And my daddy said, "Stay away from Juliet"

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Alexander ha aperto il portone d'ingresso, mi ha fatto strada attraverso il salotto per poi condurmi al piano di sopra.
In casa regna il silenzio, perciò nessuno dei due fiata finché non entriamo in camera sua.
Il tragitto verso casa era stato silenzioso.
Io avevo paura di dire qualcosa di cui mi sarei pentita, lui...chissà.
Mi accomodo sul bordo del letto continuando a perpetrare quel silenzio eloquente.
Alexander sembra perso nei suoi pensieri, nasconde le mani nelle tasche, infine mi guarda con i suoi occhi scuri.
-Non so se è il caso di rovinare tutto ora.-
Parla sempre in un tono di voce così calmo da creare una melodia perfetta, anche quando le parole comunicano qualcosa di poco piacevole.
Cosa mai avremmo potuto rovinare, a questo punto?

-Che vuoi dire? Certe cose dovrebbero venire naturali, non si possono programmare.-
Lo stuzzico senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso.
Il solo fatto di guardare il suo corpo immobile nella penombra fa aumentare la mia temperatura corporea.
Ci siamo baciati giusto una decina di minuti fa e io sono già annebbiata, forse stregata, dal suo sapore.
Alexander però non sembra particolarmente diverso dal solito.
È sempre freddo.
Calcolato.
Senza emozioni.

- Certo. Allora vieni qui davanti e sbottonami la camicia.-

Anche le sue parole. Sempre lo stesso effetto: sono catene che mi legano al suo volere.
Mi alzo in piedi e non appena poso una mano leggera sul suo petto fasciato dalla camicia, lui sorride scuotendo il capo.
- Ti sembra naturale questo?- chiede con uno sguardo enigmatico.
Lo osservo confusa.
-Ti ho appena dato un ordine, Juliet.-
- Non riesco a capire, vuoi che lo faccia o no?-
- No, io non riesco a capire. Vuoi fare le cose in maniera naturale ma non muovi un dito, appena ti ordino di fare qualcosa...trovi la forza di agire.-
Arrossisco violentemente.
-È il caso di umiliarmi ora?-
- Potrebbe esserlo, dato che la tua bocca dice di volere una cosa ma poi il tuo corpo risponde a tutt'altro.-
- Dovrei saltarti addosso, Alexander? Così sarebbe più naturale?-
Alza spalle.
-Non lo so, sei tu l'esperta.-
-Perché non lo fai tu?-
- Perché non capisci che io sono fatto così?-
Ah, questo era il punto.
Lui è fatto così e io fatico ad accettarlo.
-Ma a me va bene...- bisbiglio tra i denti.
-Sei sicura? Quindi ti va bene se ti faccio inginocchiare e ti chiedo di essere disposta a tutto. Vero?-

"Mi sta provocando. Calmati!" mi dico tentando di far cessare quell'allarme che prende a suonare impazzito nella mia testa.
- Allora?-
Alexander mi mette alle strette, perciò rispondo a testa alta.
-No.-
Vedo la sua mascella contrarsi appena.
- No, perché...?-
Mi invita a continuare, con uno sguardo acceso dalla curiosità.
- Perché prima forse dovremmo...-
Avverto le mie stesse parole scivolare in gola con la saliva.
"Cosa dico ora?"
Alexander però mi rivela un sorriso più dolce del previsto. Sento la sua mano posarsi leggera sulla mia guancia.
- Prima, Juliet, voglio fare l'amore con te.-
Lo guardo con occhi interrogativi, così lui riprende.
-Perché mi sei mancata. Ogni dannato giorno.-
Finalmente mi dà uno spiraglio di luce. È come vedere delle acque immobili, appena c'è un'onda, seppur piccola, mi ci tuffo a capofitto.
Afferro la sua camicia con forza e lo attiro a me con una spavalderia mai avuta prima. Poi aggancio il suo labbro inferiore tra i denti, facendolo quasi gemere.
Alexander affonda le mani tra le mie ciocche castane per prendere il possesso del mio viso, mentre manovra sapientemente la lingua nella mia bocca socchiusa e bramosa di lui. Lo sento farsi teso quando apro la bocca sempre di più, invitandolo ad andare in profondità.
Con mia sorpresa però, a quel punto indietreggia con fare titubante per poi dire - Ma forse...-
Mi interessa poco cos'ha da blaterare adesso, soffoco le sue parole con un altro bacio, mentre con le mani gioco con i bottoni della sua camicia.
Ho fantasticato così tanto sui baci che ci saremmo dati, che anche ora che siamo qui, non riesco a fare a meno di immaginare dove questi contatti così intimi ci porteranno. Ogni volta è una sorpresa con Alexander.
E forse sì, forse ha ragione lui.
Le cose naturali non fanno per noi. Lui ama programmare tutto nei minimi dettagli, per poi regalare a me quegli attimi di sorpresa.
-Smettila di fare di bambina.- lo sento biascicare tra uno schiocco di lingua e l'altro.
-Cosa c'è?- sbotto senza mezze misure, sollevando gli occhi dal suo petto liscio coperto dalla camicia ormai completamente sbottonata.
-Stai facendo i capricci, quando invece sarebbe meglio aspettare. L'hai detto tu, hai bisogno di tornare a fidarti di me.-
- Mhm.- annuisco poggiandomi alla scrivania. Risistemo i capelli mi che ricadono sulle spalle, in onde mosse e disordinate.
- Non faccio un bel niente con te adesso.- Lo sento sussurrare mentre si toglie la camicia.
Infila una maglietta per dormire e torna a fissarmi duramente.
- Non finché non avrò la tua completa fiducia. Intesi?-
Mi mordo la lingua, poi rispondo.
-Sì.-
- Non sarà una cosa "naturale"...- lo vedo mimare le virgolette -...ma è la cosa più sensata ora come ora.-
- Forse hai ragione.- concludo con una punta di amarezza.
Alexander non ha torto: finché non mi toglierò tutti i miei dubbi, lui sarà sempre troppo pericoloso per me.

BADLANDS IIWhere stories live. Discover now