuore perse un battito. Proprio lei doveva bussare alla sua porta? <<Sono occupato. Ti conviene non venire, fidati di me>> "Venire". Si morse la lingua quando l'immagine di lei che veniva da lui per poi venire per lui e con lui cominciò a riempire la sua mente.
Era fuori luogo.
Era troppo fuori luogo.
Imprecò mentalmente quando sentì i cardini della porta cigolare e il profumo di Lucy inondargli le narici e fargli bruciare la gola. Quella ragazza aveva un profumo unico, dolce, simile a quello delle rose in fiore, ma più suo e per questo più speciale.
     Fece sprofondare le unghie simili ad artigli nella pelle della poltrona quando si accorse che lei aveva ripreso a parlare. <<È da quando siamo tornati da Elentire due giorni fa che sei così strano. Stai da solo tutto il tempo, non sorridi mai, ci eviti tutti...>> si morse il labbro <<Anzi, penso che tu stia evitando solo me. Perché ho l'impressione che tu non mi voglia più vicino? Ho fatto qualcosa di male? Ero sotto l'influenza di Selene, io non avevo intenzione di ferire nessuno, te in special modo, io...>> la sua voce era rotta, spezzata, sembrava sull'orlo del pianto.
Natsu sentì quella fitta che provava al cuore accentuarsi quando girò la testa e la vide lì, in piedi, a pochi passi da lui con le gote rosse, lo sguardo languido e le lacrime che le scorrevano sul viso, accompagnate dai suoi singhiozzi silenziosi. Senza esitare un solo istante si alzò in piedi e si precipitò da lei immediatamente <<Lucy>> la richiamò. Una mano sotto il suo mento per costringerla a guardarlo negli occhi e l'altra sulla sua guancia che l'accarezzava con delicatezza <<Tu non hai nessuna colpa per quello che è successo in quella grotta. Non sono arrabbiato con te, voglio solo stare un po' per conto mio, va bene?>> la colpa non era sua, ma quella serpe si era impossessata del corpo di Lucy e lui non riusciva più a vederla senza vedere l'immagine del Nure-Onna che lo stringeva, lo leccava e soprattutto, lo ingannava.
<<Natsu...>> smise di piangere. Lo guardò negli occhi verdi e taglienti, per poi annuire ancora. Era così preoccupata per lui e il senso di colpa, quella vaga sensazione di essere stata lei la causa del suo malumore, la stava piano piano divorando.
Socchiuse gli occhi marroni e lucidi quando sentì la mano di Natsu sfiorare le ciocche bionde della sua lunga chioma e le dita calde infilarsi in quella cascata di fili dorati per vezzeggiarla con quanta più dolcezza disponeva in corpo. la luce del tramonto filtrata attraverso la finestrella, tingeva i capelli di Natsu con una lieve sfumatura di rosso e illuminava i tratti del suo viso facendogli sembrare i lineamenti più maturi. Natsu vide Lucy leccarsi velocemente le labbra per raccogliere una lacrima che le era scivolata sull'angolo della bocca, gesto che durante il loro scontro aveva ripetuto più di una volta, ma per motivi differenti. Quel ricordo insistente lo fece scattare indietro spaventato <<Devi andartene, Lucy. Te lo chiedo per favore. È... imbarazzante...>>
<<Che cosa è imbarazzante?>> e se rivedere in Natsu un briciolo di normalità l'aveva tranquillizzata, erano bastate quelle poche parole per scuoterla ancora una volta. Abbassò la testa appena un po', le sue pupille si restrinsero e il rosso imporporò le sue guance quando vide quella sporgenza premere contro i pantaloni attillati del suo compagno. Era sera, gran parte dei suoi vestiti erano a lavare e l'unico pigiama che gli era rimasto erano un paio di pantaloni grigi aderenti e una maglietta a maniche lunghe blu scuro che calcava la forma dei suoi muscoli fin troppo bene. Glielo aveva regalato Wendy tempo prima, era scomodo e se lo era portato con se solo per far credere a quella dolce bambina dai capelli blu di averlo apprezzato, ma mai prima di quel momento avrebbe creduto che indossarlo gli sarebbe costato tanto. E pensare che aveva fatto lo sforzo di metterselo proprio perché lui, Gray e Happy avrebbero dormito nella stessa camera e non voleva restare nudo in una stanza gremita di persone che andavano in giro senza vestiti! Era messo male...
  Il rossore sul volto di Lucy presagiva che fosse messo anche peggio di male <<Q-Quindi eri impegnato i-in...>> si voltò imbarazzata <<S-Scusa, non era mia intenzione interromperti nel tuo momento... ehm, p-privato... f-forse è m-meglio che vada, o-okay?>>
La vide dirigersi verso la porta. Un fremito di paura lo scosse, il timore che lei potesse guardarlo con occhi diversi lo spinse ad afferrare la sua mano e bloccarla lì, in quel punto della stanza <<Io non stavo facendo nulla! L-Lui... lui si è svegliato da solo!>>
       Lucy guardò per qualche secondo il cavallo dei suoi pantaloni, cosa che sembrò agitarlo ancora di più, poi alzò gli occhi verso il viso spaventato di Natsu. Sudava. Tremava. Sembrava disperato e lei lo aveva visto ben poche volte in quello stato. Non era da Natsu una scena così, lui non s'imbarazzava mai e non lo faceva in quel modo. Era sbagliato... Era tutto sbagliato!
     Nonostante l'argomento la imbarazzasse molto, voleva comunque essergli d'aiuto, cercare di migliorare la sua situazione almeno un po'. Erano amici, si spalleggiavano sempre, e lei lo avrebbe fatto anche in questo <<È una cosa fisiologica, qualche volta capita. Prova a rilassarti, fare una doccia fredda e vedrai che...>>
        Si scompigliò i capelli con le mani nervosamente e scosse poi la testa <<No! Lucy, tu non capisci. Il problema è che quei pensieri, quelle immagini... è tutto nella mia testa e non vuole andare via. Non importa quanto provi a reprimerlo, lui ritorna sempre, più insistente, più reale, più doloroso, più...>> "Piacevole" avrebbe voluto dire, ma strizzò gli occhi e si costrinse a mandare giù quel groppo di saliva che gli stava bloccando la gola.
      <<Di che cosa stai parlando?>> si avvicinò Lucy di qualche passo <<Erza mi aveva detto di aver preso da poco un libro particolarmente conturbante, non è che per caso ti sei dato alla lettura rossa?>>
       <<Lucy, il problema qui sei tu!>> disse tutto ad un fiato, senza soffermarsi un solo istante a riflettere alle sue parole <<In quella caverna la tua controparte serpentina ha giocato con me, e io non sono riuscito a fare altro se non maledire quella parte di me che in realtà provava piacere nello stare così stretta al tuo corpo. Non ce la faccio! Quel ricordo è ancora vivido nella mia mente e non riesco a smettere di pensarci. Così non va bene, è sbagliato!Io non ce la faccio!>>
     <<N-Natsu>> la voce tremante, le guance rosse mentre lo fissava sconcertata. Aveva le gambe strette e il cuore che le martellava nel petto.
      Resosi conto di cosa aveva detto, rabbrividì e si coprì il viso con le mani <<Dimentica ciò che ho detto, era solo un'idiozia, una battuta pessima sparata sul momento>>
      Natsu era chiaramente agitato e Lucy questo lo avvertiva. Sembrava scosso, tormentato. Guardare la persona alla quale più era legata ridotta in quello stato la feriva quasi quanto sapere che a eccitarlo così era stata lei riusciva a far vacillare la sua parte innocua in favore di quella più mellifluamente dissoluta.
      Si grattò il braccio dietro la schiena, quasi con finta innocenza <<La verità è che mi sei sembrato sincero, Natsu. Mi sei sembrato molto sincero>>
      <<I-Io...>> si morse il labbro <<Scusa, non doveva andare in questo modo...>>
       Lucy si avvicinò a lui a passi strascicati, lenta e letale come la più velenosa delle serpi. Si alzò in punta di piedi, le braccia allacciate intorno al suo collo per poi far aderire il petto contro quello di lui, duro come il bronzo e di un colore simile. Natsu si agitò quando sentì l'inguine di Lucy premere contro la sua erezione ancora pulsante, ma non staccò un solo istante lo sguardo dalle pagliuzze dorate che illuminavano gli occhi grandi e marroni di lei. E poi c'era quel ghigno lussurioso che lo faceva impazzire.... E impazzì ancora di più quando sentì le labbra di Lucy avvicinarsi alle sue e soffiargli sulla pelle calda: <<E allora come sarebbe dovuta andare?>>
Deglutì a vuoto. Voleva spingerla via, dirle che se era uno scherzo allora non era uno scherzo divertente, ma non lo fece. Il drago che dormiva dentro il suo cuore scalpitò animalesco e preda di un istinto troppo forte per essere controllato, le sue labbra catturarono quelle della ragazza in un bacio ruvido e appassionato che entrambi avevano aspettato fin troppo tempo prima di scambiarsi. E per Natsu quello sembrò cherosene che alimentava il suo fuoco.
Una fiamma forte e lussuriosa vibrò nel suo stomaco, indomita per poi scendere più in basso e inondarlo di quel dolore tanto forte quanto piacevole. Le sue labbra si muovevano su quelle di Lucy rapidamente, affamate di una libidine che lei ricambiava abbondantemente. Desiderosa quanto lui di quel contatto si premette meglio contro il suo corpo, il bacino che si sfregava contro il suo pene già turgido attraverso la stoffa aderente dei pantaloni e le dita che gelide gli accarezzavano il ponte del collo, per poi salire sulle guance arrossate dall'eccitazione e il profilo scultoreo e fermarsi su quegli strani capelli rosa che avrebbero stonato su chiunque tranne su quell'uomo dalla bellezza -a detta di Lucy- tanto immensa quanto sottovalutata. Strinse tra le dita quei ciuffi ribelli e li tirò delicatamente, mentre le loro labbra morbide erano come lembi di seta che si sfregavano sensualmente, le loro lingue si vezzeggiavano in un gioco erotico tutto loro e i loro respiri si spezzavano sulla pelle dell'altro.
Amanti giovani, focosi, che si ferivano e si esploravano in quel bacio che sapeva del più piacevole degli inferi. Le mani di Natsu afferrarono la vita di lei e con una spinta brusca la avvicinò a lui quanto più poteva, desideroso di sentirsi quei seni morbidi premuti contro il petto e il suo corpo venusto che reagiva al suo tocco erotico. Con i polpastrelli ruvidi esplorò le forme che il rosso scarlatto di quella camicia da notte delineava alla perfezione, per poi stringerle il sedere e strapparle un gemito sommesso. Scostò la bocca dalla sua, le loro lingue si dovettero disgiungere e un velo cupo oscurò il suo sguardo <<Non ti stai prendendo di nuovo gioco di me, vero? È-È tutto reale?>> non c'era cattiveria nella sua voce, solo la paura di chi era troppo ferito per non essere dubbioso.
Lucy non rispose. Gli angoli delle sue labbra si sollevarono lievemente. Il suo sguardo si addolcì e lasciò un lieve bacio sulle sue labbra per poi far scivolare le braccia sotto le sue e abbracciarlo teneramente, con un affetto caldo e genuino <<È tutto reale, Natsu. Quella Lucy, quel serpente... lei non esiste più. Adesso ci sono solo io, Natsu. Ci sono solo io!>>
<<Lucy...>> sentì il cuore esplodergli di gioia, il suo battito accelerare e il sangue che gli scorreva come lava nelle vene far accrescere la sua eccitazione. Artigliò le mani sulla sua vita, un bacio appassionato unì le loro labbra ancora una volta, poi la trascinò sul suo letto. La vide lì, con le gambe semiaperte, i capelli biondi che sembravano fili dorati sulla coperta dello stesso rosso scarlatto della sua camicia da notte, la fronte già imperlata di sudore e la bocca dischiusa che annaspava difficoltosamente, in attesa di lui. In attesa solo di lui.
Allettato da quella scena, Natsu s'insinuò in quelle gambe affusolate, le tirò su i lembi della gonna e poi bloccò i suoi polsi contro il materasso nel letto, mentre lento avanzava verso di lei. Salì sul letto. I loro occhi incastonati, la fame reciproca che diventò sempre più evidente nei loro sguardi quando Natsu spinse le pelvi contro le grandi labbra di Lucy, in cerca di un piacere ancora esiguo a causa dei vestiti che impedivano le loro pelli ignude di struggersi con desiderio. Un ringhio roco alzò il suo petto. Le sue labbra si mossero, schiudendosi e richiudendosi sulla gola di lei, fino a posarsi sulla giuntura tra spalla e collo. Con una mano cominciò a tastare l'interno voluttuoso di una coscia, mentre la bocca affamata baciava e succhiava la sua pelle nivea rendendola rossa con i suoi morsi dal sapore dissoluto.
Un lieve gemito sfuggì dalle labbra di Lucy quando il dito di Natsu scostò parte delle sue mutandine per cominciare a stuzzicare il solco che tagliava l'estremità del suo inguine, flettendo la punta nella sua pelle sensibile. Lucy sentì quel dito muoversi contro di lei, il piacere vibrare dentro il suo corpo insieme al desiderio di toccare quel ragazzo di cui era perdutamente innamorata e che la stava guardando affamato di una libidine che solo lei sarebbe stata capace di accontentare. Fece scorrere le dita gelide sotto la sua maglietta e cominciò a tastare delicata e sensuale il contorno dei suoi muscoli. Gemette ancora, più forte di prima, quando un morso la fece fremere di dolore e... sì, di piacere. Sfilò la mano destra dalla presa di Natsu e gli tirò i capelli affinché potesse tirargli indietro la testa e guardarlo in quei profondi occhi verdi, languidi di desiderio. Il dito di Natsu per qualche secondo si fermò. I loro sguardi ricolmi di desiderio incastonati, i cuori che gli battevano forte nel petto. Travolti dal desiderio, si baciarono, labbra contro labbra e le loro lingue che s'intrecciavano in uno scambio di passione e fiamme incandescenti. Lucy cominciò a muovere il bacino quando sentì il dito del suo amato sprofondare verso il suo clitoride per cominciare a stimolarlo lentamente, con movimenti concentrici, mentre il piacere scorreva liquido dentro di lei come lava dal calore intenso e velenoso. Movimenti misurasti, precisi, perfetti per stimolare la sua parte più intima e sentire il suo corpo reagire contro di lui, gremito di aspettativa.
     Si sentiva bagnata.
     Si sentiva terribilmente bagnata.
     Si sentiva bagnata e voleva di più.
     <<N-Natsu>> gemette con un soffio di voce quando sentì il suo dito uscire da lei e muoversi lento sulla zona umida delle sue mutandine con il dorso della falange intermedia.
      Lui si tirò indietro, accovacciato davanti a Lucy quando le prese le gambe e le trascinò aperte sulle sue ginocchia <<Non preoccuparti>> sogghignò mostrando i canini affilati <<Sono tutto un fuoco, e lo sono solo per te, Lu...>> la vide smettere di respirare. Con una mano lui fece scivolare le dita sotto la sua camicia da notte, fino ad arrivare al reggiseno di pizzo scuro e cominciare a massaggiarle il seno soffice da sopra quel tessuto, mentre con l'altra le dischiudeva le gambe affinché gli fosse più facile assaporarla. Le morse lievemente le caviglie nude per poi risalire lentamente, baciando la carne voluttuosa di quella coscia esile e arrivare alla sua intimità, ancora coperta da quel tessuto nero pregno dei suoi umori. Sotto lo sguardo fremente di lei che sembrava invitarlo ad andare avanti, Natsu posò le labbra soffici su quel punto e cominciò a muoverle rapidamente con la passione di una fiamma nata nella foresta e che si estendeva sulle foglie verdi degli alberi, sui ramoscelli caduti, mentre stringeva nel suo abbraccio ogni residuo di lucidità rimasta a quella ragazza che gemeva lasciando che lui soffiasse parole lubriche e silenziose sulla sua intimità bagnata, e godeva nel farsi torturare il seno da quelle dita che le pizzicavano il capezzolo già turgido attraverso la stoffa morbida dell'intimo.
     La sovrastava. La soggiogava. L'amava. In ogni suo respiro, in ogni movimento che quelle dita viziose e le labbra affamate eseguivano, si riusciva a percepire la cura unica e particolare che solo a lei riservava. Sì, perché era così. Se mai immaginare una scena simile con un'altra persona gli fosse stato possibile, il momento sarebbe durato molto meno. Limitarsi a sfogare il desiderio con Lucy non gli sarebbe mai bastato, doveva farle sentire quel dolore afrodisiaco di cui lui si era subito sentito dipendente non appena ne aveva provato il mero accenno, trascinarla nella sua tempesta fatta di lussuria e non lasciarle scampo fin quando ciò l'avrebbe fatta stare bene. La sofferenza dentro di lui cresceva, l'aspettativa gli rendeva impossibile indugiare lontano dal corpo di colei che riteneva l'unica degna di fargli da compagna, ma prima di raggiungere la vetta del piacere gli sarebbe piaciuto bearsi dei suoi gemiti eccitanti facendola venire almeno un po'.
     Alzò la schiena. Le mani scivolarono sulla vita di Lucy, mentre con le labbra soffici sfiorava le sue in un piccolo bacio <<Puoi fermarmi in ogni momento, lo sai, vero?>>
     Lucy lo guardò con gli occhi marroni pieni d'amore e delicata tastò le punte rosa della sua chioma morbida. Natsu aveva dei capelli così belli, così particolari. Le piacevano molto, soprattutto in quel modo, con la frangetta che gli ricadeva sulla fronte proprio come quando gli si scollava nel bel mezzo di uno scontro impegnativo. Perché sì, il loro scontro non era finito quando Aquarius si era messa in mezzo. Sarebbe stato troppo semplice e loro -lui- svenano troppe questioni ancora in sospeso. La verità era che entrambi agognavano di potersi cibare l'uno del cuore dell'altro in una battaglia basata solo e soltanto sui loro sentimenti più nascosti. E ciò la eccitava molto... <<Continua>> mugolò <<Per favore... c-continua...!>>
Il viso di Natsu sembrò rasserenarsi, come se il timore che lei non fosse consenziente avesse adombrato quel verde intenso che gli illuminava gli occhi. Si leccò le labbra istintivamente, pregustando il momento in cui avrebbe saggiato l'interno caldo e morbido di lei <<Come vuoi, mia Lucy>>
E lei per poco non venne quando sentì quella voce arrochita dall'eccitazione smuoverle le membra, facendole vibrare qualcosa nel basso ventre. Chiuse gli occhi <<Natsu!>> la voce spezzata. Sentì il rumore delle sue mutandine di pizzo che le venivano strappate dalla pelle con un movimento veloce della mano di Natsu, il fruscio dell'aria che si mosse non appena lui le gettò a terra, e poi quel dolore voluttuoso che l'aveva assalita non appena la lingua di lui era penetrata dentro il suo corpo.
     Sgranò gli occhi.
Dannazione, si sentì fremere quando lui cominciò a muovere la lingua dentro di lei, a dilatarla e stuzzicarla con movimenti lenti e circolari, misurati affinché lei potesse godere il più possibile. Il mormorio ridondante dei suoi gemiti impregnava l'aria e Natsu si sentì estasiato nel poter nuotare tra i versi lascivi e i gemiti licenziosi che quelle labbra gonfie dai morsi stavano intonando ad ogni suo piccolo gesto.
E, cielo, se sentirla vociare in quel modo non peggiorava il suo dolore indurendogli l'eccitazione ancora racchiusa nei boxer!
Sentì le mani di Lucy affondargli nei capelli meravigliosamente spettinati, spingergli la testa contro la sua intimità, mentre muoveva il bacino affinché lui aumentasse la velocità. Lo voleva. Lo voleva... molto, e Natsu sentì il fuoco che si muoveva nel suo inguine e dentro il suo cuore accentuarsi non appena recepì il suo messaggio. Riprese a baciarla con più ardore, alimentato da una una fiamma che ancora doveva imparare a controllare. Succhiò avidamente il suo clitoride come se da ciò ne sarebbe dipesa la sua vita. Con indice e medio della mano destra cominciò a stuzzicarle la parte bassa dell'inguine, fare rapidamente pressione con le punte e stimolarla alternando prima un dito e poi l'altro. Non ce l'avrebbe fatta. Non avrebbe resistito ancora molto e Natsu questo lo sapeva bene. Lo sapeva così bene da strizzare gli occhi e baciare quelle grandi labbra calde e bagnate con le sue, piccole e sottili, senza mai smettere di stimolare il piccolo bocciolo arrossato con il quale aveva stabilito che giocare gli piaceva molto. Percorse con le dita le pieghe della sua intimità bagnata. Il suo occhio tremante si sollevò sul viso di Lucy, che in quel momento era madido di sudore con un occhio chiuso e l'altro reso liquido da quel piacevole dolore. Lei lnciò un ultimo gemito strozzato prima di tirargli i capelli e gridare il suo nome in preda al piacere. Ancora leggermente confuso da quella situazione a lui nuova, Natsu si sorprese quando improvvisamente sentì un liquido caldo inondargli la bocca. L'odore eccitante degli umori di Lucy si fece sempre più intenso. Lei gli martoriava la testa dipendente da quella vaga morbidezza che i suoi capelli avevano, e lui compensava muovendosi velocemente dentro di lei sempre con più abilità, sempre con più irruenza. Quel liquido afrodisiaco gli riempiva le fauci, colava sulle guance accaldate e gli impregnava le labbra. Di più. Di più. Più lei gridava e più lui ne voleva di più! Avido di lei, ingurgitava il suo orgasmo sgraziatamente, senza mai smettere di stimolarle l'intimità liscia con la lingua e con le dita. La disperazione con la quale beveva da lei sembrava quella di un moribondo che attingeva lentamente dalla fonte della vita, con la sola differenza che lui era molto più grezzo e lei molto più buona da gustare. Lei era sua come lui era suo. Lei per lui era unica.
      I gemiti cessarono all'improvviso. Natsu sentì le gambe di Lucy scivolargli morbidamente sulle cosce, l'orgasmo fermarsi e il corpo leggiadro di lei sprofondare nella morbidezza di quel materasso coperto di rosso. Fece uscire la lingua dal suo centro, ignorò l'erezione che ancora pulsava tra le sue gambe e si stese al suo fianco con una mano ancorata alla sua vita per abbracciarla debolmente. <<L-Lucy...>> mormorò il suo nome quasi senza voce.
      Lei sorrise, ancora rossa per lo sforzo. Girò la testa verso il suo capo del letto, le loro labbra erano a pochi millimetri di distanza, eppure i suoi occhi erano persi in quel verde scuro e unico che sembrava essersi spento nello sguardo di Natsu. Vedeva paura, rabbia e apprensione nei suoi occhi, tre sentimenti nocivi che sembravano soffocare quel lieve barlume di desiderio e orgoglio che giaceva in fondo alla sua anima.
     Aveva paura che quello fosse un sogno e che presto si sarebbe svegliato.
     La rabbia montava dentro di lui perché il desiderio che provava era troppo grande e non riuscire a contenerlo lo frustrava come nulla al mondo.
     Privava apprensione perché non era sicuro di ciò che stavano vivendo insieme significasse veramente. Perché era così. Un attimo di lucidità, un solo dubbio per risvegliarlo completamente e farlo tremare per quello che era davvero successo. Lui amava Lucy, aveva riconosciuto che ciò che provava per lei era più profondo di una semplice cotta quando dopo la battaglia di Tartaros non era riuscito né ad andare via senza informarla del suo anno di allenamento né a trovare il coraggio di dirglielo guardandola in faccia, ma solo quando -credendola morta, uccisa da Dimaria durante la guerra contro Alvarez- il demone che giaceva in lui si era risvegliato, aveva capito di amarla più di ogni altra cosa al mondo. E da quel momento non era più successo niente. Aver compreso i suoi veri sentimenti aveva risvegliato in lui desideri di cui non sapeva di aver bisogno, ma di fatto amici erano e amici sono rimasti. C'erano molte donne nel suo cuore, a differenza di Gray che era troppo freddo e diffidente per lasciare che troppe persone vi entrassero, ma solo una persona voleva e aveva sempre voluto più bene di un'amica o di una semplice sorella, e ancora non era sicuro che quella persona lo ricambiasse veramente. Si erano toccati, voluti, baciati. Lei lo aveva eccitato e lui di rimando l'aveva fatta godere, ma ciò provava davvero che lei lo ricambiasse?
     L'immagine dell'Nure-Onna che lo prendeva in giro non abbandonava la sua mente e -sebbene sapesse che Lucy fosse diversa da quella creatura- ciò aumentava quel senso di vuoto che gli squartava il cuore. Erano stati amici per molto, moltissimo tempo, potevano davvero essere più di quello?
     I suoi dubbi erano tanti, forse avuti nel momento più sbagliato possibile, ma comprensibili. Eppure Lucy riuscì a cancellarli tutti semplicemente imprimendo le labbra soffici sulle sue e soffiando quelle due piccole parole da entrambi tanto agognate: <<Ti amo>
      <<Che cosa?!>> gli mancò il fiato nella gola. Che cos'aveva detto?
      <<Ti amo>> e lo baciò ancora <<Ti amo, Natsu. Ti amo moltissimo>>
       <<Lucy, tu...>> ma ogni parola gli morì sul nascere quando lei lo baciò ancora, e allora lui comprese di non avere più altro da dirle che lei non sapesse già.
      Si sedettero l'uno davanti all'altra senza smettersi di baciarsi, avvinghiati nella stretta delle loro braccia in un contatto tanto più gentile di quello focoso che aveva acceso i loro cuori prima, quanto più profondo e intenso. Lei lo amava, lo amava sul serio! Era così felice che avrebbe voluto gridare dalla gioia.
      Affondò le mani nei suoi fianchi sinuosi e con uno strattone deciso le sfilò di dosso quella camicia da notte di raso rosso che le copriva la pelle nuda. Con i polpastrelli duri calcò la figura sensuale della sua schiena e lì lasciò graffi dalla scia circolare con i suoi artigli affilati. Non poteva indugiare oltre, quei vestiti gli stavano stretti e il dolore che provava in mezzo alle gambe stava diventando troppo forte per essere domato. Rapido, si staccò da lei. Voleva semplicemente spogliarsi, ma un tremito gli scorrette per tutto il corpo e per un istante perse il controllo di quella fiamma che gli scalpitava dentro al cuore. Il suo corpo prese fuoco. I vestiti che gli aderivano sulla pelle scomparvero al tocco di quelle lingue rosso-dorate e incandescenti. L'aria fresca della sera premeva contro di lui, sollecitando i suoi sensi. Si costrinse a mantenere la calma e a fatica tentò di respingere dentro al suo cuore quella pericolosa fiamma che solo e soltanto Lucy avrebbe potuto alimentare. Di solito indossava dei vestiti ignifughi per evitare di bruciarli come più di una volta gli era successo quando viveva con Igneel, era la prima volta dopo tanto tempo che perdeva il controllo dei suoi poteri e finiva per ritrovarsi completamente nudo, vestito solo da quegli strascichi di fuoco che gli lambivano il tono dorato della pelle <<Il pigiama che mi ha regalato Wendy>> sibilò in uno sbuffo stizzito. Strizzò gli occhi. Infastidito dalla cenere cominciò a sfregarsi le mani sulle spalle, sulle braccia, su quel torace che ormai era rimasto completamente spoglio allo sguardo di Lucy.
<<Lo hai b-bruciato>> balbettò. Mai come prima di quel momento Natsu le era sembrato tanto bello. Il fuoco era il suo elemento. Vedere il modo in cui lambiva il suo corpo, faceva brillare la sua pelle di una lieve sfumatura dorata e delineava i suoi muscoli in uno strabiliante gioco di luci e ombre, era capace di far viaggiare quel piccolo lato perverso della mente di Lucy verso fantasie nuove, scottanti, che nessuno a parte lei avrebbe dovuto conoscere. Si leccò la bocca rapidamente, poi si morse il labbro inferiore con insistenza, con lo sguardo fisso sull'erezione -adesso libera- di quel cacciatore di draghi.
Natsu fece un ultimo sforzo e respinse dentro al suo cuore gli ultimi strascichi di energia magica che stavano divampando dentro di lui. I suoi occhi verdi e serpentini scivolarono sul corpo semi-nudo di Lucy, coperto solo da quel reggiseno striminzito che le faceva risaltare ancora di più i seni gonfi. Si mosse rapido e felino, con un passo estemporaneo delle gambe. Avvenne tutto in un attimo e Lucy non riuscì nemmeno a vederlo quando si mise a cavalcioni sopra di lei e cominciò a sfregare le labbra rosse sulle sue. A morderla dolcemente. A far vagare le mani dietro la sua schiena, fino a raggiungere quel fastidioso reggiseno che voleva vedere a terra. Non lo sganciò subito però, no, lui attese in quel modo e continuò a far pressione sulla bocca di lei penetrandola e sopraffacendola con i movimenti irruenti della sua lingua, scopandole la bocca con la sua, preda di un fuoco che non poteva essere spento. Perché era così. Fare l'amore con Lucy non appagava i suoi sensi, né saziava la fame che aveva di lei. Lo tranquillizzava, lo rendeva felice, ma di quella felicità lui era dipendente e ne voleva avere sempre più, sempre più, sempre più!
      Discostò lievemente le labbra dalle sue e cominciò a percorrerle il tratto della mandibola con una rapida scia di baci che sapevano d'inferno e lasciavano piccole scie di fuoco e veleno pregno di desiderio sulla sua pelle morbida. Arrivò al collo, che cominciò a martoriare e segnare con i suoi denti acuminati, a succhiare e lambire con una disperata fame di libidine. Sentì le unghie di Lucy graffiare sulle sua pelle. Un lieve risolino gli uscì dalle labbra per solleticare quel lembo di pelle rossa e sensibile con cui si stava divertendo a giocare, poi sorrise estasiato e con un gesto rapido delle dita gli sganciò quei fastidiosi ferretti che le tenevano legato il reggiseno, prima di gettarlo via e stenderla sotto al suo fisico marmoreo e muscoloso. Si fermò quindi qualche secondo a osservarla lì, sotto di lui, con quegli occhi liquidi e le gote arrossate che sembravano solo chiamare le sue attenzioni. E così Natsu baciò rapidamente la sua guancia prima di stringerle i polsi in una mano e con l'altro afferrarle il seno destro.
     Lei sgranò gli occhi <<Natsu!>> gemette.
     <<Lucy>> tastò con le mani quella collina soffice e si beò della sua morbidezza impastandola con le dita e massaggiandola grezzamente, senza farle del male e facendola fremere di piacere ogni qual volta il suo palmo ruvido le sfiorava il capezzolo turgido. Lo afferrò con le punte di due dita e cominciò a stuzzicarlo e pizzicarlo, accompagnato dai gemiti soffocati che Lucy non si mancava di cantare. Sentirla sopraffatta dal piacere rodente che lui le stava regalando lo eccitava molto. Voleva che sentisse le sue fiamme, che le sentisse dentro. Aumentò la stretta su quel piccolo bocciolo rosa che torreggiava sul suo seno generoso, prima di avvicinare la bocca e leccarlo lentamente, lascivo, così tremendamente sexy da farle desiderare un secondo orgasmo proprio lì, in quel momento, su quel letto. Il problema era che lui non voleva accontentarla così presto, non senza aveva fatta soffrire ancora un po' ed esser riuscito a tastare i limiti della sua resistenza personale.
     Con un rapido affondo inabissò la bocca aperta nel suo seno e si riempì la bocca con quella sua indescrivibile morbidezza. La mano destra che sostituì la sinistra nello stringere i polsi sottili di Lucy. Perle di sudore scintillante che gli impregnavano la pelle lucida. La frangetta rosa che velava l'espressione ottenebrata dalla fregola del momento, come se tutto il terrore di poco prima si fosse estinto lasciando in lui soltanto quel barlume di orgoglio e desiderio dalla natura quasi animale che Lucy scoprì essere dannatamente ammaliante. Sussultò quando con la mano appena liberata cominciò a stuzzicarle il seno sinistro, mentre le sua labbra schiudevano piccoli baci alternati a piccoli morti sull'altro <<Sei così... così maledettamente bella, Lucy...>> biascicò con la bocca impegnata, la voce roca sensuale come non mai <<Vorrei farti tante cose, farle con te. Vorrei farti provare un dolore penetrante, insieme al più appagante dei piaceri... lo vuoi anche tu, vero? Vuoi sentire le mie fiamme dentro di te?>>
<<Sì!>> gemette con tutto il fiato che aveva nei polmoni quando lo sentì stringerle in seno con ancora più forza, prima di spostare il pollice sul suo capezzolo sodo e muoverlo circolarmente con la pressione stimolante che il polpastrello esercitava su di lui. Sentiva scintille, scintille di fuoco in tutto il corpo che si raccoglievano nel suo petto per poi scemarle più in profondità. Desiderosa di dominare quel piacere mentre si lasciava dominare, mosse il bacino con irruenza, facendolo fissare contro quello di lui. Sentirono le loro parti intime sfiorarsi, il cazzo duro e pulsante di lui che s'ingrandiva, accarezzato dalle pieghe della sua intimità ancora bagnata, e gemettero insieme, accaldati da quell'eccitazione tanto intensa da renderli insostenibile l'attesa. Lucy fece forza con le braccia per liberarsi dalla presa di Natsu, ma non ci riusciva, era stroppò debole, allora aumentò la velocità dei suoi movimenti e sfregò le pelvi lungo la pelle vellutata della sua asta e gridò a gran voce <<Adesso! Voglio che tu lo faccia adesso, Natsu!>>
      E a quelle parole la fiamma che risedeva nel suo cuore trasalì. Quella lingua con la quale le stava titillando leziosamente il seno si fermò all'improvviso. Alzò la testa, entrambe le mani spostate sulle spalle di lei e uno sguardo animalesco che animava il verde selvaggio dei suoi occhi, mentre guardava quelli ardenti di desiderio carnale che lei sfoggiava in quel momento <<Proveremo un dolore immenso. Ti farò bruciare insieme a me...>> un attimo di silenzio, poi la tempesta di fuoco e vento che infuriava dentro di loro tornò a travolgerli, le loro labbra s'incontrarono e con quel bacio pregno d'incontinenza lui diede una spinta netta con il bacino prima di entrare netto dentro di lei <<Lucy!>> ululò contro le sue labbra.
     <<N-Natsu!>> sudore scintillante percorreva i loro corpi ignudi come gocce di pioggia durante un acquazzone estivo. Natsu si muoveva dentro il suo corpo rapido e impetuoso, uscendo e rientrando con rapidità corroborante, ma lei non si dava per vinta. Lo seguiva, si muove insieme a lui, lo equiparava. Lo stimolava con le dita fredde, accarezzandogli l'asta grande e pulsante. Sarebbe stata capace di raggiungere qualsiasi velocità lui avesse scelto, di andare a fuoco se lui ci fosse andato insieme a lei. Voleva i loro corpi uniti, sentire ancora il rumore dei loro cuori che si muovevano insieme.
