Un Triste Passato

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Narratore pov.

Una dolce giovane di appena 10 anni passeggiava tranquilla per le campagne, una folta chioma bianca si librava nell'aria ad ogni suo passo, ciò dava  l'impressione che a camminare fosse una nuvola e non un essere umano, continuava a camminare per le campagne, conosceva bene quei luoghi, vi era stata tante volte, le sembrava che ci si perdesse dentro, ma in realtà lei sapeva perfettamente cosa stava facendo e dove stava andando.

Lei pensava di essere sola in quella sperduta campagna, ma purtroppo si sbagliava, la quiete delle campagna era solo un'apparenza, la quiete non fa altro che portare un caos maggiore, ma d'altronde lei come poteva saperlo, non era altro che una creatura innocente.

Lentamente la bambina iniziò a sentire dei passi dietro sé, aveva paura, il cuore le martellava nel petto, lei immaginava senza alcuna difficoltà chi era dietro di lei, o meglio, lei non lo immaginava, lei lo sapeva, gradualmente cercava di sveltire il passo, doveva assolutamente scappare, stare lì non sarebbe stata un'autocondanna, un modo tra tanti per essere derisa.

Iniziò a correre, sentiva le voci dietro di lei che la intimavano di smettere, ma lei non lo avrebbe fatto, smettere di correre sarebbe stato solo il significato du tanto, troppo dolore, fisico e mentale.

La piccola bambina si sentí afferrare per il polso e scaraventare a terra, guardava sopra di lei spaventata quel gruppo di tre  ragazzi che ormai conosceva troppo bene, con inaudita brutalità venne scaraventata nel terreno duro, si ammaccò le mani e, in parte, anche il suo vestito, guardava quei volti che le erano così noti con il più puro dei terrori. I giovani ghignarono con cattiveria:" Piccola orfanella lo sai che non è prudente uscire da sola, in giro ci potrebbero essere tante persone pericolose e tu non vorresti stare con queste persone vero?" la bambina stava zitta, non riusciva ad immaginare quello che le stava per accadere poiché esso stesso era oltre la natura umana.

Lei stava ferma, non aveva la forza o il coraggio di muoversi, un vento gelido in disaccordo con io clima mite le trapassò le ossa, questo era talmente delicato ma a lei sembrava che le distruggesse le ossa, tutto ciò che voleva fare era chiudere gli occhi, risvegliarsi nel suo letto o magari su un  prato sotto i raggi del sole dei primi giorni estivi. Tutto questo però non era altro che una sua fantasia che, se non in sogno, avrebbe potuto averea possibilità di provare.

I primi due le bloccarono le braccia salde al terreno, il terzo ragazzo continuava a ghignare malevolo, lui le andò praticamente in grembo, le accarezzo il viso per poi tirare fuori un coltello, la lama rifletteva sotto i raggi del sole accecandola, la paura cresceva dentro di lei, era come un'onda che s'infrnage sugli scogli con letale maestosità, lei era una statua di cera funo a quando quella la ma si posò nel mezzo del suo petto.

La bambina vedeva la sua vita scorrerele davanti agli occhi, non poteva accadere adesso, non voleva e non poteva morire adesso, la lama con estenuante lentazza s'insinuò oltre il tessuto del suo abito, sentiva la lama fredda a contatto con la sua pelle tiepida, sentiva la lama premere, i ragazzi ridevano cattivi, lei iniziava a sentire il sangue caldo colarle per il petto, lei non faceva altro che pregare dentro di sé, la lama si muoveva lenta all'interno del suo petto, lei soffriva le pene dell'infero però non riusciva ad urlare.

Il solo sembrava che fosse diventato improvvisamente gelido, lei piangeva silenziosamente fino a quando, per una volta qualcuno la salvò, un poliziotto, di lui lei non ricorda molto se non l'alta statura, l'aveva portata in ospedale dove un'infermiera le aveva accuratamente fasciato il giovane petto, era rimasta in ospedale per alcuni giorni e, dopo essere tornata in orfanotrofio non era mai stata aiutata a cambiare le fasciature o a pulire la ferita, aveva sempre fatto tutto da sola ed in silenzio, diventando come un fantasma che si muoveva con una candida camicia da notte.

La bambina stava sempre sola in quel periodo, aveva paura ad uscire e a fare qualsiasi cosa, per lei ormai il mondo esterno rappresentava solo un buio imprescindibile, uscire significava il pericolo, il pericolo poteva significare la morte.

Ciao Angioletti!
Come state? 😇
Questo capitolo mi ha fatto piuttosto male scriverlo, questo passato di Claire è estremamente frustrante e questo nom è altro che un piccolo assaggio, scoprirete tanto altro del suo passato e qualcosa lo sapete già 😉
Oggi vorrei anche farvi una domanda, cosa pensate del personaggio di Claire? Sinceramente a me piace molto come personaggio, come la sto costruendo dal punto di vista della sua psicologia, come pensa e come agisce...
Voglio sapere davvero il vostro parere sono estremamente curiosa.
Oltre a questo ditemi anche cosa pensate del capitolo in generale, a presto! ❤️❤️❤️

L'orfana dai capelli bianchiOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz