THE MURDER OF LESLIE

73 10 85
                                    





❝ L'istinto omicida, tra molti altri istinti,
è intrinseco all'essere umano. Vanno
insieme: uomo e morte, uomo e crudeltà,
uomo e sangue.  Non è piacevole,
ma è sicuramente così. ❞
— Roberto Bolaño
















T H E
M U R D E R
O F
L E S L I E

interlude

Leslie ormai non la conosce più nessuno.
Il suo nome non viene più pronunciato e la sua storia non viene più raccontata. Ed è sbagliato. È sbagliato perché lo devono sapere tutti cos'è successo a Leslie. Così da evitare di perdere un'altra figlia, un'altra sorella, un'altra amica.
Impariamo dagli sbagli. Impariamo a non sbagliare più. Diffondiamo la storia di Leslie.














T H E
M U R D E R
O F
L E S L I E

in memoria di Leslie

Di Leslie se ne parlava poco ancor prima che venisse uccisa, nonostante vivesse in una piccola cittadina dove nessuno è invisibile. Tranne Leslie, lei lo era. Non le è sempre riuscito, ma per la maggior parte della sua vita era riuscita nel suo intento.
Aveva pochi amici. Li si poteva contare sulla dita di una sola mano, che avanzavano pure.
A scuola ci andava e non ci andava, dipendeva molto dall'umore che si ritrovava una volta sveglia. La maggior parte delle volte se ne stava a letto, sotto le coperte calde e con la tv accesa per tenerle compagnia. Quelle mattinate erano le sue preferite poiché non doveva interagire con nessuno, poteva dormire fino a tardi e riusciva a controllare la sua ansia.

L'ansia di Leslie era brutta. Per il novanta percento era causata dalla scuola, dai ragazzi che la bullizzavano sin da quando era bambina. Il restante dieci per cento derivava dalla famiglia. Per lo più dai genitori, perché i fratelli non li poteva incolpare di niente.
L'ansia che le generavano i suoi genitori era pari a quella che provava quando osservava l'entrata della scuola e cercava di scappare. Però era inferiore, perché non li vedeva abbastanza. Lavoravano talmente tanto che, nonostante fossero tutti i giorni a casa, loro non ricordavano nemmeno di avere tre figli da mantenere.
A Leslie causava ansia quando era consapevole che a casa non c'erano a causa dei loro viaggi di lavoro. Quel genere di ansia che non la faceva dormire la notte, perché non si sentiva al sicuro sapendo che mamma e papà non c'erano. Sì, c'erano i due fratelli maggiori che si prendevano cura di lei, che le assicuravano sempre un pasto caldo a tavola e un passaggio in auto a scuola, al sicuro da tutti.

Si può dire che Leslie la crescevano i fratelli: George e Harry. In realtà lo pensavano tutti, la cittadina di Deadwood pensava che, di fatti, Leslie fosse orfana.
Non si sapeva granché di quella famiglia, solo che George, Harry e Leslie vivevano soli in quella grande casa e chissà come facevano a permetterselo. Sapevano che Leslie aveva sedici anni, Harry ne aveva ventidue e George venticinque. Giravano tante voci riguardo di cosa si occupassero i due ragazzi, perché alla gente piaceva spettegolare e volevano risposte su ciò che non riuscivano a spiegarsi. I loro vicini di casa erano arrivati a pensare che George e Harry fossero dei mafiosi o, comunque, in contatto con la mafia, altrimenti non si spiegava.
Però George era un avvocato, mentre Harry era un poliziotto. I genitori, invece, lavoravano in borsa. Nessuno lo sapeva e, se lo sapevano, preferivano alimentare le voci dove i due erano morti, forse gelosi a sapere che gestivano carichi di soldi da far girare la testa. Lavoravano da casa per tenere sotto controllo Leslie, per assicurarsi che andasse a scuola tutti i giorni. Leslie, però, non la tenevano sotto controllo. Se ne stavano sempre chiusi nei loro uffici e, se erano fortunati, si presentavano in sala da pranzo per la cena.

THE MURDER OF LESLIE [One Shot]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora