𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 𝟐. 𝕍𝕖𝕝𝕖𝕟𝕠

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Era il nostro film, la nostra copertina.

Finsi di camminare tranquilla, come se stesse andando tutto bene. Il respiro si annodò in gola e per un momento l'istinto mi fece fermare. Inchiodai i piedi. Lo sguardo captava ogni dettaglio vagante sulla mia strada.

Una coppia di ragazzine stavano ridendo per... una macchina fotografica? "Eh no cara, questa la devi cancellare!" La mora continuò a strillare finché l'amica le rubò la polaroid. I miei occhi ai soffermarono poi verso quel volto così famigliare.

C'era un che di disperato nel suo volto. Quel volto freddo e immobile distinguibile fra altri mille. Mi avvicinai per squadrarlo meglio, dopotutto eravamo a pochi metri di distanza. 

Edward Cullen era proprio davanti a me.

Serbai un po' di aria quasi soffocando. Come se fosse possibile. Raggirai i mei futuri compagni per schivarne l'odore. Tutti quei vasi sanguigni erano fiumi ferrosi dall'odore travolgente. Lo inalavo come un dipendente di ketamina. Intrecciò il suo sguardo col mio, svelando un sorriso fulgente.

Edward

Come al solito sarei tornato nel mio purgatorio. Da settimane non si faceva altro che parlare della nuova arrivata, insomma le tipiche discussioni superficiali da adolescenti. Una studentessa nuova era l'argomento perfetto per una Jessica Stanley, tipica reginetta dei pettegolezzi. 

A catturare l'attenzione dell'intera città era la figlia di Charlie Swan, capo del distretto di polizia.

I miei pensieri vennero smossi dalla figura di Megan Thompson. "Sai" piegai la testa di lato. "Pensavo di rincontrare tutti tranne te." Lei sembrò perplessa. "Sai Edward, sembri davvero invecchiato dall'ultima volta." Non sarebbe stato male avere qualche anno in più. Risi e aggiunsi "Da quanto tempo non ci si vede, vero?" Lei era uguale a come la ricordavo, d'altronde nessuno poteva cambiava. Sempre lo stesso volto.

Forse l'unica cosa diversa ero lo sguardo, più spento, forse malinconico. Spezzai il silenzio che si era creato. "Cerca di comportarti bene almeno il primo giorno Megan." Risi ma la raccomandazione non era falsa, vista la situazione.

Normalmente faceva più battute, probabilmente la scuola la preoccupava. Lo capivo dato che per lei era particolarmente complessa "Tranquillo, non mordo." Va bene, le battuta di merda non mancano mai. Per quanto volessi rimanere a parlare insieme a Megan, il tempo non stava dalla nostra parte.

"Mi dispiace privarti della mia presenza, ma ognuno ha i suoi doveri." Le sorrisi e iniziai a guardare se nei dintorni c'era una Rosalie alterata.

"Sì, purtroppo lo so." La sua espressione era chiaramente turbata ma non potevo aiutarla. Le sorrisi facendo finta di nulla e ci passai oltre. I sensi di colpa sarebbero durati due minuti, coperti dalla gelida indifferenza. L'anima era pervasa da mille sensazioni confuse.

Sorrisi pensando alla faccia di Rosalie il mattino. Non avevo mai incontrato nessuno, e dico nessuno, incazzato come lei il lunedì mattina.

Il tale chiamato Mike Newton continuava a fissarmi terrorizzato.
Che cazzo ha da guardare? 

Realizzai due secondi dopo che stavo sorridendo un po' troppo. Alle ragazze piaceva, mentre ai ragazzi terrorizzava. 

Feci finta allora di ripassare qualche materia casuale della giornata e superai il soggetto.

Prima ora: biologia.

Eccellente, tanto è facile concentrarsi con sto fetore, no? Il mio vicino era sudato, il che rendeva tutto insopportabile. Oltre al sangue ci mancava solo la puzza delle micro goccioline cadenti sulla maglia. Il respiro irregolare dava il ribrezzo. Perfetto aveva anche il raffreddore. Le lunghe dita umide battevano contro un piccolo quaderno degli appunti. La temperatura era abbastanza bassa da fare le nuvole di vapore nell'aria. Aveva per forza la febbre, altrimenti tutto quel sudore non si spiegava.

убей меня медленно// 𝐸𝒹𝓌𝒶𝓇𝒹 𝒞𝓊𝓁𝓁𝑒𝓃Donde viven las historias. Descúbrelo ahora