CAPITOLO QUATTRO

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“Un saluto. Occhi di gatto” questo è il messaggio che fece alzare in piedi Luca,sbalordito, davanti a tutta la classe ma soprattutto proprio davanti all’unico prof a cui non andava a genio.

-Non mi sembra sia ora di ginnastica Mr. Righetto- gli disse il prof di Algebra che accompagno il rimprovero con uno sguardo per lui molto severo ma che lo faceva risultare buffo.

Ancora intontito si risedette, continuava a fissare il cellulare ben nascosto dietro l’astuccio verde mela; non ci speravo più…pensavo mi avesse dimenticato…e invece eccola qui…certo che poteva sprecare qualche parola in più..sempre meglio di niente però! …e se non fosse il suo numero?.... –Mr.Righetto??!!! La risposta la sa o sta aspettando che arrivi un illuminazione divina?- lo riprese il prof. Barcani con un cipiglio in volto –Veramente io….- il suono della campana non lo salvò da una ramanzina interminabile sul suo impegno e il rendimento altalenante di quest’ultimo periodo; mentre parlavano,intanto,entrò la classe dell’ora dopo.

Quando il prof si sentì soddisfatto dalla ramanzina,lo lascio andare.

-Gli hai scritto?-le chiese Anna per l’ennesima volta mentre riponevano il camice e uscivano dal laboratorio di chimica –Si gli ho mandato un SMS dieci minuti fa- disse Emma stanca di sentirsi ripetere le stesse tre parole dall’amica.

-Eeee…??? Cosa ti ha risposto???Non tenermi sulle spine!!!- continuò Anna insistente –Niente, non mi ha risposto- rispose cercando di nascondere la delusione cocente che sentiva dentro.

Anna però se ne accorse subito e, mentre si dirigevano all’ora successiva, cercò di rassicurarla –Magari ha il telefono spento, oppure ha finito il credito o non ha ancora letto il messaggio, stai tranquilla, sono sicura che tra poco si farà vivo- “gli conviene” aggiunse solo mentalmente l’amica.

Si erano fermate davanti all’aula di matematica del prof.Barcani e aspettavano insieme al resto della classe che intanto le aveva raggiunte, che la classe che occupava prima di loro l’aula uscisse.

-Ho dimenticato la sciarpa in laboratorio, torno subito!- disse Emma avviandosi verso l’aula 108, Anna fece un cenno di assenso e guardò l’amica scomparire dietro l’angolo.

Pochi secondi dopo entrarono in classe insieme agli altri, appoggiò lo zaino sopra al banco affianco al suo per tenere il posto ad Emma, dopo di che si concentrò sul ragazzo, un figo da paura,con cui stava parlando il prof.

Di li a poco però il ragazzo si avvio fuori dalla porta e dalle fantasie ad occhi aperti di Anna.

 Il professor Barcani tornò dietro la cattedra e iniziò a fare l’appello –Emma Fiorentini?Ragazzi qualcuno l’ha vista?- il nome dell’amica risvegliò Anna dal suo torpore -È tornata indietro per recuperare la sciarpa, l’ha lasciata a chimica- il prof la guardò scettico – Le concedo pochi minuti, dopo i quali non l’ammetterò più in classe.- concluse serio.

Emma dove diavolo sei finita?

Ero quasi arrivata in classe, guardavo distrattamente il cellulare,sperando in una qualche risposta, quando mi scontrai contro un ragazzo che evidentemente non mi aveva vista. 

Stava per dirgliene quattro, ma poi quando lo vidi in faccia, rimasi stupita; davanti a lei c’era Luca.

Cosa le scrivo? Le devo rispondere, ma come? Forse un semplice ciao potrebbe andare bene….ci mancava solo la svampita che mi viene addosso!!

Una ragazza bionda, dai riccioli ordinati era china a raccogliere il cellulare… un lampo lo illuminò, d’un tratto ebbe la certezza che fosse la sua Emma.

Ne ebbe la conferma quando vide quegli occhi verdi che più e più volte aveva sognato; lei aveva un’aria sorpresa, non disse una parola, così mi feci avanti per primo.

-Ciao! Non sapevo frequentassi anche tu questa scuola!!- le dissi con un grande sorriso –Il mondo è piccolo!- disse rivolgendomi un sorriso a sua volta, un po’ forzato.

Per qualche strano motivo, Emma non gli voleva parlare, non voleva incrociare i suoi occhi azzurro ghiaccio, voleva andarsene e lo stava per fare, ma lui era seriamente intenzionato a impedirglielo.

-Scusa, ma devo andare a lezione, sono già in ritardo, ci si vede in giro!- gli disse nel modo più tranquillo possibile, non le riuscì un gran che bene però.

Luca stava andando nel panico, c’è qualcosa che non va...forse sta male, forse non vuole parlarmi, magari ho fatto/non ho fatto qualcosa…

-Scusa se non ti ho risposto subito, ma Barcani mi ha trattenuto per una delle sue filippiche interminabili, prima di andarti addosso,stavo per risponderti…ma adesso che ti ho davanti non serve più..- dissi cercando di essere il più naturale possibile.

Mi sembrava più rilassata adesso, sicuramente era per quello che era così strana, pensava che mi fossi dimenticata di lei..come se fosse possibile…mi ritrovai ancora una volta a perdermi nei suoi occhi, lei fece un sorriso imbarazzato e le sue guance si tinsero di rosa più intenso….NON SBAVARE!!!

-Cosa mi avresti scritto se non mi fossi venuto addosso?-  -Io venirti addosso??Caso mai sarà il contrario!!!-  -Io non credo proprio, non mi hai ancora risposto-  -Ti avrei salutato e..ti avrei invitato a bere qualcosa con me- dissi avvampando improvvisamente.

-SE me lo avessi chiesto, ti avrei detto che mi sembrava un’ottima idea-  HA DETTO DI SI!!! Aspetta, perché ha sottolineato il “se”? –Verresti a bere qualcosa con me?-

Lei per tutta risposta si avvicinò a me si alzo in punta di piedi e mi diede un bacio lieve a pochi millimetri dalle labbra, e prima di aprire la porta ed entrare in classe, mi disse a voce basse ma chiara –Ci vediamo presto- mi regalò un ultimo sorriso e poi scomparve dietro la porta.

Il tutto si era svolto in pochi minuti, ma per lui ne erano passati cento, quando le parlava, o la immaginava solamente, gli sembrava che il mondo rallentasse, che null’altro importasse se non loro due, e forse è proprio così.

Si sentiva strano, non si era mai sentito così…così spensierato,leggero, come se volasse, Emma non era la prima ragazza attraente che incontrava,ma era la prima ad avergli davvero toccato il cuore.

Corse in classe sperando di non prendersi un richiamo dal prof e con la certezza che l’avrebbe rivista una volta ancora.

Dopo essersi scusata più volte con il professore, si accomodò accanto ad Anna, che le aveva tenuto il posto.

Dopo aver tirato fuori dallo zaino libro, quaderno ed astuccio, dopo di che si limitò a fingere di seguire la lezione;in testa aveva ben altro e di  sicuro non erano le disequazioni di secondo grado!.

Continuava a rivedere l’intera scena e non si capacitava di come avesse fatto a mantenere la calma, ma soprattutto da dove venisse tutto quel coraggio e quell’audacia, lo aveva baciato a pochi millimetri dalle labbra come se nulla fosse, come se fosse la cosa più naturale del mondo; INCREDIBILE!

L'occhio della FarfallaWhere stories live. Discover now