      Quando avvertì le mani di Natsu scivolare giù per la sua schiena per palparle il sedere e spingerla meglio contro di sé, lei inarcò la schiena. Graffi profondi le sue unghie lasciavano sulla schiena di Natsu. Posò le labbra sulla cicatrice che fasciava il profilo sinistro del suo collo e cominciò a baciare quella zona sensibile di pelle, facendo scorrere la lingua da un estremità all'altra del taglio. Un ruggito profondo gli mosse le labbra. Un altro paio di spinte irrequiete, poi gemettero entrambi all'unisono quando con un colpo del bacino fece affondare la sua spada dentro al fodero fino all'elsa. Il diavolo rimesso nell'inferno. E lui le sussurrò nell'orecchio parole sporche, quasi volgari, sempre eccitanti, cariche di aspettativa, ma che sapevano di sangue e celavano i segreti più rozzi e carnali della sua anima.
      Una battaglia appena conclusa.
      Le ultime grida dei guerrieri prima di abbandonarsi al godimento di una grande vittoria.
       I marchi di quella guerra che ancora bruciavano come squarci di spada sopra i loro corpi.

     E dopo il dolore arrivava subito il piacere...

      Lucy si risvegliò su quel letto d'albergo con il sorriso ancora brillante sul suo viso e i capelli scompigliati che sembravano oro sul rosso di quelle lenzuola di rose e di sangue. Strizzò gli occhi e davanti a sé la prima cosa che vide furono gli occhi ridenti di Natsu che la guardavano carichi di un amore unico e sincero, mentre con la mano calda le vezzeggiava una guancia e le narici arricciate aspirava il suo profumo afrodisiaco <<Ti amo>> l'accarezzò il tono profondo della sua voce. E Lucy non riuscì a replicare poiché le labbra di Natsu si posarono sulle sue in un bacio tanto dolce da sembrar quasi stonare se considerato che dato da una persona grezza come lui. Eppure era comunque bellissimo. Soffice morbidezza quando le loro bocche si sfiorarono, i loro sorrisi s'incontrarono e poterono bere l'uno dalla coppa delle labbra dell'altro.
     La melodia che accompagnava il battito dei loro cuori sembrò completarsi in una sinfonia perfetta. E ora tutto tra loro due quadrava.
      <<Sono qui>> gli disse prima di baciarlo ancora.
      Il fastidio di sentirsi usato, preso in giro e indifeso si era estinto nel suo cuore, soffocato dalla fiamma dei sentimenti che provava per Lucy. Lei era vera, lei era lì, lei non lo stava prendendo in giro. Lucy non era quel Nure-Onna.
     Lucy lo amava.
     Lucy lo amava almeno quanto lui amava lei.
      Era finalmente riuscito a trovare la pace dopo aver guardato in faccia ciò che quello spirito malvagio non era più, e scoprendo davvero se quel piacere doloroso fosse una cosa buona oppure una cosa cattiva.
     Pensare non faceva proprio per lui. L'idea di amare quella donna tanto da uscire fuori dal suo personaggio per così poco lo fece sorridere. Era stupido. Era troppo stupido per essersi trascinato dietro quella questione per così tanto, sia quella dell'Nure-Onna, sia quella della contrapposizione tra piacere e dolore, e in primo luogo quella riguardo i suoi veri sentimenti per lei.
      Si staccarono da quel bacio solo quando sentirono la porta della stanza aprirsi all'improvviso e la figura minuta di Wendy comparire davanti ai loro occhi inaspettatamente. Era una ragazza timida ed educata, non era da lei un gesto simile, ma nessuno lo notò poiché distratti dai suoi occhi. Ecco, gli occhi grandi e marroni di Wendy erano umidi in quel momento, quelli di chi sembrava sull'orlo del pianto <<Se non ti piaceva il mio pigiama bastava dirlo, non c'era bisogno di bruciarlo>>
      <<Wendy, non è come sembra!>> si agitò Natsu.
       Lucy arrossì vistosamente, imbarazzata come mai lo era stata prima <<A-Aspetta, ma quindi, tu...>>
       <<Ho sentito tutto>> pianse con le mani premute sul viso <<E pensare che ho persino convinto Happy e Gray a dormire con me, Charle ed Erza per lasciarvi un po' di spazio. Natsu-San, sei cattivo!>> si girò verso la porta della stanza e andò via con la stessa velocità con la quale era arrivata.
     Natsu piegò un po' la testa e si sfregò la chioma rosa disordinatamente <<Dannazione, immagino di dovermi far perdonare da lei>>
      <<Già>> scoppiò a ridere Lucy <<Ma prima...>> si sporse un'ultima volta verso di lui e sussurrò le parole "Sono qui" con un filo di voce quasi inesistente, prima di baciarlo ancora.

Nalu: Fa... male... ed è così piacevole... [One-Shot]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora